1^ PROVA

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Di certo non immaginavo che quello sarebbe stato il giorno più incasinato della mia vita.
Tutto iniziò dalla mattina, quando un odore di bruciato mi svegliò nel bel mezzo della mia dormita. All'inizio pensai di non alzarmi, ma poi, notando che si faceva sempre più forte, decisi di dare una controllata.

Come al solito, la sera prima, mi ero dimenticato di spegnere il fuoco dal caminetto, lasciando le fiamme alzarsi liberamente.

-Dannazione!- dissi con gli occhi completamente chiusi, tanto da andare a sbattere contro il tavolo.
Dopo vari tentativi riuscii a trovare l'ombrello, per spegnere le fiamme, e successivamente aprii la finestra appannata da giorni.

Facendo vari commenti sulla polvere presente sul davanzale, mi accorsi che vi era una lettera con lo stemma di Hogwarts:

"Caro Hagrid,
Sono Silente. Volevo comunicarti che il ragazzo non ha ancora ricevuto la notizia, ho bisogno che tu vada li e che lo porti con te.
Ti scrivo perché non voglio che qualcuno ci senta, fa attenzione, mi fido di te.
Albus Silente"

-Harry....- un insieme di emozioni si scatenarono in me: da una parte ero felice di portare via il ragazzo da quel branco di serpi; ma dall'altra...mi faceva ricordare quella notte, quella maledetta notte in cui due sole parole e un fascio di luce verde avevano messo fine alla vita di due persone, segnando quella di un bambino, con un cicatrice.

-Come farò a raccontargli tutto....?- mi chiesi, ricordandomi poi di essere un mezzo gigante, che "dovrebbe" essere forte.

Decisi di mettermi alla prova facendo due torte, una per Harry e una per me, passando più di due ore a capire come fare la glassa color rosa.

Finita la torta, mangiai quasi metà della mia, presi quella di Harry, e mi incamminai per compiere la mia missione.

Arrivai a Privet Drive, vicino quella casetta che mi dava il voltastomaco solo a vederla, osservato da migliaia di occhi curiosi

Ma cos'hanno da guardare...?

Mi affacciai alla finestra della casa, ma non vidi nessuno, anzi, niente.

-Che....babbani!- dissi indignato da quel gesto
-Vogliono nascondergli la verità? Ah non lo faranno per molto. Non preoccuparti Ragazzo, Hagrid ti troverà!- 

Dopo un po' mi accorsi di aver parlato, anzi urlato, da solo, nel bel mezzo della gente, ma l'unica cosa c'è mi veniva in mente era: trovare Harry.

Non ricordo precisamente quanto tempo passò... forse un'ora, forse cinque, prima che riuscissi a scovare quella maledetta catapecchia. Ormai era quasi mezza notte, mancava qualche minuto; più tempo passava, più l'ansia mi assaliva, fino a quando l'orologio segnò l'inizio di un nuovo giorno: il compleanno di Harry Potter.

Ricordo perfettamente l'espressione spaventata dei due Dursley appena mi videro, convinti che uno stupido fucile mi avrebbe fermato; ma la cosa che ricordo di più, è la sensazione che avvertii vedendo il ragazzo.

Non era più un bambino, non era più un essere indifeso che doveva essere protetto, ma sentivo che sarebbe diventato esattamente come suo pade: coraggioso, si, ma anche un perfetto combina guai.

-Tu sei un mago, Harry-

I suoi occhi si illuminarono sentendo quella frase, assomigliando sempre di più a quelli di sua madre, Lily. Finalmente scoprì la verità sulla sua famiglia, su di lui, lasciando perdere le bugie che gli "zii" gli avevano messo in testa.

Per concludere, diciamo che non mi aspettavo che andasse tutto così liscio: mi aspettavo una fuga, un litigio, o magari anche un omicidio (ad esempio... quello del signor Dursley).

Gli anni seguenti andarono come tutti già sapete, facendomi affezzionare sempre più ad Harry e ai suoi due strambi amici: Ron ed Hermione.

Ora che è diventato grande, posso dire che è andato tutto esattamente come doveva andare:

Nessuno si aspettava che un ragazzo, perseguitato dal signore oscuro, fosse capace di sopravvivere, ma soprattutto, di sconfiggerlo.

cCarly16 626 parole. Scusa per il ritardo, spero sia di tuo gradimento 🙈

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