Capitolo 9

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Ho passato una cena nel silenzio quasi totale, tranne per le notizie che sono giunte da papà e Roberto. Nel pomeriggio sono andati a fare visita a un nuovo cliente, quindi entro il prossimo mese avremo di che lavorare, dato che ci sono stati commissionati un paio di bersagli. Tutto quello che so per il momento è che i nostri obiettivi sono un pedofilo e un assassino scagionato grazie all'ottimo lavoro del suo avvocato ben pagato.
Mi sfrego le mani e scendo dal letto, in prospettiva di un mese interessante. Anche se non sappiamo ancora niente sulla missione dei licantropi, il nostro arrivo si è fatto sentire subito, vista la richiesta di lavoro. Non sappiamo niente del branco, chi sono, dove sono o come rintracciarli, anche se io ho incontrato un branco nel pomeriggio.
Voglio uccidere il lupo che ha ucciso mia madre, ma spero tanto che non sia il lupo che mi ha salvato la vita. L'ho appena conosciuto e per il momento mi sembra tutto fuorché un assassino. Ma se dovesse essere lui... non esiterò a premere il grilletto.
Mi dirigo in bagno e svolgo il mio rituale mattutino di lavaggi ed espletamento di bisogni fisiologici.
Una volta finito apro le finestre della camera per far girare l'aria e recupero il libro di "pozioni" da sotto le coperte. Ho proprio una voglia matta di dimostrare a Dylan che lo posso battere, anche e soprattutto giocando sporco. Non è una mossa leale, ma io non ho nessun problema a usarla. Bisogna sempre avere il vantaggio tattico sul nemico.
Preparo il tavolino con i vari pentolini e sistemo tutto con cura. Prendo il libro dal letto e faccio per mettermi seduta, ma il piede mi si impiglia nelle coperte e cado a terra con un fracasso allucinante. Il libro mi segue e un crack proviene dalla copertina. Ho paura di prenderlo in mano, rischiando di rompere qualcosa. Lo tocco delicatamente e noto che è tutto intero. Mi sfugge un sospiro liberatorio e sfoglio le pagine. All'interno della parte finale del libro, sulla copertina dura, si è scollata la carta che rivela un foglio bianco piegato in due. Lo apro con curiosità e mi ritrovo a fissare la calligrafia di mia madre, tutta arzigogolata e quasi incapibile.

Ciao piccolo squalo,
probabilmente se stai leggendo questa lettera io non sono più qui con te. Dovrai convincere papà a darti in anticipo il regalo di compleanno... perché, d'altronde, se hai trovato questo libro, il contenuto del tuo regalo ti tornerà utile e non potrai fare a meno di utilizzarlo.
Mi dispiace rivelarti queste cose in una lettera, ma se non dovessi avere più tempo è l'unico modo.
Discendo, e tu con me, da un'antica stirpe di druidi. Tutte le medicazioni, gli antidoti e i veleni che hai trovato nel libro sono conoscenze tramandate nei secoli dalla nostra e poche altre famiglie originarie della Scozia. Noi MacAllister abbiamo una storia più particolare delle altre. All'incirca tra il IV e il III secolo a.C un druido si perse in una foresta oscura, senza più riuscire a trovare la strada del ritorno. Era molto anziano e la sua memoria non era più così buona. In pochi giorni le sue scorte di cibo finirono e cominciò a vagare, cercando di tornare a casa. Stava impazzendo lentamente, senza cibo né acqua. Un giorno, ormai quasi completamente fuori di senno, si ricordò che nella foresta c'erano dei particolari fiori, che uniti ad altri ingredienti avrebbero sopperito per un po' alla fame. Era diventato l'ombra di se stesso, stava morendo. Accasciato sul terreno di quella foresta maledetta e ferito a un braccio, perse conoscenza. Il sangue era penetrato nel terreno inzuppandolo di rosso. Quando riaprì gli occhi, davanti a lui c'era un lupo enorme, dal manto grigio. Il lupo gli aveva procacciato il cibo, lo aveva protetto durante una tempesta e alla fine era riuscito a portare il druido al suo villaggio. Dopo essersi ripreso e aver condotto molteplici esperimenti, aveva scoperto che nella terra zuppa di sangue dove era svenuto c'erano degli artigli di lupo. Essendo un druido, il cui sangue cantava allo stesso tempo con il ritmo della natura e di Madre Terra a cui era devoto, essa stessa gli aveva fatto un regalo, una benedizione. Gli aveva donato un protettore in forma animale, ma che per non destare sospetti nel villaggio riusciva a mutare forma e assumere sembianze umane. Il druido e il lupo avevano stipulato un patto di segretezza, giurando di proteggersi a vicenda. Ma un lupo solitario difficilmente sopravvive senza un branco, quindi il druido era riuscito a creargli una compagna. Ovviamente il libro che hai è un insieme di tutte le pozioni create nel tempo. Noi MacAllister rispetto ad altri clan scozzesi abbiamo un destino particolare. Proteggiamo e siamo protetti da un branco, mentre i druidi degli altri clan proteggono e sono protetti da dei mutaforma diversi, come orsi o addirittura aquile, che lavorano singolarmente.
Volevo introdurti a questo lavoro appena varcata la soglia dei diciotto anni, ma non ho potuto farlo. Devi trovare un branco da proteggere, non sarà difficile visto che la natura scorre nelle tue vene e loro sentono il tuo richiamo. Ma nel caso non volessi avere niente a che fare con tutto ciò posso capire. Alla tua età io non volevo essere destinata a proteggere qualcuno che nemmeno conoscevo, ma col passare degli anni ho trovato un branco da proteggere e da cui essere protetta.
Ti rivelo ancora qualcosa. Puoi provare nuove pozioni, l'unico limite è la tua fantasia. Sul retro ti lascio il nome di un mio amico, anche lui un druido e un valido fornitore di materiali di prima necessità per gli ingredienti delle ricette.
Un avvertimento: non fidarti per nessun motivo di Roberto, non mi è mai piaciuto, ma sono sicura che è invischiato in qualcosa di brutto. Ho dei sospetti, ma non so se sono veri, quindi farò altre ricerche. Stai alla larga più che puoi da lui e fai attenzione. Ma soprattutto nascondi ciò che fai ad occhi indiscreti.
Ti voglio bene piccolo squalo, non dimenticarlo mai.

L'orma del lupoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora