"Il fatto è Fletcher, che bisogna superarli un po' ala volta i nostri limiti, con un po' di pazienza. Qui sta il trucco."
Richard Bach, Il Gabbiano Jonathan Livingoston

Passó una settimana nel complesso tranquilla. Hermione si sforzó di tornare alla normalità, evitando il più possibile qualunque contatto con Draco, nonostante il pensiero di lui, e ancor più quello del suo profumo fossero un chiodo fisso.
Comunque, a parte le eccessive attenzoni di Ron e i comportamenti bipolari del furetto (che passava dal tenerle gli occhi perennemente addosso allo spassarsela alla grande con Pancy sempre davanti ai suoi occhi -ed Hermione non si capacitava del perché) tutto andò avanti con una certa normalità e monotonia.

'Forse anche troppa'

Si ritrovò a pensare la mora, e -detto fra noi- sarebbe stato sinceramente meglio non l'avesse pensato.
Il suo desiderio venne infatti esaudito il lunedì seguente.

Ora, oserei dire che il risveglio del lunedì é spesso traumatico, più raramente strano.
Eppure quel lunedì per Hermione lo fu.

Si sveglió a causa di un ticchettio persistente alla finestra, dopo il consueto incubo che le aveva portato via tre ore di sonno. Si alzó spaesata, e si diresse verso il luogo di provenienza del rumore, notando che una civetta batteva il muso contro la sua finestra, producendo un picchiettio parecchio fastidioso.
Aprì l'anta, e il barbagianni le si accomodó sul braccio, facendo in modo che lei potesse sciogliere il laccio rosso che legava alla zampa destra un piccolo rotolo di pergamena.

'Mi manchi, Hermione. Mi manca la tua presenza, i tuoi sorrisi, i tuoi tocchi. Mi manchi tu.'

Niente firma. Niente mittente. Ma Hermione immaginava che una sola persona avrebbe potuto scrivergliela. Decise che glielo avrebbe chiesto non appena lo avesse visto, e cioè a breve. Si cambiò velocemente, mise in tasca la pergamena e uscí, dirigendosi in sala grande per la colazione, ma le sorprese non erano finite, purtroppo però ora cominciavano quelle brutte.
La grifona era quasi arrivata in sala grande quando andò a sbattere contro qualcuno. Si giró per scusarsi ma le parole le morirono in bocca non appena vide chi aveva urtato.

Immagino non ci sia spazio per l'immaginazione, visto che anche questa volta si era inbattuta in Draco Malfoy.

"Lurida mezzosangue, guarda dove metti i piedi!"

"Guarda dove vai Manfrett!"

Esclamarono i due contemporaneamente, guardardandosi in cagnesco.

Hermione si maledisse mentalmente, solo per la ragione di averlo incontrato, ed attribuendosene una colpa per poter scaricare la rabbia su qualcuno.

"Sei tu che mi hai urtata Granger"

"Si, e tu sei il ragazzo più sexy della scuola, Malfoy"

Lo disse con tono decisamente ironico, era chiaro; ma non si capacitava del perché avesse scelto proprio quella battuta. Sapeva che l'aveva colpito in pieno, Malfoy non era altro che un pallone gonfiato, ma questo non spiegava il suo comportamento.

'Che cazzo hai fatto?'

Si domandó mentalmente, non trovando una risposta valida.

Sul volto di Draco comparve un ghigno crudele.

"So che lo pensi Granger...lo vedo da come mi guardi..."

E fece un passo verso di lei. Hermione d'istinto indietreggiò, arrivando a sfiorare il muro con la schiena. Draco ghingnava ancora, e lei sapeva che non l'avrebbe passata liscia.

"..da come mi guardi ogni volta che sto con Pancy."

Un altro passo, ma sta volta lei non sapeva più dove andare.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 06, 2017 ⏰

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