Capitolo 14

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"Quando la dimetteranno?" Mi domanda appena arrivati a casa.

"Il dottore ha detto che se anche adesso sta meglio, prima vogliono che parli con uno psicologo."

"Non ti ho chiesto cosa faranno, ma quando uscirà." Sbotta.

"Non lo so, penso domani o lunedì."

"Cos'hai parlato a fare con quel dottore se non sai un cazzo?" Dice alzando la voce.

Non gli do importanza così intanto mi tolgo la giacca. Credo che il mio atteggiamento lo irriti, perchè lo vedo stringere un pugno della mano.

"Ti ho fatto una domanda stronza." Dice.

"Ti ho detto che non lo so!" Sbotto.

Mi guarda stupito.

Per la prima volta gli ho risposto con il suo stesso atteggiamento. Non mi ero mai azzardata a farlo prima, e ora... Mi sento strana.

Quando sto per tornare in camera mi ferma.

"Hai qualcosa su un ginocchio." Afferma.

Mi guardo le gambe e noto una macchia rosso scuro sul ginocchio sinistro.

"Oddio..." Mormoro tra me e me.

"Cos'hai fatto?" Mi domanda.

"Deve essere stato prima... Sono caduta contro la porta..." Mi vergogno un pò a dirlo, ma come c'era da aspettarselo, non ha nessuna reazione e se ne va.

Vado in bagno, mi tolgo i pantaloni, e vedo una grande sbucciatura che appena tocco ricomincia a sanguinare.

Ho lasciato il disinfettante in camera e l'asciugamano è a lavare, come faccio?

Alla fine trovo una soluzione.


"Andrea?" Non appena pronuncio il suo nome mi rendo conto di essere un'idiota, sono in mutande.

Entra spalancando la porta del bagno. Rimane immobile. Dire che sto morendo dalla vergogna è poco.

"Cosa vuoi." Dice serio.

"Ehm... Ho lasciato il disinfettante e i cerotti nel beauty-case in camera... Potresti andare a prenderlo per favore?" Dico cercando di rimanere in equilibrio su una gamba e tentando di non allagare tutto.

"Dov'è?"

"Sotto al comodino."

Dopo poco torna e appoggia il materiale sul mobile del bagno.

"Grazie..." Dico allungando le mani per prendere il disinfettante ed il cotone, ma come se non esistessi, si avvicina, e apre il barattolo contenente il liquido.

"No non ti preoccupare, faccio i..."

Ovviamente non mi da ascolto e posiziona la bottiglia sopra al mio ginocchio. Poi spruzza.

"Ahi!"

"Brucia?" Domanda restando molto tranquillo.
In questo momento lo vorrei strozzare, ma riesco solo ad annuire mentre la mia bocca si socchiude per lo stupore. Mi guarda.
Appoggia il cotone tamponando delicatamente sulla ferita e poi mi rivolge nuovamente il suo sguardo.

"Brucia ancora?" Chiede con una strana lentezza nel pronunciare una parola dall'altra.

"No..." Dico disincantandomi dal guardarlo e puntando subito lo sguardo in basso. Con il labbro superiore prendo quello inferiore.

Prende il cerotto e toglie la pellicola.

Prima di mettermelo fa una cosa inaspettata. Avvicina una mano al mio viso e il battito del mio cuore accelera tutto d'un colpo.

Non volermi, amami || COMPLETODove le storie prendono vita. Scoprilo ora