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Siamo fuori dal Gerard da mezz'ora circa e giuro sto morendo per colpa del freddo e dei tacchi che sto portando.

Lorenzo sta cercando di fare passare il tempo con le sue battitine stupide ma non ci riesce granché.

Selena è appoggiata ad Alex che la tiene stretta a se.

Mi manca il mio migliore amico, mi manca veramente tanto, lo vorrei qui con me, lo vorrei stringere a me, ma siamo lontani: lui è giù in Calabria e starà vivendo la sua sua vita, senza di me. Però, mi manca tanto.

Sospiro e guardo la coppietta, parlano e ridono tra di loro, sono sorprendenti per quanto coloro possono emanare e poi Silvia non sembra avere freddo quando è accanto a Riccardo, anche se non si toccano. Anche io, quando stavo con Alessandro ero così? Mi brillavano gli occhi?

Tremo e Lorenzo mi si avvicina e avvolge le sue braccia intorno al mio corpo attirandomi al suo. Appoggia il mento sulla mia testa, chiudo gli occhi respirando il suo profumo.

Mi dà un bacio sulla fronte e un po' di calore mi viene restituito.

-Mi dispiace-sussurra.

-No, non ti preoccupare, tra poco entreremo e ci divertiremo-lo rassicuro stringendomi nelle mie spalle.

...


Prima che potessimo entrare è passata un'intera ora e non mi stupirei se l'indomani mi alzassi con la febbre o la polmonite.

Comunque nel locale fa notevolmente più caldo, e appena messo piede abbiamo preso un tavolo e abbiamo iniziato un giro di bicchierini di vodka.

Ben presto quasi tutti perdiamo il controllo e l'unico che ci guarda attento è Alan che non ha bevuto perché deve riportarci a casa.

La serata si fa movimentata e solo allora incomincia il mio divertimento.

Mi allontano dalle mie amiche andando a ballare tra le gente.

La musica mi risuona nelle orecchie e mi arriva al cuore facendomi ballare a ritmo.

Mi diverto da sola perché respingo ogni singola persona che mi mette le mani addosso. Voglio ballare da sola. Sono più libera quando sono sola.

E questo continua a essere per un tempo indeterminato, ma vengo fermata solo quando due mani forti mi prendono per i fianchi e mi attirano al suo petto. Mi giro pronta a colpire la persona che mi ha toccato ma quando inquadro quel viso familiare tutto sparisce.

Va bene, lui va bene.

E, come al solito, mi ha trovato in mezzo a questo mare di gente.

Lego le mie braccia dietro al suo collo e mi attacco al suo corpo mentre il sorriso sul mio viso non diminuisce, aumenta sempre di più.

-Tu, tu, mi trovi sempre-urlo mettendo le mia mani nei suoi capelli e stringendoli.

Il suo viso si abbassa e finisce accanto al mio orecchio, il suo respiro entra in contatto con la mia pelle e mi provoca dei dolci brividi.

Le sue mani dai miei fianchi passano alla schiena e mi stringono in un abbraccio.

Sospiro e mi calmo, lascio i suoi capelli neri e lascio le mie mani libere.

-Auguri, piccola Mia-mi dice all'orecchio facendomi comparire un piccolo sorriso sulle labbra.

Continuiamo a ballare per un tempo indeterminato. Mi è mancato sentirlo così vicino, non vorrei mai lasciarlo andare.

La gente balla scatenata mentre io e Emanuele siamo petto contro petto e siamo immobili, in silenzio, ad abbracciarci.

Per me ci siamo solo io e lui.

-Mi dispiace-sussurro e mi rimetto a piangere.

Ormai piangere fa parte di me. Sto piangendo troppo in questi giorni, è stato un inizio anno davvero traumatico, spero che non sia così per tutto il tempo.

Lo vedo alzare la testa per farmi capire che non ha sentito e in quei occhi mi ricordano di una me molto più felice. Una me passata, lontana...

Se solo avessi combattuto per lui adesso saremmo ancora insieme, innamorati. Non dovevo lasciarlo andare, non era stata colpa sua ma solo di Camilla che ha progettato tutto.

Lui non mi ha tradito di sua spontanea volontà: Emanuele mi amava e io l'ho lasciato andare ...

Non mi sono fidata della persona che più amavo.

Mi allontano dal suo corpo e lo prendo per mano e mi faccio largo tra la gente per uscire da questo posto: mi serve aria e meno casino, devo parlargli.

Usciamo e, sempre tenendolo per mano, ci incamminiamo in quelle stradine.

Non mi importa saltare la serata al Gerard con i miei amici, è molto più importante scusarmi con Emanuele per tutto il male che gli ho fatto.

Lui mi amava, tanto, e questo è stato fino a quando non ho conosciuto Alessandro e l'ho scelto per convenienza.

Io amavo Emanuele, lo amavo con tutta me stessa, poi qualcosa è cambiato, io sono cambiata e mi sono innamorata di una persona non giusta per me.

Non dovevo lasciarlo andare, meritava così tanto.

Arriviamo ad un parco abbandonato e solo allora mi giro verso il ragazzo che mi guarda con quegli occhi che mi fanno sciogliere ogni singola volta.

-Mi dispiace-ripeto e questa volta sono sicura che mi abbia sentita.

Siamo lontani di almeno due passi e l'unica luce è quella del lampione sopra di noi.

Vedo come è maturato: capelli marroni all'insù, occhi azzurri da bambino ingenuo e delle labbra sottile e rosee.

Come ho potuto lasciarlo andare?

Stavamo così bene insieme: eravamo la perfezione .

Perché ho smesso di combattere quando lui non l'ha mai fatto?

-Mia, è passato-mi rassicura facendo un mezzo sorriso, finto.

-No, non è vero, ti ho fatto soffrire, mi ricordo ancora le tue lacrime e le tue parole dette a scuola-affermo ed è come una pugnalata al cuore-Avevi bisogno di me, io ti ho ferito. Ti ho fatto del male. Io. Io che dovevo solo amarti e invece ti ho solo saputo distruggere.

Chiude le palpebre e libra un sospiro. Quello che sto dicendo è per colpa dell'alcool che ho in corpo ma va bene, deve sapere.

Riapre gli occhi e li vedo lucidi, e, come al solito, anche i miei fanno la stessa fine, sono pronta a piangere con lui, come abbiamo sempre fatto. Insieme.

-Ti perdono-dice prendendomi impreparata, non me lo aspettavo-Credo che sia giusto soffrire per una cosa a cui tieni e che, alla fine, ti ferisce.

Io l'ho ferito, Ema credeva in me e io l'ho deluso.

Libero le lacrime e lui, come al solito, prendendomi alla sprovvista, mi si avvicina e mi abbraccia.

Si è rialzato, il mio Ema è cresciuto senza di me, diventando un ragazzo più maturo della sua età. Ha imparato e sono sicura che non compierà più gli stessi errori.

Mi ha lasciata andare...

Libero le lacrime mentre stringo la sua camicia bianca nelle mie mani.

In questo momento non sento il freddo ma solo l'estrema urgenza di stare con lui e non lasciarlo per nessuna ragione al mondo.






PDV NARRATORE.

Si potrà anche soffrire, stare male, piangere fino a sentire doloranti gli occhi, ma ci si rialza sempre, perché nulla è più importante di noi stessi.

Quindi ci si deve reagire e rialzarsi.

E poi, se i sentimenti sono veri trovano sempre un modo di tornare indietro e ritrovarsi.

Come Mia e Emanuele che si erano separati eppure, adesso, dopo tutto, nonostante tutto, erano in quel parco abbandonato, abbracciati e con il cuore che batteva alla stessa velocità. Sincronizzati.

Quei due si appartenevano e si sarebbero sempre scelti.


Nonostante tutto.

Cambiami la vita 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora