CAPITOLO 1

65 5 0
                                    

Dopo aver finito di scrivere quella lettera si era fatta ora di andare a pranzo, scesi di sotto e mi cucinai qualcosa. Mia madre era al lavoro e, come succedeva spesso, pranzavo da sola.
Appena dopo aver pranzato, sono uscita di casa mi sono incamminata per andare a spedire la lettera da inviare ad Emanuele. Appena finii quella commissione, tornai verso casa; una volta entrata presi direttamente la direzione della mia camera e mi misi immediatamente a studiare: il giorno dopo avevo il compito in classe di Storia e non sapevo nulla! Odiavo quella materia!
Appena concluso lo studio mi sono distesa sul letto e mi son persa nei mille pensieri che vagavano nella mia mente, uno dei tanti era diretto ad Emanuele, e di come sarebbero potute andare le cose se Lui fosse stato qui con me e se fossimo stati amici nella realtà, un'amicizia concreta, e non per posta.
Qualche minuto dopo tornai alla triste e cupa realtà e iniziai a sentire un certo languorino.. il quell'istante ho, quindi, deciso di dirigermi verso la cucina (di solito prima di andare a dormire metto sempre qualcosa sotto ai denti). Si erano fatte le 23, e io il giorno dopo mi dovevo svegliare alle 6!.. appena finito di mangiare sono andata immediatamente a letto e presi quasi subito sonno.

Alle 6:00 suonò la sveglia. Mi svegliai di soprassalto a causa del suono! Erano le 6:05 e io alle 7:00 avevo il pullman. Raccolsi, perciò, tutte le mie forze (quelle che potevo avere appena sveglia) e iniziai a prepararmi di corsa.. per quel giorno avevo scelto una maglia bianca e un paio jeans. Molto semplice, ma altrettanto ordinata.
Si erano fatte ormai le 6:50 e io ancora dovevo pettinarmi. La fermata dista a 200m e avevo paura di non fare a tempo, perciò non mi pettinai.

Arrivata alla fermata (per un pelo) notai qualcosa di diverso dal solito. Ero in quel paese da ormai qualche mese, e la cosa diversa era che tra la folla di tutti i giorni scorgeva un viso nuovo. Ho deciso di non farci molto caso e di salire diretta sul pullman appena arrivato. "Spero di trovare posto" ho subito pensato prima di salire. Forse la vista di quel viso nuovo tra la folla di sempre era un effetto dovuto anche al sonno..
Arrivata a scuola sono andata spedita in classe e ho seguito con molta attenzione la lezione.

Era arrivata l'ora dell'intervallo. girovagavo per i corridoi come ogni giorno per i fatti miei quando un ragazzo mi fermò. Era un ragazzo alto, moro e con degli occhi stupendi di un blu oceano. E diretto a me disse: "ciao! Per caso sai indicarmi dove si trovano i bagni? Sai, sono nuovo qui e ancora devo orientarmi bene.", io risposi semplicemente: "ciao! Si, certo.. si trovano in fondo a questo corridoio sulla destra. Non puoi sbagliarti." E mi ringraziò.
Dopo pochi minuti dei ragazzi (i soliti bulletti) mi si avvicinarono in modo furioso.. non capendo il motivo, arretrai. Non avevo fatto nulla a quei tre ragazzi, non li conoscevo neanche se non di vista. Proprio in quel momento vidi un ragazzo che li fermò e mi trascinò via con lui.
Finalmente ci fermammo!
Ho iniziato a guardarlo con aria interrogativa. Chi era? Cosa voleva? Perché mi ha difeso? Non ho fatto a tempo a trovare una risposta che mi arrivò direttamente da lui, che credo si fosse reso conto di come lo stavo fissando; "Mi chiamo Andrea! Sono il ragazzo che stamattina ti ha chiesto del bagno." Ha esclamato. Io, un po' confusa, ho risposto: "ah, ciao! Non ti avevo riconosciuto, piacere, io sono Sara!" aggiungendo: "come mai hai..." non sono riuscita a finire la frase perché lui mi ha interrotta spiegandomi che lo aveva fatto perché in quella mattina ero stata l'unica a rispondergli con tono gentile e caloroso, poi ha aggiunto: "ho sentito dire che sei nuova anche tu da queste parti, doppio motivo per star qui ora a parlare con te, tra nuovi ci si intende". Ma cosa voleva dire?! "Beh si, io mi trovo qua già da qualche mese ormai, e ancora non sono riuscita ad integrarmi completamente al posto e alla gente" dissi diretta.
Ci siamo scambiati altre poche parole e poi ci siamo salutati con un "a presto". Dovevo correre da Lisa! Dovevamo incontrarci prima del compito che avevo nell'ora subito dopo l'intervallo! Ma oramai era tardi e ho pensato che si era diretta in classe senza aspettarmi. In quel caso ha fatto bene, sarebbe potuta arrivare in ritardo come stavo rischiando io!
Avevo anche un po' di ansia, con il fatto che odio Storia e che le cose studiate nei giorni precedenti d'un tratto erano svaniti nel nulla.
Appena arrivata davanti alla porta della mia classe ho tirato un respiro profondo e poi ho aperto la porta per entrare. Erano già tutti posizionati per la verifica. Ovviamente non mancò la ramanzina della professoressa! Che odio queste situazioni!
Sono andata diretta al mio banco, e ovviamente dovevo prepararmi alle domande di coloro che non studiavano nulla dalla mattina alla sera per tutto il periodo scolastico, ma che ovviamente si salvavano per qualche assurdo miracolo a fine anno.
Quel giorno, però, non potevo suggerire nulla a nessuno, perché non sapevo niente neanche per me stessa...
Ho fatto molta difficoltà a concludere il compito in classe. Ma tutto sommato non credo sia andato malissimo come mi aspettavo.
Finita l'ora di storia ne avevamo un'altra di inglese, dopodiché siamo usciti da scuola.


Amici di PennaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora