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Erano passati ormai 150 anni da quella terribile notte. Il consiglio ci cercava e la cittadina di Mystic Falls si suddivideva in tre categorie: I membri del consiglio armati fino ai denti,muniti di pallottole in legno e paletti dello stesso materiale,la gente comune che nel panico correva per le strade principali e poi c'eravamo noi. Un' intera stirpe di vampiri,a cui il consiglio dava la caccia. Ricordo ogni minimo particolare di quella notte sanguinosa,i membri del consiglio si erano radunati a nostra insaputa  presso il palazzo dei Lockwood e avevano pianificato tutto nei minimi dettagli,studiando ogni nostra minima mossa. Vennero a conoscenza che potevamo camminare liberamente alla luce del sole grazie a degli anelli,seppero individuare le nostre residenze private.Nulla di estremamente difficile certo,ma dovevano essere in allarme da un po',oppure vi era una spia,molto vicina a noi più di chiunque altro,forse proprio uno di noi. 

Quella sera ero rimasta in casa,cosa fuori dal comune per me. Nel giro di pochi attimi vidi la mia famiglia decimarsi. Fecero irruzione in casa,iniettando in ognuno di noi almeno una siringa di verbena,per indebolirci e poi ucciderci. Essendo un'originale la verbena non aveva grande effetto su di me,ma lo ebbe su tutta la mia famiglia.  Tanto che oltre me da lì non ne uscì vivo nessuno. Tutta la gente a cui tenevo era morta. E l'unica persona che poteva aiutarmi in quel momento era Katherine,la mia peggior nemica. Sembrerà strano,ma quando si combatte per lo stesso ideale di sopravvivenza non c'è tregua che non possa essere data.

Mi precipitai da lei ma non c'era nessuno,probabilmente l'avevano già portata via. Quella sarebbe potuta essere una semplice opzione,ma Katherine era furba e sapeva come uscire anche dalla più catastrofica delle situazioni. A quel punto non potei più far finta di nulla e continuare a muovermi liberamente per Mystic Falls con centinaia di persone che mi davano la caccia. Scappai il più lontano possibile da lì ed arrivai fino in Georgia,da quel giorno ho vissuto qui,senza uccidere troppa gente però,dovevo stare attenta alle mie mosse se non volevo ritrovarmi con un paletto nel cuore. Sopratutto all'inizio.

Il passato continuava a sorprendermi nettamente,data l'improvvisa ricomparsa di Damon e Stefan Salvatore proprio in Georgia. Riuscii a sentire le loro presenze appena fuori la casa,e proprio come mi aspettavo,sentii bussare violentemente contro la porta in legno.

"Oh i due fratellini sono tornati,cosa volete?" dissi con un sorriso beffardo.

"Solo parlare." rispose Stefan,il minore tra i due.

"Non c'è niente di cui discutere. Andatevene."

Damon si intromise. "Si tratta di Katherine."

Non sentivo quel nome da tempo ormai,e solo quello bastava a farmi raggelare il sangue nelle vene.

"E' morta Damon."

"Lo credevamo anche noi,fino a qualche giorno fa.E' riapparsa dal nulla."

"E io dovrei crederci?" risposi incastonando perfettamente lo sguardo con Damon.

"Sappiamo entrambi che ti è sempre importato di lei Rebekah." accorse Stefan.

"E dov'è allora? Io non la vedo con voi,perciò..."

Venni interrotta nuovamente da Damon "Mystic Falls."

"E' impossibile,come può un intera città aver dimenticato?"

"C'è una risposta anche a questo." insistette Stefan.

"E sarebbe?" dissi sarcastica.

"Emily."

Rimasi pietrificata. Emily era la domestica di Katherine a quei tempi,nonché una delle streghe più potenti della dinastia Bennett. Il suo potere era eccezionale,riusciva a domare ogni elemento semplicemente con uno sguardo.

"E voi due sareste venuti qui ad insinuare che Emily Bennett una delle streghe più potenti che io abbia mai conosciuto,sia stata capace di fare tutto questo dall'oltretomba? Avanti siate più credibili almeno."

"Perchè non torni a Mystic Falls? Paura che il tuo amore per lei non sia ricambiato? O semplicemente paura di lei Rebekah? Avanti rispondi." Sorrise Damon maliziosamente.

"Non prendo ordini da un uomo,specialmente da qualcuno con  200 anni in meno di me. Specialmente da un Salvatore." dissi tenendo Damon per il collo e rivolgendo uno sguardo intimidatorio ai due fratelli per poi continuare. "Tornerò solo per piantare un paletto nel cuore ad ognuno di voi,Katherine compresa." dissi per poi lasciare la presa e chiudere la porta in faccia ad entrambi. 

Mi avviai verso il corridoio aprendo la porta che portava alla biblioteca di famiglia e presi da una collana di libri la foto di Katherine. Mi soffermai a fissarla per  alcuni secondi. 

"Lurida bastarda." imprecai ad alta voce per poi strappare la fotografia. Cosa provavo? Rabbia repressa? Probabile. Odio? Certo che si. Amore? Impossibile o forse...

Uscii dalla casa,e dei fratelli Salvatore nessuna traccia. "Meglio cosi". Pensai tra me e me. La loro proposta mi suscitava interesse,non che mi importasse di Katherine,ma avevamo ancora qualche conto in sospeso,e questa sarebbe stata la giusta occasione per riprendermi ciò che era mio.

D'un tratto trovai un pasto improvvisato,di solito ero molto più cauta su cosa fare,selezionavo le persone che mi sarebbero state utili con molta cura e dopo essermi nutrita di loro facevo in modo che dimenticassero. Ma questa volta avevo bisogno di sangue.Molto sangue. Sapevo già che affrontare Katherine sarebbe stato difficile perciò non ci pensai su due volte e feci del ragazzo che passava la mia vittima. Non potevo permettermi di sbagliare con lei,neanche una mossa,dovevo essere astuta più di quanto lo fossi stata in precedenza. 

Dopo quell'atto venni alla conclusione,che si,lo stavo facendo. Si,stavo tornando.


Serial KillerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora