La sua vista si fermava lì.
Non andava oltre, non poteva andarci.
L'acqua sotto di lei si schiacciava sugli scogli e poi tornava a sé stessa limpida, fredda.
Aveva sempre il coraggio di farlo e rifarlo, nonostante tutto.
La schiuma bianca sembrava la cornice, la cornice della sua vita.
Le dava un tocco di purezza, quella che le era sempre mancata.
Eppure, lei la odiava. La schiuma bianca,la cornice, lei la odiava.Odiava dover rispettare dei canoni. Lei voleva essere libera.
Voleva infrangere le regole, schiacciarle; voleva tuffarsi nelle cose senza aver paura di affogarci; voleva dialogare attraverso il silenzio del mare e il rumore del vento; voleva nuotare nelle cose, nelle persone e voleva lasciarci un'impronta, come si fa nella sabbia.Un'impronta che prima o poi si sarebbe cancellata.
Ma a lei non importava.
Voleva soltanto essere certa che avesse lasciato delle impronte, dei segni.Voleva farsi notare con le sue onde maestose, ma allo stesso tempo si nascondeva dentro le grotte e rimaneva lì a pensare a come vivere la vita.
Lei l'amava la vita.
Ma la vita stessa la stava soffocando. Perché si sa che tutte le cose che amiamo ci soffocano sempre, un poco, e poi ci lasciano andare, schiacciandoci contro la realtà, gli scogli.Ma non importava neanche questo.
A lei non importava se la schiuma adornasse la sua vita, o se sugli scogli vivessero delle bestie o delle persone.A lei importava riuscir ad infrangersi di nuovo su di esse, sulle persone, per marcarle, per soffocarle.
Forse voleva soffocarle, per non essere soffocata da loro stesse.
Forse voleva riempirsi di quell'aria forte che la colpiva, quando alzava lo sguardo e dava un'occhiata all'orizzonte.
Era strana, ma di una stranezza...
Non lo so...Bella.
Lei era di una stranezza inconfondibile.Non era una delle solite persone che incontri per strada e da cui distogli lo sguardo. No.
Tu, guardandola anche per sbaglio e in mezzo alla gente, lo sguardo te lo perdevi.Era una di quelle poche persone che rassomigliano alla vita. E non so dirvi come, ma entrava dentro la gente e lì rimaneva.
Nessuno se ne liberava,tutti ne rimanevano ammaliati, soffocati.
Era una di quelle poche cose che basta avere per stare bene e male allo stesso tempo.
Amata da tutti, ma tenuta da nessuno.
Perché lei voleva essere libera.
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Il rumore delle cose che si rompono
General Fiction"Quindi pensi che dovremmo parlarne? Pensi che dovremmo provare a gestire tutto ciò?" "No. Anche perché non ci riusciremmo. Secondo me, dobbiamo accettare il nostro piccolo infinito e lasciar perdere i grandi infiniti, poiché irraggiungibili. Però...