Lui era l'oscurità.
Era qualcosa di intoccabile agli occhi altrui, nessuno riusciva a raggiungerlo, nessuno riusciva a fare breccia nei suoi pensieri.
Allontanava chiunque gli si avvicinasse.
Voleva stare solo, far vedere agli altri che ne era capace.Era un disastro.
Era testardo, irascibile, permaloso.
Era uno stronzo.
Litgava spesso con tutti e non chiedeva mai scusa; anzi, lo facevano gli altri per lui.Era bello, non quella bellezza che richiama la classicità greca, ma era bello credetemi.
Aveva gli occhi neri, grandi.
Quegli occhi che brillavano e ogni volta che li guardavi dovevi distogliere lo sguardo.Studiava qualsiasi cosa gli passasse davanti.
Non sempre per interesse, ma per tenere tutto sotto controllo.
Lui amava questo.
Tenere le cose sotto controllo.
Ma il controllo rovina i rapporti con le altre persone.Era sempre solo, amava la solitudine.
Era la parte marcia della mela, quella che di solito si butta.
Nessuno si avvicinava a lui, e se qualcuno lo faceva, si stancava.
Era un continuo tira e molla, si mostrava menefreghista, quando in realtà non lo era.In realtà, sotto tutte quelle macerie, c'era qualcosa di buono.
Quel qualcosa che di solito permetti a pochi di conoscere.
Quel qualcosa che ti tieni stretto, per paura che venga scheggiato.
Quel qualcosa che si riserva a pochi.
Ed era questo che lui faceva, si riservava a pochi.E amava.
Dio se amava.
Con i suoi occhi, ti amava.
E poi quando sorrideva, gli si scavava la guancia con una fossetta.
Quella fossetta.
E ti seguiva con lo sguardo, distogliendolo non appena incontravi i suoi occhi.
Era questo che faceva.Si nascondeva.
Ma per quanto tempo ci si può nascondere?
Prima o poi qualcuno ci troverà.E quando accadde, lui fece di tutto per non farsi trovare.
Cercava in ogni modo di allontanarsi e fuggire, nascondersi di nuovo.Di solito chi fugge vuole essere cercato, e magari anche trovato.
Lui voleva essere trovato.Voleva abbattere i suoi muri, ma non ci riusciva, erano troppo alti oramai.
E soffriva per questo.Ma, ci si chiede, perché fuggire se si è capaci ad amare?
Perché si ha paura di soffrire.
Di sbagliare, e di far soffrire.
Quindi, col dubbio e con l'incertezza, si soffre allo stesso modo, nascondendosi per paura di qualcosa di più grande di noi.Perché l'amore è questo, qualcosa di immenso.
Ma mai quanto i suoi occhi, in quelli potevi annegarci.
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Il rumore delle cose che si rompono
General Fiction"Quindi pensi che dovremmo parlarne? Pensi che dovremmo provare a gestire tutto ciò?" "No. Anche perché non ci riusciremmo. Secondo me, dobbiamo accettare il nostro piccolo infinito e lasciar perdere i grandi infiniti, poiché irraggiungibili. Però...