Parte 3° L'ODIO E LA VENDETTA

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Era una domenica mattina come tante e come al solito, Kathie sellò Iago e si allontanò fra i sentieri che dividevano i campi, ricchi di grano dorato, quasi pronto per la mietitura, dirigendosi verso il bosco. Al intanto, saliva sulla torretta per suonare e comporre un po', fino al ritorno della moglie per la colazione. I due piani sottostanti della casa erano ancora avvolti nel silenzio: non un rumore turbava la quiete delle stanze e dei corridoi. Nella camera degli sposi, nel lato sud, regnava il disordine del risveglio: il letto disfatto, i pigiami e le vestaglie gettati sulle poltroncine, le pantofole sparse sui preziosi tappeti, il dolce profumo della sposa un po' ovunque. Nella stanza di fronte i bambini dormivano ancora nei loro lettini, sognando fate, gnomi e folletti buoni. Johnny era un ometto di sette anni, bello, forte e generoso come ogni bimbo abituato fin dalla nascita ad una vita sana all'aria aperta. Da due anni frequentava la scuola pubblica della tenuta con notevole profitto. I capelli mori e ricciuti gli incorniciavano il bel visino, dai lineamenti dolci ma decisi,  che lo rendevano incredibilmente somigliante a Kathie e Al. Sul lettino accanto, la sorellina Thalia sorrideva nel sonno innocente e tranquillo dei suoi due anni. Era sana e robusta come il fratello, i suoi stessi capelli mori ma lisci, aveva ereditato i caratteri somatici del nonno paterno e dello zio Philip. Johnny aveva per la sorellina un'attenzione paterna e si sentiva responsabile per lei a tal punto che la seguiva, la proteggeva e pazientemente le insegnava le piccole cose della via. Thalia, dal canto suo, già a due anni aveva un'indole indipendente e ribelle ed occorreva tutta la pazienza dei genitori e del fratello per sopportare i suoi non pochi capricci. 
Il lato nord della casa era diventato un appartamento a sé stante, con salottino per ricevere, anticamera, studio, camera da letto e spogliatoio. Dalla nascita di Thalia, il lato nord con tutte le sue stanze, era diventato l'appartamento di lady Agatha Davis e la sua "corte" come chiamava i suoi servitori. Zia Agatha adorava immensamente i nipoti ed i loro figli ed aveva per Al una stima, una fiducia ed un affetto maggiori di quelli provati da una madre per il proprio figlio. In quattro anni di matrimonio aveva assistito alla metamorfosi di Kathie che aveva reso la giovane più viva. Era diventata una donna più serena che finalmente aveva conosciuto l'amore, quello vero, di un marito dolce e comprensivo. Consapevole di questo sentimento reciproco, aveva deciso di diventare madre e dare un figlio a quell'uomo che, con infinita pazienza e con tutto il cuore, aveva operato un miracolo. Quando ormai credeva che la vita non le avrebbe riservato altri affetti oltre a Johnny, era arrivato Al e poi Thalia.
Al era un padre affettuoso e generoso con i suoi figli che lo adoravano, soprattutto Johnny che ne seguiva l'esempio. Anche Kathie era piena di attenzioni per i suoi bimbi, ma verso Thalia aveva una maggiore severità, dovuta al carattere ribelle della figlia. Johnny, invece, aveva per la sua mamma lo stesso amore protettivo che aveva per la sorella, mentre Kathie ed Al lo facevano sentire importante, un ometto e seguivano la sua crescita con orgoglio. Al era ben felice della sua famigliola e non rimpiangeva il trono perso perché, "... il valore degli affetti che posseggo, è decisamente maggiore a quello di un trono!" era solito affermare.

Gli affari andavano bene, era un'annata prospera per la famiglia: si festeggiava la promozione di Johnny. Quando Kathie fece ritorno a casa, si recò subito in camera dei figli per prepararli per la colazione. Si posero a tavola tutti insieme, con i due sposi a capotavola, zia Agatha alla sinistra di Kathie, Johnny alla destra del padre, Thalia alla destra della madre, sul suo seggiolone. Johnny non si attendeva niente di speciale per quella colazione, se non la prelibata torta alle amarene della zia. Quando i bambini se ne uscirono in giardino a giocare, Al e Kathie rimasero in silenzio.

- Cosa c'è? – chiese Al.

- E' la bambina. Mi preoccupa! È una piccola tiranna prepotente che le vuole tutte vinte. Dovremo faticare un po' per plasmare il suo caratterino! – sospirò Kathie.
- Ha solo due anni! Vedrai che cambierà! – la rassicurò Al con un sorriso.
Si alzò e la raggiunse, le sedette accanto e le prese le belle mani.

LA PRINCIPESSA  DEL LAGO di Stefania BocchettaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora