47th pt.1

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|prima parte|

Dopo aver lasciato l'ennesimo biglietto vicino alla tazza di Jungkook, Taehyung si mise a letto sperando di non essere ignorato ancora una volta.
Sinceramente non capiva la gelosia dell'altro, e non capiva nemmeno quel 'ti amo'. Perché lo aveva detto? anzi, scritto?

Lui era sempre stato innamorato perso di Jungkook, dal primo momento. Da quando si era presentato rispondendo all'annuncio dove Taehyung cercava un coinquilino. Da ormai tre anni.
Tre anni durante i quali la loro amicizia era cresciuta a tal punto da diventare fondamentale nelle loro vite.
Taehyung conosceva tutto di Jungkook, e Jungkook tutto di Taehyung tranne, ovviamente, l'insignificante dettaglio che qualunque cosa il minore facesse, Taehyung gli moriva dietro.
Taehyung aveva conosciuto la famiglia di Jungkook e viceversa.
Jungkook si era inserito perfettamente nel gruppo di amici di Taehyung e ne era diventato il Maknae, ruolo da prima appartenuto al coinquilino.
Taehyung sosteneva sempre e comunque la perfezione di Jungkook. Lo faceva quando erano soli e quando con i loro amici. Lo faceva perché era vero, era perfetto, perché ci teneva, era il suo migliore amico, e perché ne era innamorato, segretamente.

Solo Suga sapeva la verità sui sentimenti di Taehyung e aveva provato più volte a convincere l'amico a parlarne con Jungkook.
"E se non ricambia?", "E se mi rifiuta?", "E se smette di parlarmi? Se non vuole più essermi amico, io che faccio?". Queste erano le domande che Taehyung poneva in continuazione a Suga ogni volta che toccavano l'argomento.
"Ed è meglio non fare nulla?" gli veniva chiesto subito dopo.
"Preferisco amarlo in silenzio." rispondeva, con gli occhi fissi al maknae che se ne stava poco lontano con gli atri.

In questi tre anni Taehyung aveva avuto modo di imparare a conoscere l'altro, osservando e memorizzando ogni singola peculiarità del suo carattere e dei suoi modi di fare.
Sapeva che arricciava il naso quando era infastidito, si toccava la nuca quando era nervoso, si tortura gli orecchini quando mentiva e mordeva il labbro inferiore quando era imbarazzato.
Sapeva che quando Jungkook era triste il suo sorriso appariva finto e spento, ma non spariva. Sapeva anche che per fargli sputare il problema potevano volerci ore. Jungkook voleva sempre risolvere tutto da solo, e quando non ci riusciva si faceva mille paranoie prima di chiedere aiuto al suo hyung.
Sapeva che quando era arrabbiato era meglio lasciarlo solo. Di solito se ne aveva la possibilità per calmarsi andava in palestra o a correre.
Lo sport, la danza in particolare, era una delle sue passioni più grandi. Insieme alla musica, due dei suoi migliori talenti.
Taehyung sapeva anche che era un adulto con la mentalità di un bambino. Bastavano le piccole cose a renderlo felice, e Taehyung poteva vantarsi di averlo reso felice un sacco in tre anni.
Sapeva che per rilassarsi ascoltava musica e disegnava. Era portato anche nel disegno.
Non c'era cosa al mondo che non gli riuscisse bene.
Una delle cose che gli riusciva meglio era, secondo Taehyung, fargli esplodere il cuore. Perché Jungkook faceva un numero incalcolabile di cose che facevano accelerare il battito del suo coinquilino e lo facevamo innamorare ogni giorno di più.

Da tre mesi a questa parte Taehyung aveva ricevuto una promozione e Jungkook accettato un secondo lavoro. Ciò aveva sottratto ai due molto del loro tempo.
Taehyung partiva la mattina presto, tornando a metà pomeriggio o alla sera; mentre Jungkook si alzava con o dopo Taehyung, tornando quando la sera tardi, quando a notte fonda.
Erano quindi scomparse le loro cene, cucinate e mangiate insieme, le loro serate davanti alla TV, i loro weekend in montagna, al parco divertimenti, sulla spiaggia.
Quando avevamo iniziato a fare degli straordinari nel fine settimana erano scomparse le colazioni al bar con gli altri la domenica mattina, le serate in discoteca il sabato.
Non si parlavano quasi più, non si rilassavano o scherzavano insieme praticamente mai, non bastava il tempo.
Taehyung aveva iniziato a sentirsi molto
solo, troppo. Non poter più rendere felice la persona che amava era un peso troppo grande a cui sottostare. E quindi aveva avuto l'idea dei bigliettini.
Aveva combinato una delle più solide e durature abitudini di Jungkook con un'idea carina, che sperava lo facesse sentire amato.
E così era stato.


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🌸Più tardi metto la seconda parte🌸
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