Non ti fidare

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Ci fu un momento di esitazione da parte di Petrus. Teneva nella mano tremolante il freddo acciaio della pistola raccolta con tanta fatica; la teneva puntata contro all'uomo di fronte a lui, nemmeno leggermente impaurito della situazione. Continuava a tenere le grosse mani intorno al collo della ragazza, ormai nel limbo tra la morte e la vita.

Una goccia di sudore scese sulla fronte del moro, seguita da un'altra e un'altra ancora. Gli occhiali si erano leggermente appannati, la temperatura del proprio corpo scese, tanto che la pelle prese un colorito biancastro.

Si era fatto coraggio ed era uscito fuori dal suo nascondiglio, prendendo la pistola che era caduta per terra e con coraggio e un briciolo di pazzia si era messo di fronte all'uomo, che per comodità chiameremo Frank.

-Ma cosa pen...-la voce dell'uomo appartenente ai Ronnin fu fermata dal rumore assordante dello sparo.

Petrus per farlo stare zitto sparò in aria un colpo, che rimbombò nel silenzio tranquillo della sera. Si tolse gli occhiali ormai appannati completamente e li posò sul capo, impigliandoli nel capelli castani.

-Lasciala...a terra...!-gli ci volle alcuni instanti per riuscire a parlare.

Come risposta Frank iniziò a ridere sarcastico.-Torna all'asilo ragazzino...-strinse le mani più forte intorno al collo di Marinette, che iniziava a non dare più segni di vita.

Il ragazzo strinse i denti, irrigidì ogni muscolo del corpo e in preda all'ira più totale sparò...senza pensare. La per colpa della mano tremante sbagliò mira, andando così a colpire il muro di un edificio.

Frank lasci cadere Marinette per terra, ed estraendo la sua di pistola; provò a uccidere Petrus, ma il proiettile di puro oro si piantato nel cranio dell'uomo, salvando così il ragazzo.

Quando il cadavere cadde a terra, completamente morto, solo allora, Petrus si girò. Due ragazze, basse entrambe, parlavano tranquillamente, o almeno: un parlava e l'altra ascoltava, scocciata e con sguardo freddo. Entrambe aveva un distintivo, chi sul petto chi intorno al collo.

La prima aveva una bellezza che colpì Petrus, tanto che si dovette mettere gli occhiali per accettarsi che fosse reale. Non tanto alta, ma tonica e prosperosa. I capelli erano di un colore assai diverso da tutti gli altri; bianchi con le punte di un rosa pastello...quella combinazione piacque assai al giovane membro dei Saints.

La ragazza prese in mano il distintivo che teneva attorno al collo e ci parlò, come se fosse un telefono.-Capo, l'obbiettivo è stato freddamente ucciso.-

Dopo diversi secondi arrivò una risposta, che però Petrus non sentì. Intanto che l'albina si consultava con il capo, la seconda ragazza, anch'essa bassa, sui 1.60, dai capelli lunghi e mori e due occhi marroni forse troppo freddi si avvicinò al corpo di Marinette. Gli posò sue dita sul collo così da accertarsi se fosse morta o meno.

-Chi siete?-chiese Petrus avvicinandosi alla ragazza mora.

L'albina ringraziò il capo e con tranquillità raggiunse l'amica.-Mizuki Ikeda.-si presentò lei sorridendo.-Lei è la mia compagna, Neavia Zeno.-aggiunse.

Petrus non era completamente sicuro della sincerità della ragazza, tanto che, con la coda dell'occhio esaminò lo strano distintivo che portavano entrambe: Stag.

Aveva già sentito quel nome, ma non si ricordava molto bene dove, ma era convinto di averlo sentito.

La mora, il cui nome era Neavia, si alzò, dopo aver esaminato attentamente il corpo di Marinette.-Tutto ok, è solo svenuta.-così come il suo sguardo, anche il tono di voce era freddo, chiuso come se non volesse far trapassare alcuna emozione.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 12, 2017 ⏰

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