Capitolo 3

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Sto malissimo, mi sento osservata e vedo gente che mentre mi guarda bisbiglia con il suo vicino.

Ma perché nessuno si mette nei
panni di una ragazza senza madre da quando aveva 17 anni, con il padre che diventerà una seconda volta padre grazie alla sua collega?

E come se non bastasse si aggiunge anche il tizio dei messaggi.
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"Ma che dici? Mio padre non farebbe del male a nessuno.
Perché ce l' hai con lui? " rispondo al messaggio.
"Tu sei ancora piccola per capire...
Ma credimi che mi rivendicherò di lui. Non dimenticherò mai quello che mi ha fatto"risponde lo sconosciuto.
"Che ti ha fatto mio padre? E soprattutto chi sei?" domando.
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A differenza di prima, ora non risponde al messaggio.
Ci rimango molto male.
Perché non mi dice tutto e la faccio finita? Anzi, lui la fa finita perché io non centro niente.

Ho paura che non mi abbia risposto perché è andato a "vendicarsi" di mio padre.

"Cos' hai fatto" la voce squillante della mia amica mi fa tornare la mente alla terra.

"Mi sono arrivati dei messaggi da un numero sconosciuto" le mostro il telefono e lei legge la conversazione fatta pochi minuti fa con il "Vendicatore".

Non so proprio cosa fare, sono veramente preoccupata per il mio papino" aggiungo.

Serena distoglie gli occhi dal telefono per guardarmi.
"Mi dispiace veramente tanto. La miglior cosa che potresti fare in questo momento è provare a chiamare tuo padre per avere delle spiegazioni. Non avrei un'altra idea" mi suggerisce.

"È questo il problema! Mio padre è in COMA!!" rispondo ovvia.

"Allora chiedi a tua mamma"
Jess continua a tentare di trovare soluzioni. Ma non ha ancora capito che non c'è niente da fare.

"Mia mamma è morta un anno fa"
Che vita di merda.

"Oh mi dispiace davvero tanto"

Non piango perché le mie lacrime sono già finite da stamattina quando mi ha chiamata il dottor Rami.

La gente ha già ripreso da un pezzo a chiaccherare, mangiare e leggere giornali.

Insomma la loro vita quotidiana...
Quella che io non ho.
Non è che io non mangio o non sfoglio un giornale, ma passo più della metà del mio tempo a pensare, rivivere il giorno in cui ho visto il cadavere di mia mamma mentre tornavo da scuola felice che mai per rivedere il sorriso della mia mammina stampato in faccia.

La polizia dice che si è suicidata bevendo una bottiglia di candeggina.

Ma io non ci credo affatto anche se ho visto la bottiglia fra le sue mani congelate e bianche.

Non è che non ci credo del tutto. Mi domando come possa una madre, specialmente la mia, a suicidarsi senza alcun motivo.

Prima che lei morisse io, lei e papà eravamo una famiglia speciale.

Io uscivo con i miei amici, andavo alle feste con Aghata e altre ragazze, facevo ogni weekend shopping...

Mio padre lavorava, tornava a casa e spesso portava me e mamma fuori a cena, ci riempiva di regali.

Mia mamma mi insegnava l'arabo, mi aiutava a fare i compiti quasi ogni sera, giocavamo, cucinavamo e quasi mai litigavamo.
Delle volte usciva con me e Aghata in discoteca.
Lei era tutro per me, oltre ad essere mia mamma era la mia miglire amica.

Ed è semplicemente per questo che io credo che lei non si sia suicidata.

Io e Jessica ci scambiamo i nostri numeri di telefono e andiamo a casa.

Mentre camminan nel marciapiede sento il rumore dei passi di qualcuno.

Mi giro e quasi apro la bocca per lo stupore.
Il moro mi sta inseguendo e quando mi sono girata di scatto quadi mi è venuto addosso.

Non si muove dalla sua posizione ma semplicemente mette le mani nelle tasche dei jeans neri strappati che fanno travedere le ginocchia e mi fissa.

Dopo un po' finalmente decide di parlare "Ti sei paralizzata dalla mia bellezza per caso? "

Ha ha ha!
Pensa che mene freghi qualcosa di lui!
Voldire che non mi conosce affatto allora se pensa che io vada a sbavare dietro a chiunque mi passi accanto.

"Certo che no, sei tu che mi insegui da prima" mi difendo

"Non è vero, io sto semplicemente andando a casa"si giustifica.

Mi giro senza aggiungere altro.
Decido di andare per la mia strada fregandomene completamente di quello stronzo dietro a me che ha ripreso a camminare a sua volta.

Anche quando salgo le scale del mio appartamento sento dei passi pesanti dietro a me, infatti quando mi giro lo vedo distante da me neanche 3 scaline.

Menomale che prima mi aveva detto che non mi inseguiva.

Ed eccolo ora nelle scale del mio appartamento.
Non so che cosa li frulli in quella testolina ma di certo non gli avrei permesso di entrare in casa mia.

Qualunque fossero le sue intenzioni. Sia chiaro.

Finalmente giungo al terzo piano,
ovviamente inseguita da lui.
Infilo le chiavi pronta ad entrare rapida e chiudermi dentro.

Indovinate lui cosa fa!!!

Pazza di teDove le storie prendono vita. Scoprilo ora