La spada della guerriera Coraline sudava del sangue viola. 


Ogni creatura di quella Terra dimenticata dagli dei era caratterizzata da dei colori diversi di sangue. Gli antichi libri, scritti dai saggi Gutys dell'est, ci forniscono un'accurata ricerca sulle varie colorazioni dovute alle principali classi di appartenenza. 

Il sangue degli uomini è di un rosso granata, propensi alla guerra e alla distruzione. 

Il sangue delle fate mutaforma è verde, abili nel trasformarsi in vegetali o animali. 

Il sangue degli orchi è nero, privi di felicità. 

Il sangue dei maghi è viola, praticanti delle arti magiche. 

Infine, il sangue degli Elfi è opalescente, abili guerrieri, curatori, governatori. 

Il sangue delle creature minori era un ibrido fra le diverse tonalità essenziali, ad esempio il ninfe dei fiumi, come le fate, hanno il sangue verde ma con qualche tonalità tendente al blu. 


Il peso dei miliardi di cadaveri dei combattenti gravava su quel campo che un tempo, non molto lontano, doveva essere un meraviglioso prato ricco di alberi sontuosi. 

Quei corpi senza vita, la puzza del sangue ancora caldo non suscitavano neppure un cenno di compassione o tristezza nell'animo della guerriera. 

Dal suo sguardo gelido non trapelava nulla, neppure stanchezza per la battaglia, solo odio e malvagità. 

La donna, fiera con la sua spada vittoriosa in mano, salì in sella al suo cavallo, probabilmente un puro sangue dalla chioma lunghissima, e si incamminò verso il castello del Re Arvedui.





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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 06, 2017 ⏰

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