capitolo 4

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"signorina ehm, come si chiama?".
"Margot".
"Margot, posso darti del tu?".
"Si".
"Siamo pronti ad ascoltarti, quando ti senti pronta, inizia pure a raccontare ciò che ti è successo".

Gli sguardi dei poliziotti erano tutti rivolti verso Margot. I singhiozzi di sua madre la raggiungevano dalla stanza di fianco.

"È solo una bambina"- urlava in lacrime.
"Signora non si preoccupi, non ha nulla da temere, dopo quello che è successo questa notte ogni dettaglio è importante, la prego". Fece una donna in divisa per tranquillizzarla.

"Qualcuno sa dove si è cacciato il vice sceriffo Sanchez?" Chiese lo sceriffo Wilson a gran voce.

L'uomo era abbastanza corpulento, alto più di chiunque altro all'interno della stanza, tanto che anche se qualcuno non avesse notato la spilla da sceriffo sul suo petto, comunque sarebbe riuscito a capire chi fosse il capo in quell'ufficio. In effetti non portava la spilla, o per lo meno non in quel momento. A Margot sembrò quasi un gesto di umiltà dello sceriffo, che probabilmente preferiva trattare i suoi colleghi alla pari.

"Ha appena chiamato e la informa che sarà qui a momenti"- fece un agente di colore.

"Dannazione, non si può fare mai affidamento su di lui"-aggiunse lo sceriffo, e subito si affrettò ad avviare il registratore. Adesso tutti pendevano dalle labbra della giovane ragazza.

"Io-io sono uscita di casa durante la notte" - esordì.
"Come mai hai deciso di uscire di casa così tardi?- la incalzò lui.
"No-non riuscivo a dormire" si giustificò Margot.
"Ricordi più o meno che ore fossero?" Aggiunse lo sceriffo.
Inizialmente Margot scosse piano la testa. "Le 2, credo".
"Quindi tu uscendo ti sei diretta verso il bosco"
"S-si"- disse Margot con la voce rotta da un singhiozzo.
"Ok Margot, hai notato qualcosa di strano nella casa dei signori Morgan quando l'hai vista?".
"La luce.. la luce era spenta prima, poi quando sono tornata invece era accesa"
"Sei entrata dentro casa?"
Margot negò debolmente. Un nodo alla gola le stava strozzando le parole.
"Hai notato qualcos'altro?" Aggiunse lo sceriffo.
Margot negò nuovamente. Non aveva la forza di raccontare l'episodio del bosco, era spaventata, e la cosa che le sembrò giusto fare fu tacere l'accaduto.
"Solo un ultima cosa, come hai fatto quel brutto taglio al braccio?"
"C-correndo nel bosco"
"Da cosa correvi?" La incitò l'uomo, con fare rassicurante e curioso.
"Credo ci fosse qualche animale"
"Grazie cara"- concluse lo sceriffo.

La porta si spalancò ed entrò un uomo sulla cinquantina con la fronte imperlata di sudore.
"Mi scusi sceriffo, appena ho saputo l'accaduto mi sono precipitato in ufficio".
"Sanchez, per dio, si dia da fare! Questa notte due anziani della nostra contea sono stati trovati assassinati nella loro abitazione, le sembra l'occasione per perdere tempo?" Urlò lo sceriffo Wilson, una vena gli pulsava sulla tempia e subito dopo passò la mano sui baffi grigi con fare rabbioso.

"Mi scusi signore" fu la risposta.

"Mettiamoci subito al lavoro, raccogliete ogni informazione dalla signora Baker, è Lei che ha fatto squillare il telefono del centralino di polizia questa notte quindi sicuramente avrà molto da raccontarci!"- ordinò lo sceriffo ignorando le scuse del vicesceriffo Sanchez, dopo di ché si alzò e lasciò la stanza con un fascicolo di documenti in mano.

Il tesoro di MargotDove le storie prendono vita. Scoprilo ora