capitolo 5

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I fatti accaduti nelle ultime ore avevano catapultato Margot in un pianeta parallelo contemporaneamente a realtà e finzione, così vicino ai due mondi da rendere impossibile riconoscere la fine di uno è l'inizio dell'altro.
La notte aveva lasciato spazio alle prime scie luminose che iniziavano a colorare il cielo preannunciando l'imminente arrivo del sole. La cittadina di Rockford iniziava a svegliarsi e con essa anche i suoi tranquilli ed  ignari abitanti.

Margot non aveva chiuso occhio, aveva passato la notte alla polizia e adesso attendeva la madre seduta sull'erbetta nel parcheggio. I lunghi capelli rossi sfioravano il suolo, aveva deciso di lasciarli crescere ormai da tanto tempo incurante di tutte le attenzioni che richiedevano per essere portati sempre lisci e ordinati sulle spalle.
Infilò la mano nella tasca ed estrasse un portafortuna. Era un piccolo oggetto risalente all'estate di due anni fa: Marcus, un suo inseparabile amico e coetaneo aveva fedelmente riprodotto una  piccola copia della ragazza intagliandola sul legno e gliela aveva lasciata come segno d'amicizia prima della sua partenza. Qualche giorno dopo Marcus si sarebbe trasferito a New York e quell'occasione fu l'ultima in cui i due si videro. Marcus era il nipote dei Morgan, dalla parte della madre, chissà come avrebbe preso la notizia della morte dei nonni.
Il pensiero la fece sentire estremamente sola.
"Quanto vorrei averti qui proprio adesso" pensò.
Avrebbe voluto fumare una sigaretta ma la madre sarebbe uscita a momenti e dopo tutto darle un ulteriore dispiacere non era il massimo delle ambizioni.

Nel frattempo la sua mente veniva assalita dai dubbi più atroci.
Cercò di fare mente locale sui fatti accaduti.
Per quanto aveva capito dalle parole dello sceriffo e degli altri agenti, i signori Morgan erano stati assassinati la scorsa notte, uccisi all'interno della loro stessa casa con una violenza inaudita: il marito in salotto, era stato trovato accasciato al suolo steso sopra i vetri di un antico tavolino andato in frantumi. Riportava una serie di fratture sul cranio come se fosse stato colpito ripetutamente e con violenza, il volto sfigurato dalle ferite aveva quasi perso la sua fisionomia.
Una sorte altrettanto brutale era toccata alla signora Morgan, si trovava in cucina, era stata sorpresa mentre provava ad effettuare una telefonata di soccorso, ma il tempo non le era bastato. L'assassino l'aveva raggiunta e strangolata. La cornetta del telefono penzolava nel vuoto, il numero non era ancora stato inserito.
La polizia era stata avvisata dalla signora Baker, una donna sulla cinquantina, vedova, la quale abitava nello stesso viale di Margot, alcune decine di metri più avanti. La casa aveva un ampia visuale sulla collina, e quindi anche sulla casa dei Morgan.
Pare che il figlio della signora, Chris, un ragazzo di 19 anni che viveva insieme alla madre avesse visto una figura dal volto coperto uscire dalla casa dei Morgan nel cuore della notte per poi correre a perdifiato in direzione del bosco fino a perdersi al suo interno. Ipotizzando si trattasse di un furto aveva avvisato la madre la quale aveva tempestivamente chiamato i Morgan per accertarsi delle loro condizioni, ma avendo trovato il telefono occupato si era subito rivolta alla polizia.

"A quanto pare non sono l'unica ad aver visto quell'uomo" pensò Margot tra se e sé.
"Ma chi può mai volere la morte di due poveri anziani?".
Forse qualcosa le stava sfuggendo, doveva assolutamente parlare con Chris.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 17, 2017 ⏰

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