Capitolo 1

1.2K 69 22
                                    

Ed eccomi qui.

Sola.

Senza un padre ed una madre a proteggermi.
Non che molti ragazzi quaggiù li abbiano.
Ma loro non hanno passato ciò che ho passato io.

Mia madre, Hatsue, è morta davanti ai miei piccoli occhi e mio padre, Erwin Smith, mi è stato portato via poco dopo.
Non ho la minima idea del perché fu stato risparmiato ma spero sia vivo e che un giorno torni da me.

Non sono arrabbiata con lui e non gli do la colpa della morte di mia madre, vorrei solo abbracciarlo e combattere il dolore insieme.

Sono passati molti anni e non ricordo più il suo volto come lo ricordavo prima.

Io invece, con il mio, ci devo combattere ogni mattina.

Odio i miei tondi occhi verdi tendenti al azzurro, contornati da folti ciglia e da sottili e corte sopracciglia.

Mi ricordano lei.

Ed anche lui.

Poi il mio piccolo nasino all’insù.
Ricordo che mia madre ci scherzava su.

Le labbra sottili.
Praticamente le stesse con cui mia madre mi dava il bacio della buonanotte.

Tutto contornato da un viso rotondo e paffuto e dai miei lunghi capelli marroni scuro, a volte tendenti al grigio, che lisci ed ondulati verso le punte, facevano nascere anche un po’ di gelosia negli occhi di mia madre.

Ed infine la mia corporatura esile e snella con la mia altezza di circa un metro e settanta.
Di sicuro, differenzio molto da mio padre.

Per essere vissuta da sola, sono abbastanza timida ed introversa, a volte anche distaccata.
A volte però penso che mia madre non voglia vedermi ridotta in questo stato e cerco il modo di essere sempre un po’ più vivace; il che, tutto ciò, mi rende una persona molto misteriosa.

Ogni tanto mi cimento nel disegno.

Disegno sempre la stessa cosa.

Degli occhi.

Occhi blu come il mare.

Almeno un giorno spero di rivederli.

Ma oramai sono nove anni che combatto.

Non ne ho più la voglia.

Sono stanca di vivere.

Mi dirigo verso il tetto della casa più alta nelle vicinanze, senza farmi notare.

Penso a ciò che ho vissuto.
E sono felice di rincontrare la mamma.

Mi avvicino al bordo della tettoia.
“Da qui può andare” penso.

Libero la mente.
Nella testa ho solo il conto alla rovescia.

3

2

Sento uno strano rumore di un apparecchio.
Ed un ragazzo che lo usa per volare.

Si appoggia delicatamente al suolo del tetto.

-Non lo fare, non cambierà niente- dice con una voce monotona.

Intravedo in lui solo la figura minuta e degli occhi grigi, i più belli che io abbia mai visto.
Mi persi in lui per qualche secondo finché non risposi:

-Tu non sai cosa mi è accaduto e non hai il motivo di dirmi niente.-

Dopo poco vedo un accenno di sorriso nel suo volto e poi una risposta.

-Hai ragione ma una ragazza giovane come te ha ancora un mondo davanti.
Tu fai come credi.
Io volevo solo aiutare qualcuno, per una volta.-

Io per tutta risposta gli dissi:

-Mia madre è morta e mio padre mi è stato portato via.
Non ho nessuna ragione per vivere.-

Poco dopo lui avvicinandosi a me, rispose con aria superba:

-Anche mia madre è morta ma io sono ancora qui per lei.
Dovresti fare lo stesso pure te.-

E se ne andò.
Come fu arrivato.

Restai lì per svariati minuti finché decisi di tornare a casa.

Aveva ragione e mi duole dirlo.

Non ha senso farlo.

Mi dispiace.
Di tutto mamma.
Non ti ho recato onore.
Spero che tu mi voglia ancora bene.

Incido queste parole in un taccuino e mi addormentai.

Grazie ragazzo dagli occhi grigi.

Le Ali Della Libertà // Attack On Titan (COMPLETATA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora