Libera Universita' Autobiografia - Volersi bene male
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La Libera Università dell'Autobiografia è stata inclusa da Parte del Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca nell'elenco dei soggetti accreditati/qualificati per la formazione del personale della scuola. Gli insegnanti che frequentano la Libera possono quindi chiedere presso le proprie scuole permessi dal servizio a scopi formativi.
È possibile scaricare la lettera del Ministero
E questa è la comunicazione del Miur A questo link l'.
La Libera Università dell'Autobiografia in data 10 ottobre 2015 è stata accreditata dall'Ordine Assistenti Sociali - Consiglio Nazionale, alla organizzazione di eventi formativi destinati agli Assistenti sociali. E questa è la comunicazione dell'Ordine in Volersi bene male Volersi bene male
di Paolo Campogalliani
A volte, anche in situazioni del tutto normali, ci accade di percepire una profonda solitudine, di sentirsi isolati come pellegrini che percorrono un deserto. E questo ci tocca in modo ancor più doloroso, se ci sorprende in compagnia di affetti famigliari, o di amicizie frequentate da antica data. Quasi sempre preferiamo fuggire da questo sentimento, lo valutiamo una sorta di inganno, lo soffochiamo annegandolo in un mare di parole. Se però lo accogliamo, accettiamo una pausa di ascolto... allora, intorno a noi, scopriamo relazioni che ci chiedono uno sguardo nuovo e trasparente.
Camminando sull'argine del Bacchiglione, a volte capita che mi soffermo a osservare persone che procedono lontane da me, quasi profili disegnati sull'orizzonte. La distanza mi concede libertà nel mio immaginare, non c'è una realtà prossima e concreta a vincolarmi... Scorgo distintamente un padre con un bimbo, poco distante da loro una coppia ancor giovane. Mi sento invogliato a raffigurarmeli nel loro vissuto, e, un po' sorpreso, a pensarli partecipi di un bene autentico. Quel padre curvo sul piccolo sembra lo sospinga a incamminarsi negli anni verso la vita, sciolto dalla brama di legarlo a se, quella coppia poi è un po' diversa dalle altre, ha un modo di procedere che non tende a rinchiuderli nella loro festa, ma sembra invece aprirli verso il mondo, e anche verso il mistero del dolore del mondo. Un gioco insensato il mio, forse in parte crudele, indulgere a pensare il loro segreto, e che in loro si esprima un vissuto d'amore, quasi potesse raggiungermi un riflesso del loro calore...
Volersi bene.
Così, senza accorgermi, indulgo a riflettere su questa realtà, tra le quotidiane la più incompresa. Con le sue presenze e assenze, le sue ombre e luci, interroga tutta la nostra vita. Non ci sono recinzioni, non ci sono confini. Volersi bene, è lì la radice dell'albero della vita.
Può essere presente ovunque, è una modalità dell'essere. Anche tra appena conosciuti, anche tra sconosciuti a volte si accende questa luce, e non si tratta soltanto di stati d'animo, di emozioni di incerta consistenza, di quei lampi fugaci con cui colmare le esitazioni del nostro vivere.
Volersi bene ci espone nella parte più viva, ci espropria, ci toglie quella libertà egoista a cui siamo incatenati, ci lascia senza difese. È su questo che frequente si annida lo scarto, la ferita, il dramma taciuto, il nostro ritrarsi silenzioso che ci porta ad affrettarsi, lontano, sempre più, senza verità.
Sappiamo che il nostro bene è imperfetto, questo è normale, siamo umani.
Ma volersi bene lo percepiamo realtà troppo grande, va ridimensionata, va portata ad altezza d'uomo. Spesso va contro l'adattamento all'ambiente, all'ambiente della nostra esistenza.
Preferiamo volersi bene male.
Preferiamo la frammentarietà delle tante amicizie, l'impegno lavorativo assillante, l'intrattenimento dell'attualità, la distrazione annoiata, il docile conformarsi alla mentalità dominante. Preferiamo il calore del nostro infantilismo, della cura centripeta dei nostri bisogni, delle nostre fragilità. Preferiamo il volersi bene relegato nei vicoli chiusi del nostro piccolo clan, le relazioni-proprietà che si fanno ragnatela, malattia
Volersi bene male è più pratico.
L'altro lo inseriamo tra le nostre esigenze, affettive, psichiche, di contatto fisico, di sicurezza, le nostre esigenze esistenziali. In un vissuto senza unità, lo adattiamo a noi, a tutte le nostre paure. E le insincerità del nostro profondo ci aiutano.
La vita dell'altro, sì, ma per quel tanto che non si sia distolti troppo dalla propria. Le sue gioie, i suoi progetti, le sue ferite, ma sì, si pensa di saperlo comprendere, consigliare, incoraggiare, ma in modo pratico.
Volersi bene male, preferiamo vivere in questo nostro microcarcere.
A volte, quando si è sorpresi da una pausa, in solitudine, accade di sentire accostarsi, alle spalle, una presenza, non richiesta, forse dimenticata. La presenza di un'assenza, una voce, un sorriso, uno sguardo che ci sembrano estranei, ci ferisce, s'intravede l'ombra di un rimorso, non si può ascoltarla, occorre difendersi , che ne sarebbe del nostro equilibrio?
È proprio lì, in solitudine, che può rendersi visibile la radice dell'albero della vita.
Volersi bene male.
Sentiamo che sotto c'è una sorta di tradimento, a volte percepiamo una vita che sfugge. Ma preferiamo una vita governabile, pratica, calcolata, a tutela della nostra libertà neutrale indifferente, sono già grandi le nostre fatiche e difficili le quadrature delle nostre giornate. Stiamo lontani dal silenzio, dalla solitudine, dalla concentrazione, lì c'è sempre il rischio che si profili qualcosa che trascende la nostra vita confinata, che lasci intravedere l'essenziale, e che alteri l'equilibrio.
Il sole è ancora un tratto sopra ai colli. In un volo ritmato, senza scarti, passano alti alcuni gabbiani, uniti.
Di nuovo con lo sguardo a cercare lontano, quel padre con il bimbo è scomparso, scorgo la coppia che s'attarda ad attendere il tramonto. Quella coppia davvero mi interroga, si tengono per mano senza afferrarsi, si intuisce tra loro un'intesa senza parole, trasparente, sembra quasi voglia aprirsi senza confini alle voci e ai silenzi dell'uomo. Una fantasia la mia?
Passa alto un ultimo gabbiano staccato dallo stormo, nelle ombre della sera si è fatto appena visibile il profilo dei monti. Mi affiora insistente il ricordo del mio camminare lungo i sentieri faticosi e incerti di quelle creste sfumate di lassù.
La fotografia è stata reperita in rete ed è di
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Microtrascendenze
Short StoryCol titolo "Le Microtrascendenze" ci si riferisce ad alcuni brevi racconti in cui sembra si possa spezzare la routine di una vita dove non si sa più volare. Una vita in cui tutto sembra diventato funzionale ad uno scopo preciso e concreto, senza p...