Col titolo "Le Microtrascendenze" ci si riferisce ad alcuni brevi racconti in cui sembra si possa spezzare la routine di una vita dove non si sa più volare. Una vita in cui tutto sembra diventato funzionale ad uno scopo preciso e concreto, senza p...
La Libera Università dell'Autobiografia in data 10 ottobre 2015 è stata accreditata dall'Ordine Assistenti Sociali - Consiglio Nazionale, alla organizzazione di eventi formativi destinati agli Assistenti sociali. E questa è la comunicazione dell'Ordine in Home Libera Università dell'Autobiografia Paolo Campogalliani - Penombra
Alcune pause di riflessione nella nostra quotidianità e ci sorprendiamo a riflettere sulla realtà della nostra vita. E a volte questa ci appare confusa, difficile da comprendere. Ci interroghiamo allora, sperando di scorgere un po' di luce. Una luce nuova tuttavia, poiché c'è sempre la solita luce. Quella che sembra indurci a guardare in modo passivo, succubi di un chiarore dominante che tutto appiattisce, tutto uniforma. E niente permette di vedere di quanto cerchiamo. Come fossimo abbagliati dai mille flash, che costituiscono questo chiarore dominante che rende incapaci di discernere le cose intorno. Come le mille voci, che costituiscono quel rumore perenne che impedisce di ascoltare le voci intorno. Cerchiamo allora un po' di silenzio, un po' di penombra. A volte, per qualche motivo imprevisto, questo chiarore si attenua temporaneamente. Tutto appare trasformato al nostro sguardo senza che di fatto sia mutato niente. Piuttosto è il mondo intorno che sembra organizzarsi in un disegno diverso, secondo diversi profili. Liberati da quell'inquinamento luminoso, si intravedono zone in penombra in cui rintracciare realtà essenziali, prima invisibili. E finalmente riusciamo a scorgere il cielo stellato, quel cielo che, da sempre, fa da guida al cammino dell'uomo.
E' pomeriggio avanzato, da tempo cammino sull'argine del fiume. C'è un vento freddo che rende particolarmente limpidi i profili dei colli e dei monti. Sono poche le persone che si scorgono sulle due sponde. D'un tratto riconosco la persona che sto per incrociare, un ricordo improvviso, è un amico di tempi lontani. Un'amicizia perduta, un conversare sbiadito nello scorrere di tanti anni senza contatti. Da quanto tempo non ci incontriamo? Una domanda che nessuno di noi due proferisce, resta sospesa nel nostro scarno dialogare. Le parole scambiate non hanno rilevanza, pronunciate tra silenzi frequenti ma egualmente accoglienti. Mi tornano alla mente luoghi familiari di un passato lontano, da tempo non più visitati, divenuti essenziali al nostro paesaggio interiore. Siamo due sconosciuti, lo comprendiamo, e ricercare insistenti nel passato quel mondo condiviso che ci univa in una calda amicizia, può voler dire, lo intuiamo, non aprirsi a un presente che ci colloca lontani e diversi. Di sfuggita ogni tanto, ci si interroga allo sguardo in un gioco un po' inquieto di riconoscersi e di non riconoscersi. Sembrano più importanti le pause del non detto, tutto quanto è taciuto, le nostre verità stanno in disparte come fossero in penombra. In ogni relazione, rifletto, si è pur sempre due sconosciuti.... E queste si fanno più vere se sanno affiancarsi alle nostre solitudini. Senza presumere di dissolverle con luci banali, ma approssimandosi, quasi uno sguardo in penombra fatto di ascolto. In una luce tenue e chiara di prossimità e distanza, in cui sembra affiancarsi uno sguardo in penombra fatto di ascolto. Improvviso un saluto, con parole che si perdono in folate di vento sotto un cielo che già annuncia la notte. In ogni relazione, comprendo, anche in quelle più prossime e frequentate, si intuisce in penombra la domanda, da quanto tempo non ci incontriamo? Paolo Campogalliani
