Il più matto dei matti - Alice in Wonderland

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Saluto il Cappellaio con un dolce bacio della Buonanotte e vado nella mia camera.
Una volta che mi sono coricata, chiudo gli occhi ma, nonostante abbia molto sonno, non riesco ad addormentarmi subito. Penso a Tarrant, penso a noi e a quel momento perfetto...
Ma, oltre a questo, continua a tornarmi in mente Willow, il suo sguardo prima inferocito e poi spiacente ma, in entrambi i casi, avvolto da una grande tristezza... Mi addormento con le parole di Malva che rimbombano nella mia testa "Certe ferite sono difficili da rimarginare..."

All'improvviso sono in una chiesa.
C'è un funerale, la gente è vestita di nero. Tra le persone, scorgo una bimba bionda che piange e accanto a lei c'è mia madre con lo sguardo perso nel vuoto. Sono io. Sono io quella bambina. Fisso la scena, incapace di reagire, e all'improvviso sento che tutto si capovolge.
Mi trovo nella casa del Cappellaio. Lui è davanti a me, il suo volto e i suoi capelli sono scoloriti, sta fissando un cappellino di carta, quel cappellino di carta, e piange, piange a dirotto.
Poi sento un ringhiare. Mi volto e vedo Willow che mi fissa con rabbia. Mi perdo nei suoi occhi nerissimi e cupi, mi sento come se mi stessi immergendo in essi. E ora sono nel buio totale.

Apro gli occhi e mi siedo, finalmente sono nella mia camera tranquilla a palazzo. Mi sento stordita e mi gira la testa. Il mio sonno è stato tormentato da sogni così strani...
È quasi l'alba e, mentre fisso il cielo che va rischiarandosi, rifletto sui miei sogni. Nella prima scena c'ero io da bambina, a un funerale. Probabilmente di mio padre. Nella seconda c'era Tarrant, che piangeva sull'oggetto che gli aveva ricordato la sua famiglia, un tempo perduta. E poi c'era la cagna carica di rancore, con l'animo ferito.
C'è un filo conduttore che percorre queste tre visioni: la perdita.
Erano scene cariche di tristezza, sempre innescata dalla perdita di qualcuno di grande importanza.

Certe ferite sono difficili da rimarginare