Eccolo li

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Sel:
partí per andare al supermarket,trovai le cose che mancavano e tornai in casa nel giro di cinque minuti.
Tay,mi aveva suggerito di andare all'aria aperta e cercare di smettere di rimanere in casa o in giardino,ma quel posto era così accogliente e in qualche modo mi faceva sentire bene,il profumo dei fiori entrava nel mio nado è senza accorgermene mi ritrovavo sempre con un mazzo di rose o iris,con cui facevo composizioni accettabili e che mi rallegravano.
"Il mio posto",era il portico;gli scalini scricchiolanti,la vecchia poltrona color glicine e il tavolo del medesimo colore ripitturato da me qualche anno fa,quando sentivo il bisogno di cambiamenti,e nel giro di due mesi ne erano avvenuti più di due anni.
Era tutto così strano,come se fosse avvolto da una nebbia che non faceva distinguere la realtà dal sogno,tutto era in verosimile e mi frustrava,così tanto che non riuscivo a tollerarlo.
Presi la mappa che mia mamma mi aveva lasciato,e vuotai il contenuto restante della busta;
un foglio stropicciato che ritenevo inutile si rivelò essere la probabile via per poter cambiare la realtà triste che aveva avvolto in negativo me.
Una mappa,che indicava nell'ovest della California una X.

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