Il mondo degli adulti

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Mi sono resa conto che quando mi parlano di "Mondo degli adulti", il mio pensiero corre subito alla parola "Lavoro" e in successiva "Responsabilità".

Tutti i miei coetanei fremono dalla voglia di diventare grandi e autonomi: vivere da soli, avere un auto, gestirsi da soli gli impegni; insomma essere indipendenti.

Io non voglio

La parola adulto mi spaventa, le responsabilità mi spaventano, e tutto ciò che questi due termini si portano dietro, mi intimorisce ancora di più.

Il lavoro, cosa significa per me lavorare?
Vendere la propria vita e avere in cambio la possibilità di vivere nella società, con tutti i pregi e i difetti che ne consegue.
Una persona lavora per poter guadagnare soldi e vuole quei pezzi di carta e quelle monete per permettere a se stesso un tenore di vita dignitoso, questo significa una casa, una famiglia, un giardino, un auto e così via fino alle più futili cose. Ma in realtà sono tutte solo apparenze.

Quando penso a un impiegato che lavora sette, otto ore al giorno per poi avere poche settimane (che forse sommate fanno un mesetto e qualcosa) di ferie in un anno, mi assale il vero e proprio panico: io non voglio!
Non sono disposta a sacrificare così trent'anni della mia vita solo per avere una misera illusione di star bene tra la società, non voglio dedicare il mio tempo a imparare a come adattarmi.

Adattarsi.
Ecco di cos'altro ho paura: di adattarmi e perdermi. Di diventare una macchiolina grigia in mezzo a un'enorme chiazza grigia quale è la società che mi appare davanti alla mente quando penso al fatidico Mondo degli adulti.
Per me crescere e diventare adulto significa anche diventare meno libero, perdere parte della propria libertà. Sembra una contraddizione se si pensa all'autonomia, di cui prima parlavo, che un ragazzo può acquisire diventando adulto, ma io penso alle responsabilità che nascono quando si diventa maggiorenni.
Indipendente dai genitori forse, autonomo nelle normali e abituali azioni di ogni giorno forse, ma libero un corno.

Me ne sono accorta con una stupidaggine: guardavo un bambino che saltava nel fango, sporcandosi tutto ma ridendo di gusto; ho pensato "E se lo facesse un adulto?" Tutti probabilmente penserebbero che sia matto o 'stupido' e inizierebbero a giudicarlo e additarlo.
La libertà di essere sé stessi, di non avere paura dei giudizi, di non doversi adattare a qualcosa per poter sopravvivere.
La libertà di essere umano.
Probabilmente sono un' anarchica e sicuramente ciò che vorrei è irrealizzabile; ma ho capito, a sedici anni, ho capito che io non diventerò quell'automa che tutti pretendono e non venderò così miseramente la mia vita. Troverò di che vivere, perché non posso fare altrimenti, ma con moderazione e soprattutto con il piacere di farlo.

// Ci pensavo da molto a sta cosa del lavoro, poi a scuola ho avuto un tema che chiedeva di esprimere la propria opinione riguardo il mondo degli adulti e BUM
tutta sta roba insomma.
Ovviamente ciò che ho analizzato è solo una faccia della medaglia e lo so, anzi tengo a precisarlo, ma in questo periodo vedo con più chiarezza questo lato e quindi so cosa dire a proposito.

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