IX CAPITOLO

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C'è bisogno di dire la prima cosa che faccio? Ovviamente, corro. Da quanto sto correndo? 30 minuti? Mi sembra un tempo infinito. Non è possibile! Quando sono entrato nella foresta, non ho percorso così tanta strada! Ormai vedo la vista annebbiarsi, non ce la faccio più. Sento che le gambe non mi reggono più. Mi sento già nelle grinfie di qualunque cosa avesse detto quelle parole con una voce così disumana. Non riesco più neanche a ricordare chi sono. Basta, non resisto più. Ora svengo. Però, certo che la terra è abbastanza comoda quando senti che stai per morire. Oh no, vedo una sagoma enorme che si avvicina, mi solleva e mi porta con se. Gli occhi mi si chiudono da soli ormai. Quindi è così la morte. Però, non è molto bello l'aldilà. E' tutto buoi. Aspetta, vedo una luce. E' così calda e allo stesso tempo fresca. Mi mette addosso una sensazione di sicurezza. Comincio a camminare verso essa. Come immaginavo, più mi avvicino, più mi sento meglio, ma sento uno strano presentimento, come se andassi dall'altra parte, poi starei meglio. Do retta alla mia coscienza, e vado nel buio più totale. "Oh, grazie a Dio stai bene!" E' Mohamed, che i abbraccia insieme a Ramon, Daphne ed Akira. "Cosa caspita è successo?" La domanda che porgo mi sembra più che lecita. E' Mohamed a rispondermi: "Ti ho trovato nel bosco, svenuto. Ho fatto la cosa che mi sembrava più naturale: ti ho raccolto e portato al campo e, arrivato qui, sei stato manovrato dalle mani esperte di Daphne che, avendo vinto in scienze, sapeva benissimo cosa fare." Guardo la ragazza e lei, annuisce con uno sguardo un po' triste. Mi domanda: "Quando Mo ti ha portato al campo, il tuo cuore sembrava molto affaticato ed eri tutto sudato. Ne posso dedurre che, prima di svenire, hai fatto una corsa estenuante. Puoi raccontarci cosa hai visto, se ci riesci?" Ella Madonna, la nostra Daphne, a quanto pare, oltre che saper fare la scienziata e la dottoressa, fa anche la detective. Provo a descrivere cosa ho sentito. "Quando ci siamo divisi per prendere la legna, ricordo di essermi addentrato un po' nel bosco e ho sentito una strana voce. Non sembrava ne profonda, ne acuta; non parlava ne veloce, ne lenta; ne alta, ne ridotta ad un sussurro, e disse..........

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