Capitolo 4

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Sono qui per te.
Questa frase continuava a rimbombare nella mente dello Slenderman. Voleva scacciarla, allontanarla e non vederla mai più. Aveva paura che lei gli stesse mentendo, nonostante una parte del suo cuore gli dicesse il contrario. Quella fragile ragazza era tornata indietro perché rivoleva la sua compagnia e lui non riusciva a capire il motivo di questa azione, anche se in parte lo sospettava.
É qui perché pensa che possa aiutarla? O perché crede di aver trovato qualcuno con cui condividere il suo dolore?
L'uomo smilzo non lo sapeva. Credeva soltanto che riuscisse un poco ad aiutarla, ma non capiva come. Si considerava un mostro e non avrebbe mai pensato di poter trovare qualcuno che lo capisse.
La guardó. Guardò quegli enormi occhi verdi che sembravano in grado di spogliarlo e di leggergli l'anima. Quegli occhi che non volevano staccarsi da lui e lo rendevano agitato. Di solito era lui quello che coglieva il turbamento di coloro che gli stavano davanti e, sempre lui, era capace di suscitare sensazioni come l'inquietudine. Mantenere quello sguardo non era per niente semplice.
Crystal, invece, era solamente felice di poterlo vedere di nuovo e, al contrario di quello che pensava lo Slender, ovvero di apparire debole ai suoi occhi, non sembrava aver notato le emozioni del suo amico che per lei era rimasto impassibile.

<<Hai intenzione di restare a osservarmi tutta la notte?>>

<<Certo che no!!>>

<<Allora che avresti intenzione di fare?>>

La ragazza si guardò intorno spaesata.

<<Mmmh... Che cosa fai di solito per divertirti?>>

<<Divertirmi?>>

Ripeté la parola con il tono di uno che pare non l'abbia mai sentita in vita sua.

<<Oh mamma... Ecco, per passare il tempo.>>

<<Mi nascondo tra gli alberi e vago nel bosco.>>

<<Che palle!! Questo tutti i giorni? Ma non ti annoi?>>

L'altro scosse la testa. La ragazza sospirò e lo fissò contrariata.
Davvero faceva solo quello? Doveva essere proprio una vita noiosa la sua. Per forza dopo uccideva la gente, almeno faceva qualcosa di diverso.

<<E c'é un posto in questo luogo assurdo e raccapricciante in cui vai più spesso?>>

A quelle parole lo Slender si drizzò e sembrò guardarla con interesse.

<<In effetti, sì!>>

<<E cosa fai ancora qui?>>

L'altro si voltò e sembrò borbottare qualcosa come "Ma chi si crede di essere?", mettendosi poi a camminare seguito da Crystal.
Nessuno dei due emise un suono, mentre si dirigevano chissá dove, e non sembravano volersi nemmeno guardare. Quell'assordante silenzio veniva rotto solo dai passi della ragazza, poiché pestava i rami degli alberi caduti spezzandoli e infastidendo l'uomo smilzo.
La ragazza si chiese come mai l'altro non facesse rumore camminando, ma non era granché importante. Non voleva saperlo.
Lo Slender si fermò all'improvviso e Crystal rischiò quasi di andargli addosso.

<<Ehi!! La prossima volta avverti quando hai intenzione di fermarti, Slendy.>>

<<Io faccio quello che mi pare e non chiamarmi così. Te l'ho giá detto, ragazzina.>>

<<Sì, sì, pensala come vuoi...>>

Si tolse da dove si era fermata, poiché la vista della schiena di quel tipo non la affascinava granché e gli si mise di fianco. Guardó dritta davanti a sé e aprì la bocca dalla sorpresa.
Un'altissima cascata si stagliava di fronte a lei e finiva in un laghetto abbastanza grande sollevando spruzzi d'acqua e producendo un suono alquanto rilassante.
Chissá perché prima non l'avevo sentito.
I suoi occhi si accesero di meraviglia davanti a quel paesaggio illuminato dalla luce della pallida luna, che si rifletteva sulle calme acque vicine alla riva.

<<Sono venuta tante volte nel bosco, ma non ho mai notato la presenza di questo laghetto, né tantomeno ho sentito il rumore di questa cascata.>>

Sorrise contenta.

<<Forse perché si trova in una zona troppo difficile da raggiungere.>>

<<Non dire cazzate. Ho perlustrato in lungo e in largo questo posto.>>

L'altro scosse la testa.

<<A quanto pare non é così. Non hai guardato nemmeno la strada che abbiamo percorso, troppo presa a osservare i tuoi piedi.>>

Crystal alzò gli occhi al cielo.

<<Finiscila di fare il sapientone, Slendy.>>

Calcò l'ultima parola. Lei sapeva quanto quel nomignolo lo infastidisse, quindi avrebbe continuato a chiamarlo così ogni volta che avessero iniziato a litigare.
Lui si girò nella direzione della ragazza e incrociò le lunghe e ossute braccia.
Il cuore di Crystal perse un colpo.

<<Lo sai che volendo posso trapassarti da parte a parte in un secondo... Vero?>>

<<Sì, ma sono sicura che non mi faresti mai del male.>>

Il suo volto si illuminò con un enorme sorriso di sfida mentre si girò a osservarlo.
L'altro non rispose e si diresse verso le sponde del laghetto, sedendosi poi per terra.
Lei lo imitò.

<<Allora... Slender... Non trovi triste stare da solo nel bosco tutto il tempo?>>

Lui, in veritá, non si era mai posto nessun problema a stare senza una compagnia. Non amava le persone. Aveva solo voglia di vivere il suo dolore senza che nessuno venisse a innervosirlo. Gli altri lo infastidivano e credeva che fossero tutti dei falsi e dei corrotti. Sapeva per esperienza che tutte le persone che si avvicinavano a lui lo facevano solo per ucciderlo o catturarlo ed esporlo da qualche parte scrivendo sopra un cartello "Lo scherzo della natura per eccellenza", appendendolo al suo collo.
Aveva ucciso tutti quelli che gli erano capitati sotto tiro. Uomini, donne o bambini, lui non si faceva scrupoli, né tantomeno aveva sensi di colpa. Amava il sangue e spezzare le ossa persino agli animali.
Un mostro, ecco cosa pensava di se stesso. Un mostro incapace di intendere e di volere che uccideva gli altri per paura e per cercare di ritrovare il figlio che aveva perso in quel maledetto incendio. Un incendio che gli aveva portato via tutto, anche la moglie.
Quando trovava bambini persi nel bosco li spediva in Paradiso, poiché nessuno di questi assomigliava al suo.
Il punto era che stare da solo era l'unica cosa che potesse fare.

<<No.>> rispose infine <<Non lo trovo triste. Questo é il mio destino.>>

Il viso di Crystal si corrucciò in un'espressione delusa.

<<Quindi non sei felice che io sia qui?>>

Quella domanda sorprese molto l'uomo smilzo che rimase senza parole.
Certo che era felice che lei fosse lì, altrimenti l'avrebbe uccisa senza pensarci due volte. Peccato che ancora non capisse come avesse potuto affascinarlo così tanto.

<<Sì che lo sono!>>

Sul viso della ragazza comparve l'ennesimo sorriso. Un sorriso che lo Slender, per un certo senso, apprezzava.

<<Allora posso restare con te?>>

Crystal lo rendeva sempre più meravigliato. Ogni volta che apriva bocca usciva qualcosa di nuovo, qualcosa capace di non lasciarlo indifferente.

<<Perché vorresti restare con un mostro?>>

Lei gonfiò le guance indispettita.

<<Tu non sei un mostro!>>

L'uomo smilzo di scatto si mosse a fissarla, stupito per l'ennesima e certamente non l'ultima volta.

<<Come fai a dirlo? Io uccido la gente, la squarto e la riduco in brandelli. Non posso essere buono né qualcuno da rispettare.>>

Lei lo squadró.

<<Ma non hai ucciso me.>>

Lui non seppe che rispondere. Si rigirò verso la cascata e avvicinò le lunghe gambe al suo corpo poggiando le mani per terra dalla posizione incrociata che aveva assunto prima.
Crystal lo imitò ma avvolse le gambe con entrambe le braccia appoggiando la fronte fra le ginocchia.

<<Tu non sei cattivo.>>

La Ragazza che sussurrava allo SlendermanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora