Gilda

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Molte volte si è chiesta cosa volesse dire la parola 'gilda', ma ancora non aveva trovato un'equivalente. Certe volte, come quel giorno di primavera di molti cicli fa, pensava che era un altro modo per dire 'proprietà'; altre volte, come quando si riunivano insieme a pranzare, le pareva che volesse dire 'famiglia'. Certe volte, quando ballava al ritmo delle campane e dei tamburi, credeva fosse la sorella di 'libertà'.
-Lucy! Smettila di sprecare tutto il rossetto!-, si lamentò la sua collega di lavoro Levi. Come al suo solito, la sua esile figura veniva risaltata dalle elaborate cuciture, nonostante il costume lasciasse poco all'immaginazione, e la testa era rigorosamente ricoperta dalla parrucca blu. Molte volte Levi le confessava che le sarebbe piaciuto avere i capelli realmente di quel colore, anziché del banale nero e molto spesso quell'osservazione veniva seguita dagli elogi per i suoi capelli dorati e lisci.
-Scusami, Levi. Ero sovrappensiero-, ammise l'artista con tono basso. Interpretandola come un sintomo della stanchezza, la collega e amica si mise ad incoraggiarla.
-Dài Lucy, è il tuo ultimo spettacolo per la notte! Dopodiché potremo finalmente dire che questa giornata è conclusa-.
-Hai ragione!-, affermò dopo aver fatto un'enorme sospiro, per darsi la carica si schiaffeggiò le guance con energia, -Un cliente felice è denaro suonante!-. Quella frase ormai era diventata il mantra che diceva prima di ogni spettacolo.
Quando si avvicinò alle pesanti tende che la dividevano dal pubblico, si fermò. Si sentivano provenire urla e schiamazzi dall'altra parte. Non dirmi che.. Mosse il collo per poter sbirciare e con orrore notò una rissa al suo punto di massimo clamore.
Elsa sarebbe stata in grado benissimo di sedarla se non fosse nel bel mezzo della lotta, fiancheggiando Natsu e Gajeel. Quelle teste calde prima o poi si faranno amazzare! Imprecò mentalmente. Se il padrone dovesse vederli, per loro sarebbero davvero dei guai enormi!
-Lucy! Inizia il tuo spettacolo-, le ricordò con calma una piccola forma rangrinzita. Era il nonno, o almeno lo chiamavano tutti così.
-Ma nonno! Se le stanno dando di sante ragione!-, fece notare l'ovvio.
-E tu incantali come solo una fata sa fare- le rispose con più calma, donandole un'occhiolino.
-Eh va bene!-, si arrese, dopotutto doveva fare il suo lavoro. Con rinnovata energia si diresse verso il piccolo palco rialzato. I passi richiamarono l'attenzione di alcuni clienti vicino alle sue vicinanze, le caviglie ed i polsi tintinnavano dal peso delle piccole campanelle legate ai bracciali argentati.
Con la coda dell'occhio notò i suoi compagni pronti a fermare e bloccare Natsu, Gajeel ed Elsa insieme ai quattro ubriachi che tiravano pugni e sputi.
Incrociò i polsi davanti alla fronte e dopo aver contato tre respiri spalancò gli avambracci. Iniziò il suo gioco di movimenti che prevedeva l'ondeggiare di fianchi, passi veloci e braccia attive. I veli arancioni che indossava resero il tutto magico ed esaltante, tanto che in poco tempo il pubblico rese attiva la sua patercipazione con fischi e boccali di legno buttati per terra dopo il suo passaggio tra i banchi.
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-Si può sapere che cosa vi è passato per la mente?!-, urlava con vigore una ragazza dai folti capelli mossi castani. Era la cartomante di Fairy Tail, Cana. Nonostante fosse una delle schiave più coperte, il suo tessuto non riusciva a nascondere le sue forme esaltanti. -Se il Padrone vi avesse visti? Vi rendete conto che questa volta non si limiterà a togiervi i pasti o alle frustrate, vero? Posso sapere che cosa pensavano le vostre teste?! Eh? Elsa! Capisco Natsu e Gajeel, ma tu? Non dovresti fermarli?-.
-Non potevo lasciare che facessero del male alla mia famiglia-, rispose con veemenza, sputando un grumo di sangue mentre si massaggiava una guancia tumefatta. I suo capelli scarlatti erano spettinati, nonostante cercassero di mantenere la treccia che aveva fatto dopo lo spettacolo di spade.
-Cana, non essere dura con loro i giovani devono scaricare le loro energie-.
-Nonno! Smettetela di incoraggiarli! Finiranno impiccati se non la smettono! -, rispose quasi urlando.
-Dài, non credo che il Padrone sia così esagerato. Dopotutto se lo facesse perderebbe un sacco di soldini. Non è vero, Lucy?-, intervenne una delle bellezze della compagnia di Fairy Tail, Mirajane.
Lucy, essendo stata scoperta dalla barista, non fece altro che uscire dal suo nascondiglio. I presenti notarono che non si era tolta il costume da palcoscenico ed il suo sudore faceva esaltare la pelle candida.
-Non ti si può nascondere niente sorella Mira, vero?-.
-Non direi-, il tono dolce contrastava con la velata minaccia.
-Lucy! Vedi di parlare con Natsu! Almeno a te ti ascolta!-, riprese la ramanzina, Cana.
-Ascoltarmi?!-, rise di gusto al l'insinuazione, -La metà del tempo capisce poco di quello che gli dici e l'altra metà del tempo picchia chiunque gli sta davanti! Cosa ti fa credere che mi ascolti? Eh, Cana? Dimmelo! Perché io non capisco, lui non mi ascolta, nessuno mi ascolta! Le stelle mi sono testimoni se non dico altro che la verità!-, ogni parola che pronunciava prendeva maggior vigore rispetto alla precedente fino ad emanare urla dalla sua gola.
-Figlia mia, perché piangi?-, ruppe il silenzio la figura più anziana della stanza. Lucy smise di respirare.
-Io, io posso permettermi di pagare la mia libertà -, annunciò al gruppo di presenti prima di scappare nella sua carrozza personale, guadagnata con anni di spettacolo e fatiche.

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