Lucy si stancava sempre più facilmente ed il suo sorriso era sempre presente, tanto che Wendy e Gray iniziavano a preoccuparsi sempre di più.
Dopo l'attacco, il Padrone aveva deciso di stare nella città vicino al luogo dell'attacco, in modo da fare una denuncia. Inoltre, non pareva che in quella città razzie e furti fossero una novità. Il capo villaggio non dimostrò turbamento e nemmeno sorpresa nell'apprendere i fatti, ma silenziosamente si accordò per un'incontro col padrone della contea. Dopo varie trattative ed una cena con un intrattenimento offerto da Fairy Tail, si poté fissare una data che sarebbe stata ben accetta da tutti. Essa non sarebbe stata prima della prossima luna nuova.
Lucy stava nervosamente sfregando il suo corpo dentro la tinozza di ferro, ciò che veniva considerato il bagno femminile. Quello stesso pomeriggio, poche ore prima del bagno, Erza l'aveva avvisata di aver notato una strana figura che la seguiva. Di sicuro era un ammiratore troppo eccitato, era ciò che aveva dichiarato con leggerezza alla sua collega, ma la danzatrice sapeva che non era così. Doveva essere per forza lui, il figlio del Padrone.
Era ossessionato dal suo corpo da quando aveva avuto il Primo Sangue.
All'inizio le faceva piccoli favori, dei trattamenti speciali e piccoli regali; ma più passava il tempo e più lei si trasformava in una donna, più lui si faceva avanti con prepotenza. Infatti, Lucy sospettava che ci fosse lui dietro la decisione del Padrone di farla diventare una Lucciola Rossa.
Niente prove niente accuse, si ricordò. Mosse avventate portavano solo a disastri. L'aveva provato per esperienza.
Con un sospiro si tolse dall'acqua e si affrettò ad asciugarsi, al riparo da sguardi indiscreti grazie alle tende che coprivano la rozza vasca, e di mettere subito la veste rosa smanicata. Prese la fune abbinata e se la legò al petto.
Uscì dal riparo, incontrando Jet che faceva da guardia, poiché a turno gli atleti della Gilda si preoccupavano di assicurare alle femmine compagne un tranquillo bagno, Lucy lo salutò allegramente e fece posto a Wendy. Il bagno era accessibile solo una alla volta, perciò spesso capitava di essere in fila per il proprio turno.
Non voleva ammetterlo, ma sentiva la mancanza dei compagni scomparsi. Ovviamente, se erano scappati di loro volontà gli augurava ogni gioia , ma se fossero stati catturati pregava che non soffrissero. Le stelle guardano tutti, in disparte, e ricordano. Loro ricordavano sempre.
Con il cuore pesante, si diresse nella sua carrozza -al momento condivisa con Wendy e Erza- per poter rivolgere una preghiera ai spiriti celesti. Fortunatamente, durante l'attacco era riuscita a preservare tre dei suoi amuleti sacri: il ciondolo di turquite a forma di goccia della divina Aquarius, il pendente di avorio a forma di corno circolare del sacro Capricorn e il bracciale di perle d'ambra, in ciascuna di essere c'erano intrappolati dei piccoli scorpioni, il monile del divino Scorpion. Nessuno li aveva trovati, nascosti come erano nell'angolo del soffitto dove incontrava una trave importante, un piccolo panno avvolto.
Sia ringraziato il Cielo Stellato per aver risparmiato i memento di mia madre dalle razzie dei banditi! Ripensò con sollievo nel prenderli in mano.
Erza era seduta con la schiena rivolta contro l'angolo della piccola costruzione, le spalle rivolte verso l'unico ingresso, gli occhi nobili e solenni stonavano col suo abbigliamento da schiava, mentre lo sguardo chiedeva spiegazioni alla negata sacerdotessa.
Lucy fece un istintivo passo indietro, vergognandosi di non averla notata prima di prendere i memento. Sentì l'imbarazzo crescere insieme al prolungamento del silenzio, ma ben presto si riprese.
- Chiedi pure -, le concesse.
- Da quanto tempo il figlio del Padrone ti corre dietro? - il suo tono presagiva che quella fosse solo la prima di tante domande.
- Dovrebbero essere sette estati, credo -, sospirò sotto il peso delle sue parole.
- Quando avevi intenzione di dirmi che sei nata sotto la Luce di una Stella?-.
- Mai-. Il silenzio rese per un attimo quella affermazione pesante ed enorme, sebbene invisibile.
- Perché non hai usato i tuoi poteri durante l'attacco? Perché non sei venuta a chiedermi aiuto per i tuoi problemi? Che cosa siamo per te noi? Pezzi rimpiazzabili e senza valore?-, sarebbe stato meno preoccupante se quelle domande fossero state pronunciate con rabbia e urla anziché sussurrate e piene di dolore.
- Perché io stessa sono rimpiazzabile. Tutti lo siamo Erza. Io vi voglio bene, ma non tuoi pretendere che se dovessi scegliere tra voi e la mia libertà la risposta sia un'altra da quella evidente. Non da quando... -, le parole le morirono in gola.
- Tu pensi ancora a Michelle non è vero?-, chiese con parvenza di comprensione.
- Michelle, Bora, Mike, Violet, Soko... Tutte le persone a cui mi sono affezionata mi hanno lasciata-.
- Ma noi siamo qui con te-, le sussurrò con affetto, quasi avendo paura di crepare un cristallo con la propria voce.
- Perché non avete scelta! Se l'avessi, sceglieresti ciò che fanno tutti!-.
- TI SBAGLI! IO POTEVO ESSERE LIBERA LUSTRI FA!-. L'aria era pesante per lo sfogo della maestra d'armi.
-Tu cosa?!-. Il cuore correva come un colibrì dentro il petto delle giovani artiste, delle due donne che avevano un legame fraterno non deciso dal sangue.
- Io potevo andarmene molto tempo fa, ma mi sono resa conto che non avrei mai potuto abbandonare la mia Gilda, la mia vera famiglia. Come avrei potuto vivere lontano dalle risse di Natsu e Gray? Dalle urla di Mira e le carte di Cana? Come avrei potuto vivere senza rivedere i strani dipinti di Gerard? -. Prese fiato per calmare il fuoco dentro di lei. - Non tutti abbandonano, certo è la prima scelta che viene in mente, la più facile, ma la vera gioia è restare. Vivere insieme i nostri pomeriggi spensierati. Non sono l'unica ad aver scelto la Gilda a spese della Libertà, ma per favore, pensaci prima di farlo definitivamente. Sei un caro membro della famiglia anche tu, Lucy-, le ultime parole ebbero il potere di far crollare la giovane bionda contro il petto ampio della rossa. Quell'abbraccio fraterno sarebbe rimasto impresso nella memoria di entrambe. Il calore del gesto, i silenzi frammentati ed il peso dell'anima alleviato dalle lacrime.Mentre due anime si ritrovavano, un'altra cercava di ricollegarsi al suo corpo.
Natsu non poté impedire la fuga del gemito che gli fece capire che alzarsi non era una buona idea. La testa pulsava.
STAI LEGGENDO
The sky above
FanfictionLucy non conosce il suo vero nome, non conosce la sua famiglia e non sa di chi è figlia. Sa solo a chi appartiene, alla Gilda di danzatori nomadi chiamata Fairy Tail. Venduta quando era un'infante, trascorre le sue giornate a ballare ed osservare il...