Fuga

116 10 2
                                    

A Natsu doleva la testa. Molto.
Quell'uragano, divenne una fitta atroce e paralizzante quando i suoi bulbi oculari incontrarono la luce.
Stringendo le palpebre e muovendo un poco il corpo scoprì qualcosa di spiacevole: le mani e i polsi erano legati. L'odore di sporco gli fece capire di essere in un posto puzzolente e malmesso. Il puzzo era orribile: terra umida mischiata a feci e sangue vecchio.
Con un gemito cercò di mettersi in una posizione supina. Ci vollero più di due tentativi prima di avere successo.
Quando la testa non baciava più il pavimento e il corpo sembrava non intenzionato a tradirlo cadendo all'indietro, riprovò a vedere.
La vista confermò il sospetto di essere in una cella e con una leggera rotazione del collo capì di non essere solo, almeno quindici corpi erano sparpagliati nella stanza. Chi svenuto e chi veglio, chi svestito e chi coperto di stracci.
Che ci faccio qui? Dove sono gli altri?
Una fitta alla testa gli ricordò cosa era successo: era stato attaccato da dei banditi. La Gilda era stata attaccata. Con un brivido di preoccupazione iniziò a selezionare quella massa di corpi indistinti attraverso lo sguardo, in cerca di qualcuno di familiare.
Un piccolo gruppo di tre ragazze attirò la sua attenzione, quella al centro aveva capelli castani malmessi e due guance buffe poiché gonfie e viola, mentre quella alla sua sinistra mostrava il corpo tumefatto coperto a mala pena da due stracci, la faccia invisibile poiché coperta da una chioma scura; e la ragazza alla sinistra aveva una lunga treccia castana che corniciava la divisa familiare della gilda.
-Evergreen, Juvia e Cana! State bene? Sono Natsu, sto arrivando!-, gridò verso di loro. Qualche prigioniero lo insultò per averlo svegliato mentre altri lo guardarono torvo senza commentare.
Quando finalmente le raggiunse, inorridì. Sebbene fossero in una prigione sotterranea, qualche sporadica fiamma aveva il compito di impedire di rendere il posto totalmente buio, e perciò quando fu a poca distanza dai loro corpi, notò le tumefazioni. Cana aveva il naso rotto, come indicava l'orribile gonfiore e l'annaspare della sua bocca, evergreen deve aver ricevuto dei calci in faccia, mentre Juvia era quella ridotta peggio: l'angolo innaturale della sua gamba presagiva una brutta frattura ossea, mentre ematomi le correvano lungo l'addome. Per fortuna era ancora incosciente.
- Cosa... cosa è q?!-, chiese più per riflesso che per altro.
-Sono stati i banditi-, rispose una voce estranea. Natsu, con fatica, spostò i suoi occhi verso destra e un uomo con una folta barba da nascondere metà viso ed una chioma lurida da coprire la restante parte entrò nel suo raggio d'azione.
-Perché le hanno ridotte in questo stato?-, domandò con la bile in bocca allo sconosciuto.
-Semplice, non hanno voluto stare ferme mentre loro si approfittavano di loro. Soprattutto quella lì, non faceva che gridare e tirare calci urlando oscenità e minacce... Se ricordo bene continuava a promettere che un certo Gray li avrebbe fatti soffrire per quello che le stavano facendo-, l'uomo scrollò le spalle, - beh, avrebbero risparmiato energia e dolore se fossero state semplicemente in silenzio... i banditi riescono sempre ad avere quello che vogliono..-, commentò sovvrapensiero.
-Vecchio-.
-Vecchio a chi?-.
-Come ti chiami?-, volle sapere Natsu.
-Sono anni che non uso il mio nome. Perché dovrei dirlo ad un pieno sconosciuto?-.
-Perché ti ricorderai di questo giorno, vecchio. Questo è il giorno in cui Matsu Dragneel promette di distruggere questa banda di feccia umana-, affermò con sicurezza e e determinazione.
- Aspetta un attimo...-, cercò di riprendere fiato dopo aver riso per l'assurdità che avevano sentito le sue orecchie, - Hai detto di chiamarti Natsu?-, domandò incerto, quasi timido d'un tratto.
-Sì, ricordati le mie parole vecchio. Io mantengo sempre le mie promesse-.
-Certo che lo so! Sono io non mi riconosci?-.
-huh?-.
-Sono io, Strauss! Ti ricordi? Siamo evasi insieme dalle isole dei pirati! Il bambino che gli mancava un dito, ricordi?-, e così dicendo gli indicò la mano sinistra, che prontamente mancava del suo indice.
-Strauss?... Non so chi tu sia...-, gli rispose diffidente.
Dopo un attimo di silenzio si mise a ridere, Natsu pensò che era proprio strano.
-Accidenti, le guardie ti hanno propio colpito forte...-.
-Cosa?-.
-Niente, allora quale è il piano questa volta? Sono tutto orecchi-.
-Capo! Che state dicendo?-, un bambino molto denutrito si arrabbiò alle parole di Strauss.
-Silenzio, Mik. Se vuoi diventare un cavaliere devi ascoltare ed eseguire. Senza obiezioni. Tutto chiaro?-, si fece enfasi tirandogli un orecchio.
-Sì, capo!-.
Natsu non stava più ascoltando quel ciarlatano e stava cercando di capire cosa poter fare concretamente per le ragazza. Nonostante avesse fatto appena una promessa di distruzione, non sapeva che cosa fare senza avere più informazioni...
Forse il vecchio può esserci utile....

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 01, 2018 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

The sky aboveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora