camera 207.

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Scheda di valutazione dell'Hotel Bellavista.
Arrivammo in ritardo il ventisette marzo, esausti per aver viaggiato tutto il giorno. La stanza sembrava a posto. Mio figlio si era già addormentato e quindi lo misi a letto, gli tolsi le scarpe e le lanciai sul pavimento. Andai in bagno. Quando uscii, c'era qualcosa di strano: le scarpe di mio figlio erano state spostate in cima allo scaffale di libri in un angolo lontano della stanza.
Mio figlio non le aveva spostate. Stava dormendo, e in più non è così alto da arrivare lassù. Setacciai la stanza, senza trovare niente di sospetto. Devo essere stato io, dissi a me stesso. Devo aver avuto così tanto sonno da metterle lì e dimenticarmene.
Sistemai le scarpe vicino al muro, per creare un ricordo chiaro di averle messe lì, e mentre mi lavavo i denti le osservavo dallo specchio. Mi chinai per il risciacquo, diedi un'occhiata ed erano sparite. Di nuovo, setacciai la stanza. Non trovai le scarpe di mio figlio.

Una parte di me era incredula e preoccupata, per il potenziale imbarazzo che avrei provato chiamando alla reception. E se fosse la mia mente a giocarmi brutti scherzi? Al contempo ero spaventato, soprattutto dopo aver scoperto che il mio cellulare lì non funzionasse. Ancora di più quando scoprii che il telefono fisso fosse inutilizzabile, perché mancava il cavo.

Decisi di dare un'occhiata al corridoio, sperando di allarmare qualcuno, come un impiegato o un altro ospite. Rimasi scioccato, realizzando che la porta fosse stata chiusa a chiave dall'esterno. Ci ho combattuto. Ho provato a sfondarla a calci. Il rumore avrebbe dovuto svegliare mio figlio, ma ciò non successe. Mi precipitai a controllarlo. Non c'era più. Sparito.

Sono qui da giorni. Ho avuto del tempo per pensare, piangere e considerare il modo migliore per comunicare con te. Poiché stai leggendo questo messaggio, queste tre cose sono vere per forza:
1. Non ne sono uscito vivo, perché se ne fossi uscito, avrei devastato questo posto per cercare mio figlio.
2. Qualcosa ti ha spinto ad avvicinarti alla libreria, dove hai trovato questa scheda di valutazione, dietro la carta da parati.
3. Dunque, qualsiasi cosa sia successa a me, sta per succedere anche a te.

Mi dispiace di non poter essere d'aiuto. Ti offro solo la certezza della tua sanità mentale, assieme a qualche suggerimento. Ignora qualsiasi oggetto troverai in alto allo scaffale della libreria. Non provare con la finestra. Non affannarti a gridare aiuto. Non li farà smettere.

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