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Era una giornata normale. Quel giorno non era successo nulla di particolare, niente lupi mannari psicopatici, creature terrificanti o cadaveri in giro. Un giorno normale, uno di quelli che non capitavano da parecchio tempo. Da quando Scott lo aveva morso, Liam non aveva più avuto un giorno come quello per pensare a tutto ciò che era successo negli ultimi mesi. E ora, steso sul suo letto a fissare il soffitto, i pensieri lo avevano travolto completamente, portandolo a ripercorrere ogni momento in cui la sua umanità era stata sopraffatta dal lupo che viveva dentro di lui. Ricordò il momento del morso, quando Scott lo aveva afferrato con le zanne per non farlo cadere dal tetto dell'ospedale. Fu da lì che tutto cambiò. Prima di quell'episodio Scott gli sembrava solo un tipo strano che, insieme al suo migliore amico ancora più strano di lui, passava il tempo a seguirlo e fargli domande assurde. Ora era cambiato tutto. Scott era il suo alfa. In qualche modo si sentiva legato a lui da un legame indissolubile. E in qualche modo Scott lo salvava sempre. Lo aveva aiutato a controllare il lupo dentro di lui. Grazie a lui aveva capito di non essere un mostro. Gli doveva la vita.

Scott era incredibile. Spesso si chiedeva come facesse ad essere sempre così forte e a pensare più agli altri che a se stesso. Eppure ne aveva passate così tante. La morte di Allison lo aveva sconvolto, certo, ma nonostante il dolore che ogni giorno lo perseguitava, lui era riuscito ad alzarsi. Combatteva ogni giorno contro i ricordi, Liam ne era sicuro, eppure riusciva ad essere sempre più forte di tutto quello che aveva passato. Ed era questo che ammirava di Scott: la forza. Non era forte solo fisicamente. Era molto di più. Scott era un'ancora. Era l'ancora di Liam, l'ancora del branco. Ma sopratutto, Scott era la propria ancora. Si era salvato da solo. Si era alzato e aveva combattuto.

Mentre pensava a tutto questo, squillò il suo telefono. Liam si alzò dal letto per poi prenderlo dalla tasca della felpa. Era Mason, il suo migliore amico.

<<Pronto?>>

<<Liam ma che ti prende? Sei andato via da scuola senza nemmeno dirmi ciao!>>

Liam si maledì per non averlo avvertito prima di andarsene. Voleva soltanto stare un pò da solo. Inoltre Mason si preoccupava sempre troppo per lui e ogni volta che faceva qualcosa di strano lo tartassava di domande fino a che non ne poteva più e gli raccontava cosa non andava. Però gli voleva bene anche per questo. Mason gli era sempre stato vicino e visto che lo conosceva così bene era normale che si preoccupasse quando si comportava in modo diverso dal solito.

<< Si, scusa, avevo delle cose da fare e ho dimenticato di avvertiti che stavo andando via.>>

<<Sicuro di star bene? Sei strano.>>

<<Si, mamma>> disse facendolo ridere <<sto bene, sono solo stanco.>>

<< Va bene, allora a più tardi. Ciao idiota.>>

Conclusa la chiamata, Liam si buttò sul letto sbuffando rumorosamente. Ora non riusciva più a smettere di pensare a Scott. Si sentiva quasi in colpa. Lui lo aveva sempre aiutato e tirato su, mentre Liam non gli aveva mai chiesto come stava veramente. E chissà cosa doveva provare ad avere tutta quella responsibilità addosso. Doveva sempre pensare a tenere unito il branco e a difendere tutti. Ma cosa poteva fare per aiutarlo? Non è che poteva andare lì e chidergli "Ehi Scott, allora come va? Perchè non mi racconti un pò della tua defunta fidanzata? Sai potrebbe aiutarti. Oppure raccontami quello che vuoi." Decisamente non poteva.

Dopo forse un'ora passata a pensare che in realtà queste giornate senza nulla di interessante da fare facevano schifo, Liam si addormentò. Fu interrotto però dal suono del campanello. Balzò in piedi, ricordandosi di essere solo a casa e quindi di dover andare ad aprire. Probabilmente era Mason che voleva controllare se fosse vivo.Scese di corsa le scale e afferrò la maniglia cominciando già a prendere in giro il suo migliore amico, quando dopo aver spalancato la porta si trovò davanti Scott.

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