9.

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Mi svegliai in un calore confortevole, uno di quelli che ti fa venir voglia di poltrire a letto per tutto il giorno fregandotene di ogni preoccupazione.
Cominciai a stiracchiarmi, prima di afferrare il piumone e tornare così in superficie.
Mi guardai attorno per un attimo confuso, per poi sedermi di scatto.
Non ero nella mia stanza e nemmeno nel mio letto.
I ricordi della notte precedente riaffiorarono nella mia mente e subito le mie guance si colorarono di rosso.
Da dove ero seduto riuscivo a vedere che il bagno era vuoto.
Ero solo.
Fu davvero difficile abbandonare il piumone morbido e caldo.
Appoggiai i piedi a terra e rabbrividii per via del pavimento ghiacciato.
Mi strofinai gli occhi cominciando poi a guardarmi in giro.
Sorrisi vedendo, sopra alla cassettiera, alcune foto con sua sorella e sua madre.
Mi avvicinai alla finestra. Le tende lasciavano passare un po' di luce mattutina.
Le aprii con un colpo secco.
La stanza era disordinata quasi quanto il resto dell'appartamento.
C'erano indumenti sporchi ai piedi del letto. Non potei fare a meno che raccoglierli e gettarli nel cestino della biancheria sporca.
Stavo rifacendo il letto quando il rumore di una porta mi fece sobbalzare.

"Zayn?"

Non rispose nessuno.
Cominciai a preoccupami. Saltai all'orrenda conclusione che qualcuno fosse entrato in casa.
Senza far rumore mi avvicinai all'angolo della stanza. Presi la chitarra appoggiata al muro, dirigendomi poi verso la porta, aprendola lentamente.
Andai verso la cucina e mi si congelò il sangue quando vidi una figura muoversi vicino ai fornelli. Nonostante fosse di spalle, ero sicuro che si trattasse di un uomo.
Mi avvicinai ancora di più. Alzai la chitarra pronto a colpire, quando l'uomo si girò verso di me.
Si tolse le cuffie ed abbassò il cappuccio della felpa.

"Cristo Liam, potresti togliere un occhio a qualcuno con quella."

Abbassai subito l'arma improvvisata, portando la testa all'indietro. Zayn cominciò a ridere, mentre appoggiava le borse della spesa sul bancone della cucina.

"Ah ah. Non è divertente." Dico con un tono serio.

"Giusto un po'."

Scuoto la testa mentre lui ride leggermente.

"Pensavo fossi un assassino."

"Beh, un assassino che ti ha portato la colazione." Disse indicando il contenuto delle buste.

"Perché te ne vai in giro così presto?"

"Pensavo stessi ancora dormendo."

"Mi sono svegliato da poco a dire la verità."

"Non avevo niente in frigo, cosi sono andato al supermercato," spiegò Zayn, mentre sistemava la spesa. "Non pensavo di dover lasciare un bigliettino. Stavi russando spaventosamente quando sono andato via."

"Io non russo!" Mi lamentai.

"Liam, ho dormito con te abbastanza volte da sapere che russi."

Il mio umore cambiò improvvisamente.
Avevo quasi dimenticato l'intimità che avevamo instaurato nella nostra passata relazione.
Era ovvio che conoscesse ogni mio piccolo dettaglio.
Zayn se ne accorse e si avvicinò pericolosamente a me.
Appoggiò una mano sotto la mia maglietta, facendo scorrere lentamente le dita su e giù per la mia schiena.

"Non ho mai pensato che sarebbe stato così, sopratutto con te."

"Così come?" Chiedo, appoggiando la chitarra di lato.

"Sei un mistero per me adesso. Penso che ci siamo persi del tutto ormai."

"Ma sono la stessa persona." Sorrido, scuotendo la testa.

"No. Siamo cambiati entrambi." Ammette. "Ma se me lo permetti, vorrei davvero conoscere il nuovo te."

C'è speranza nelle sue parole.

Knockout » ZiamDove le storie prendono vita. Scoprilo ora