3.

4.3K 286 94
                                    

"Quando combatte?"

Accettai un drink, ma analcolico, visto che avrei dovuto guidare per tornare a casa. Damon continuava a guardarmi come se fossi pazzo ogni volta che ispezionavo una stanza prima di entrare.
Era per precauzione.
Sapevo che Zayn se ne era andato, aveva lasciato il ring con un'uscita brusca attraverso la folla, abbandonando l'avversario steso a terra senza sensi, ma continuavo comunque a controllare.

"Huh?" Si sforzò sopra il rumore.

"Zayn, quando combatte di solito?"

"Quasi tutti i fine settimana, di tanto in tanto durante la settimana." Gridò in risposta Damon. "Seguimi nel retro, è più tranquillo lì."

Gli andai dietro, schivando chi non riusciva più a rimanere in piedi per colpa dei troppi drink.
Mi sentivo stranamente privilegiato a seguire Damon attraverso la porta con su scritto 'PRIVATO' che poco prima era stata utilizzata come ingresso e uscita per i combattenti.
Un breve tratto di corridoio ci portò in un ufficio sul retro. La stanza non era eccessivamente grande, ma lo spazio era usato bene: c'era una scrivania in un angolo con sopra un computer sfasciato, un armadietto ed una cassaforte non ben nascosta.

"Senti Liam, se vuoi incontrarlo posso organizzare qualcosa."

Girai così velocemente la testa che credetti di essermi rotto l'osso del collo. Damon intanto si era seduto sulla scrivania; spostava freneticamente dei fogli, cercando di recuperare il cellulare che aveva appena emesso un suono, mentre io continuavo a massaggiarmi il collo per alleviare un po' il dolore. 

"Con Zayn?"

Lui non alzò lo sguardo, ora stava frugando nei cassetti dell'armadietto lì vicino.

"Sì, voglio dire, potrebbe essere un po' difficile. Non è proprio una persona socievole. Però nonostante il caratteraccio, da quando ha cominciato i combattimenti, la quantità di persone che gli vanno dietro è aumentata notevolmente."

"No, va bene così." 

"Sicuro? Posso dirgli che sei un suo fan. So che è un po' intimidatorio, ma è tranquillo."

"No, grazie."

Mi avvicinai alla scrivania, prendendo tra le mani un foglio diverso dagli altri: era raggrinzito, scritto a mano, pieno di cancellature e frasi scomposte. Damon se lo riprese prima che riuscissi a leggere qualcosa. 

"Che cos'è?" Chiesi curioso. 

"Una lettera" Rispose Damon seccato.

"A chi stavi scrivendo?"

Fece un sospiro pesante. 

"Alla mia ragazza." Parlò un po' a disagio.

"E' una lettera d'amore?" Chiesi, sorridendo.

Scosse la testa con un colorito roseo sulle guance. Era tenero.

"Ultimamente legge dei libri sdolcinati, dove i personaggi confessano il loro amore attraverso delle lettere."

Il suo naso si arricciò come se la frase appena pronunciata lo disgustasse. Il romanticismo spesso è assente in alcune persone, come se fosse una lingua sconosciuta.

"Ci sentiamo al telefono ogni giorno, ma sembra che non le basti. Vuole che le scriva i miei sentimenti su un pezzo di carta e che glielo mandi via posta."

"Penso che sia una cosa dolce."

Un sentimento di gioia si propagò in me, felice nel sentire che l'amore esiste all'infuori delle mie pericolose esperienze.
Mise via il telefono quando mi sedetti vicino a lui. Cominciai ad osservare meglio la stanza: c'erano un paio di foto incorniciate, una lavagna piena di date e una piccola piantina in un vaso che aveva un disperato bisogno d'acqua.

Knockout » ZiamDove le storie prendono vita. Scoprilo ora