Capitolo 7: Esci di lì!

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Nel capitolo precedente:

Qualcosa di davvero serio era successo ieri notte, e io non aveva la minima idea di cosa, ma intendevo scoprirlo. Feci per uscire dal bagno quando sentii dei singhiozzi sommessi.

Mi voltai di colpo. “C'è nessuno?” Chiesi, e sentii la persona sussultare, prima di piangere più forte. Mi avvicinai all'unica porta chiusa e bussai. “Tutto ok li dentro?”

“Vattene via!” Mi rispose una voce flebile tra i singhiozzi. “Non me ne vado via fin quando non saprò che stai bene.”

“Non ce n'è bisogno, ora lasciami in pace.” Rispose sempre la voce, stavolta più duramente. Io mi offesi al tono e andai sulla difensiva: “Ehi senti va bene che sei arrabbiata, ma non te la devi prendere con me. Io sono qui per aiutarti.”

“Non mi serve il tuo aiuto.” Controbattè la voce singhiozzante, e io sospirai. Non l'avrei abbandonata lì in quello stato, ma davvero non sapevo come altro aiutarla, così mi allontanai dalla porta rassegnata. Sospirai. Come avrei voluto sapere che cosa la turbava così tanto.
In un istante fu come il mio corpo fosse scosso da un forte brivido e in un attimo non mi ritrovai più nel bagno, ma in un corridoio della scuola.

Stavo camminando velocemente verso la mensa, furiosa e terrorizzata nello stesso momento. Non era vero, non poteva essere vero. Il mio ragazzo non mi stava tradendo con la mia migliore amica, semplicemente non era vero. Asia però continuava a insistere di averlo visto insieme ed è proprio per questo che mi stavo dirigendo verso la mensa, per provare più a me stessa che a lei che non era vero. Era una menzogna. Girai l'angolo in cui sto trovava l'entrata della mensa e mi congelai sui miei passi. 'Non è vero’ pensai, 'me lo sto solo immaginando’. Erano lì per davvero, ed erano intenti a ingoiarsi a vicenda praticamente. In preda alla rabbia mi lanciai addosso a loro e li separai. Poi, con tutte le forse che avevo tirai uno schiaffo al mio ragazzo. “Sei un bastardo Tristan! E io che non volevo crederci perché mi fidavo di te! Mi piacevi sul serio pezzo di merda! E tu...”  mi rivolsi alla mia migliore, o meglio ex migliore amica “Vaffanculo, solo vaffanculo!” Gli gridai contro prima di scappare di corsa. Mai e poi mai gli avrei dato la soddisfazione di vedermi piangere e soffrire per causa loro. Li sentii inseguirmi e chiamare il mio nome ma io non feci altro che correre più forte. Raggiunsi il primo bagno femminile che trovai e mi ci buttai dentro, rinchiudendomi in uno dei gabinetti. Non appena chiuso la porta a chiave scoppiai a piangere come una fontana.

Ritornai in me e dovetti stabilizzarmi per non cadere. Avevo il fiatone e la testa mi girava vorticosamente. Mi sentivo esausta, come se avessi appena fatto tre ore di motoria filate. Avevo male ovunque, specialmente la testa. Dopo alcuni minuti mi passò tutto, e riuscii a staccarmi dal lavandino a cui ero appoggiata per non cadere. La ragazza, che avevo scoperto si chiamasse Chloe, era ancora nel bagno che piangeva a dirotto. Mi domandai che cosa esattamente avessi visto ma lasciai le domande per dopo, in quel momento dovevo aiutare lei. “Non c'è bisogno che mi dici cos'è successo se vuoi.” le sussurrai dolcemente. Sospirai prima di continuare “Io volevo solo offrire una spalla su cui piangere.”

“Perché mi vuole aiutare?” Disse una voce nella mia mente, identica a quella di Chloe. “Che ci guadagna? Probabilmente è solo qui per umiliarmi ancora di più. Eppure sembrava onesta.” Rimasi basita per un secondo prima di realizzare che da stamattina ero in grado di leggere la mente delle persone. 'Dovrò abituarmici a quanto pare’ pensai, prima di rivolgermi a Chloe. “Non sono qui per umiliarti, giuro” la ragazza si ammutolí. “Come facevi a sapere che lo stavo pensando?” Mi chiese con tono stupito ma scettico.

“Oh, uhhh… ho immaginato?” Chiesi più che affermai. Cominciai ad agitarmi, avevo appena potenzialmente rivelato la mia nuova abilità ad una sconosciuta. Mi arrabbiai con me stessa ma rivolsi la mia rabbia su di lei, e qualcosa in me scattò. “Esci da quel bagno.” Le ordinai in tono fermo e severo. Mi stupii di me stessa, ma mi stupii ancora di più non appena sentii il rumore del lucchetto della porta venire aperto. La porta si aprii, e Chloe uscí dalla porta, lo sguardo perso nel vuoto. Delle parole mi uscirono di bocca involontariamente, come se qualcosa avesse preso il controllo delle mie labbra: “Ora tu te ne andrai da qui, felice e spensierata. Tutto quello che è successo non ti importa. Dimenticherai di avermi mai visto qui, sei uscita da sola dal bagno. Ripeti”

“Ora io me ne andrò da qui, felice e spensierata. Tutto quello che è successo non mi importa. Dimenticherò di averti mai visto qui, sono uscita da sola dal bagno.” La ragazza ripeté con monotonia. “Bene, ora vai.” Le ordinai, e lei uscii dal bagno, come controllata da una trance. Qualunque cosa avesse preso il controllo di me svanì e io tornai in me stessa. 'Quindi sono in grado di imporre il mio volere sugli altri’ pensai mentre tiravo un lungo sospiro, 'normale, assolutamente normale.’ Bè, per i miei standard almeno. Uscii dal bagno, le sopracciglia aggrottate e lo sguardo perso. Ero totalmente confusa e persa. Diciamo che realizzare che puoi leggere, manipolare e vedere attraverso la mente delle persone ti confonde e stupisce non poco. 'Tutto questo è pazzesco, devo stare impazzendo.’ Mi diressi nuovamente in classe e mi annotai mentalmente di parlare di queste nuove abilità con le mie amiche. In fondo, se anche loro capivano che ero davvero in grado di fare davvero quelle cose, significava che non stavo totalmente uscendo di testa, no?
Rientrai in aula e mi guadagnai un biglietto di sola andata in detenzione  e una presa in giro dal professore per il ritardo. Non mi ammiccai per nessuna di queste.
Non prestai attenzione per il resto della mattina, vagavo per aule e corridoi diversi ogni ora come uno zombie, troppo persa nella mia mente per concentrarmi sulla scuola, mentre attendevo ansiosamente il suono della campanella che segnalava l'inizio dell'ora di pranzo. Non appena questo giunse, mi catapulta i fuori dall'aula a tutta velocità.
Era ora di raccontare tutto alle mie amiche.

La Dominatrice di Menti (Camren)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora