San Pietroburgo

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‘Sento una voce che piange lontano, anche tu sei stato forse abbandonato…’. Allungo la mano verso il comodino e cerco a tentoni lo smartphone per spegnere la sveglia. Sono le 7.00 e a me e a Victor ci aspetta l’ultimo allenamento della settimana. 
<< Ehi, Victor, svegliati… >> Gli dico, scuotendolo dolcemente per una spalla. È girato verso la mia parte e quindi posso vedere l’esatto momento in cui apre lentamente gli occhi, per poi guardarmi e fissarmi per qualche secondo.
<< Ancora cinque minuti, ho sonno Yuuri! >> Mi dice con la voce assonnata e sbadigliando subito dopo mentre si sposta verso di me, poggiando la testa sul mio petto. È inutile, ci casco tutte le mattine, non riesco a dirgli di no. Sono passati circa due mesi da quando mi sono trasferito a casa di Victor a San Pietroburgo per allenarmi con lui e ancora non mi sono del tutto abituato. Per prima cosa non riesco a sopportare questo freddo, lo so che sono un pattinatore, però fuori dalla pista preferirei un clima più mite. Comunque il gelo mi fa ricevere ancora più abbracci da parte di Victor e quindi qualche aspetto positivo lo ha comunque. Inoltre ho scoperto che Victor è totalmente imbranato per quanto riguarda le faccende di casa e la preparazione dei pasti. Prima di partire mi ha anche detto che non vedeva l’ora di cucinare e di occuparsi della casa insieme a me ma poi non è riuscito a cucinare un uovo fritto e ha confuso il detersivo per i vestiti con quello per i pavimenti. Allora mi è sorta una domanda: come faceva prima, quando abitava completamente da solo? Così ho scoperto che se ne occupava la domestica. Puliva e preparava i pasti mentre era ad allenarsi così quando tornava lui non doveva fare nulla. Per questo motivo in questo periodo gli ho insegnato molte cose, e ora non se la cava male. È stato molto divertente, abbiamo bruciato qualche pentola e rotto la lavatrice ma niente di grave. Comunque non gliene faccio una colpa, anche io ho fatto i miei disastri prima di imparare a cavarmela da solo a Detroit, meno male che Phichit-kun era sempre pronto ad aiutarmi. In ogni caso, oltre tutto ciò, Victor è anche un disordinato cronico. Lascia tutto in giro e puntualmente perde le cose e per trovarle dobbiamo rovistare per tutta la casa, il che non è una cosa da poco, infatti l'appartamento di Victor è molto grande, ha la cucina abitabile, un soggiorno con due divani in pelle e un televisore enorme attaccato alla parete, tre camere da letto e due bagni. Ah e uno dei due bagni ha anche una vasca idromassaggio enorme che noi usiamo spesso per lavarci e rilassarci, e non solo. Comunque il bello è che lui ha sistemato le sue cose per tutte le stanze, non solo in una, e questo rende ancora più difficile la ricerca. Gli ho anche chiesto come mai avesse preso una casa così grande anche se doveva abitare da solo e lui mi ha risposto che l’ha comprata semplicemente perché gli piaceva. Tipico di Victor. Inoltre ha anche un piccolo stanzino, in cui ha messo tutte le sue medaglie e suoi trofei vinti da quando era piccolo e anche se sono a conoscenza di ogni singola gara a cui lui abbia partecipato e conquistato il podio, sono rimasto a bocca aperta nel vedere i premi tutti riuniti, e ovviamente il colore che spiccava di più era l’oro. Nonostante i suoi piccoli difetti, vivere con lui mi riempie le giornate di gioia. Svegliarsi ogni mattina affianco alla persona che si ama, sentirne il profumo, poterla abbracciare e ascoltare anche un suo semplice “buongiorno” è un modo di iniziare la giornata che non avrei mai immaginato di poter vivere. Ed è stato proprio in uno di questi risvegli che ci siamo detti di amarci per la prima volta. Non che non lo sapessimo già, anzi, i nostri corpi e le nostre azioni lo dimostravano ogni giorno ma sentirsi dire quelle due paroline fa sempre un certo effetto. È successo una domenica mattina, mi ero appena svegliato e avevo notato che Victor dormiva ancora, così continuando a lasciarlo dormire, mi sono alzato e sono andato in bagno, quello dove c’è la vasca enorme, e ho iniziato a far scorrere l’acqua per riempirla, per poi aggiungere dei sali e del bagnoschiuma profumato. Avevo pensato che sarebbe stato bello iniziare la giornata con un bel bagno rilassante, ma non credevo che sarebbe stato così tanto bello. Fatto sta che dopo che aver svegliato Victor e averlo trascinato in bagno con un po’ di fatica, ci eravamo immersi nell’acqua tiepida, con Victor appoggiato al bordo della vasca e io sistemato contro il suo petto, con le sue gambe che mi avvolgevano il corpo. All’inizio ci eravamo davvero rilassati, ma poi dentro di noi era iniziato a salire il desiderio alla fine abbiamo finito per fare l’amore, ed è stato proprio durante quel momento che Victor mi ha detto “ti amo Yuuri”, me lo ha detto guardandomi negli occhi e la sua voce era così dolce ma allo stesso tempo così eccitata che in quell' istante ho pensato che il cuore mi stesse per uscire dal petto. “Anche io ti amo”, queste sono state le parole con cui ho risposto, quasi non mi ero reso conto di averle pronunciate da quanto mi era venuto naturale dirle. Ogni volta in cui ci penso mi emoziono e mi si stampa un sorriso sulla faccia. Comunque, ritornando al presente, nelle ultime due settimane Victor ha anche iniziato a prepararmi la colazione, ora che ha imparato a fare bene il thè non perde occasione per farmelo. Ha deciso anche  che imparerà a fare katsudon, sa che è il mio piatto preferito e vuole a tutti costi cucinarmelo. Gli piace viziarmi, anche nelle piccole cose, per esempio mi lascia sempre fare la doccia per primo, rinuncia all’ultimo biscotto e mi lascia decidere il programma da guardare in TV. Non che io capisca molto di russo, anzi, a dirla tutta non capisco quasi nulla. Però Victor si è offerto di farmi da insegnante e piano piano sto imparando le basi di questa lingua. Inoltre le lezioni con lui sono molto interessanti, ma questa è un’altra storia. Come sempre i pensieri mi affollano la mente e mi piacerebbe rimanere qui, sotto le coperte, a continuare a pensare a quest’ultimo periodo però i cinque minuti sono passati, e anche da un bel po’ visto che sono le 7.20. 
<< Victor, mi dispiace ma si sta facendo tardi, svegliati… >> I suoi occhi si aprono di nuovo ma si vede proprio che non ha nessuna intenzione di alzarsi.
<< Vitya, dai, ogni mattina è la stessa storia! >> 
<< Sai Yuuri mi piace quando mi chiami Vitya, penso che dovresti farlo più spesso. >>
<< Solo se mi prometti che da domani ti sveglierai subito. >>
<< Mh. Ci proverò. >> Sospiro essendo sicuro che non ci proverà proprio. Dopo qualche minuto in cui ho cercato di farlo alzare ho dovuto letteralmente buttarlo giù dal letto. Ne ho provate di tutte: gli ho fatto il solletico, gli ho tolto le coperte e anche il cuscino, gli ho urlato in un orecchio ma niente da fare, quindi ho dovuto per forza ricorrere a misure drastiche. Sinceramente in Giappone Victor non mi sembrava un tipo tanto dormiglione a parte quanto passava le notti a bere sake. Comunque dopo esserci preparati e aver fatto colazione usciamo per andare ad allenarci, ovviamente in ritardo, come sempre. 

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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 25, 2017 ⏰

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