Dischiudevo le labbra e sputavo fuori sangue e una sola unica parola: grazie. Non sapevo di preciso quanto tempo fosse passato, ma forse circa 4 ore, e ancora nessuno dei due dava segno di volersi fermare.
Fui percorso da un brivido e sollevai il volto. Guardai in faccia tutte quelle persone. Alcune di loro erano anche miei amici, ma non provavano pietà nei miei confronti. Li guardai, uno a uno, rivolgendogli un sorriso beffardo. Inarcai la schiena e continuai a ringraziare senza un destinatario preciso.
Mi trovavo nell'arena, un largo spazio circolare delimitato da scalinate, ora completamente occupate da persone. Io invece non ero privilegiato di questo diritto, ma mi trovavo a terra sopra la sabbia, von il sangue che circondava tutta la mia figura. Dietro di me sentivo la perenne presenza del fustigatore, la frusta che schioccava sulla mia schiena, facendo saltare schizzi di sangue ovunque e scavando sempre più verso la mia spina dorsale. Mi guardai le mani. Incominciavano a stagliarsi sulla pelle delle piccole scagliette dorate. Non dovevo farmi prevalere. Non dovevo perdere il controllo. Mi strinsi la lingua tra i denti aspettando il prossimo colpo. In ogni caso lo sentivo crescere in me, non mancava troppo tempo alla trasformazione, ma poi la vidi. Fu poco più di un ombra, ma bastò ad alimentare la mia speranza. Piano piano se ne accorsero tutti. Si era appollaiato su uno dei festoni. Quando tutte le teste si furono girate, si mosse. Era un movimento quasi impercettibile. Stava muovendo le dita dei piedi. Poi alzatosi in piedi incominciò a camminare in equilibrio sulla corda e in breve raggiunse una delle torrette. Sull'arena aleggiava quello strano silenzio e tutta la scena aveva un non so che di insolito. Sotto la luce del sole riuscii a vedere meglio di chi si trattava. Era chiaramente una ragazza, vestita quasi completamente di bianco, tranne un turbante verde smeraldo. Dietro la schiena aveva due datane legate all'altezza della vita con un nastro dello stesso colore del turbante. Si lanciò con una capriola sul bordo dell'arena, estrasse una delle due katane e incominciò a trascinarla creando un suono orribile. Il frustatore iniziava a spazientirsi e quindi le urlò contro:" Ragazzina, vattene! Questi non sono posti per te!" lei volse lo sguardo verso il viso sfregiato dell'uomo e con un semplice balzo poggiò i piedi sulla sabbia. Camminò tranquillamente verso l'uomo e invece di ucciderlo con la katana, l'uomo venne trafitto da qualcosa completamente bianco, con la punta verde. Guardai meglio e notai che l'oggetto proveniva direttamente dal corpo della ragazza. Allora con qualche piccolo ragionamento, dedussi che era come me. Incominciò a slegare le corde che mi tenevano dritto, infatti appena furono rotte caddi a terra. Mi misi con fatica in piedi pensando a quanto dovessi sembrare patetico. Le persone incominciavano a scendere le scale e il tempo stringeva. La ragazza mi aiutò a sorreggermi e mi portò al centro dell' arena. Mi stese a terra e incominciò la metamorfosi. In qualche secondo era tornata alla sua vera forma. Mi prese con gli artigli anteriori e prese il volo.
Vi starete chiedendo: ma che razza di roba siete? Beh, noi siamo tra gli ultimi draghi sulla terra. Assumiamo forme umane, ma dentro noi palpita il cuore di un drago. Siamo tra gli ultimi poiché gli altri sono stati uccisi: veniamo presi dagli umani e ricondotti ad essere in falsa forma, poi ci legano e ci maltrattano fino a che il nostro istinto primordiale prende il sopravento e poi ci ammazzano combattendo contro di noi come gladiatori. Eravamo solo un divertimento per loro, niente di più. Si divertivano tantissimo a vederci soffrire, a vedere il nostro preziosissimo sangue scorrere sulla sabbia. La ragazza bruciò l'entrata, poiché in alto ci sovrastava la rete che non permetteva ai draghi di volare. Uscimmo nel cielo limpido e per la prima volta da tanti anni lo potevo vedere tranquillamente, senza paura di essere inseguito. Lentamente mi assopii, anche a causa delle ferite, che ancora aperte mi facevano salire la febbre. Dopo quelli che mi sembrarono giorni mi svegliai accanto a un fuoco in una radura. Ero sopra a un'amaca e non volevo rischiare di cadere muovendomi.
:"Bentornato tra i vivi" una voce femminile un poco più lontana
:"Ciao Chrissy, vedo che anche se mi odi, se venuta a salvarmi"
:"Ah-ah, se lo fai un'altra volta ti giuro che non vedrai un'altra volta il bellissimo viso"
:"Uh, sai che perdita! No... ehm... comunque, grazie"
:"Prego "
:"Come sto?"
:"La febbre è scesa, ma appena ci riesci ti devo alzare, le ferite sono ancora aperte: devo medicarti"
:"Bene, dai, dammi una mano!" lei si avvicinò e mi aiutò a mettermi in piedi. Mi tolse le fasciature e mi portò verso il fiume. Mi diede una saponetta e mentre lei andava a preparare una pomata per le ferite, io mi diedi una lavata.:"Hey Chrissy, mi stavo chiedendo, che fine può aver fatto Chadwick?"
:"Quello che ce l'aveva a morte con te per ciò che hai fatto? Penso che stia rimuginando un piano per fartela pagare. Vieni quì, ti cerco di cicatrizzare le ferite". Mi avvicinai e scoprii la schiena. Chrissy incominciò a spalmare la pomata sulle ferite aperte. Sussultai per il bruciore e cercai di sopportare. Poi Chrissy prese un aghetto e del filo, lo scaldò appena col il fuoco e prese a ricucire insieme la pelle delle ferite più profonde. Mi rifasciò la schiena e mi disse di riposare. Steso sull'amaca la guardavo alla debole luce del fuoco. Il sole si era già buttato dietro le Montagne Alte e quella era l'unica fonte di luce :"Perchè nell'arena continuavi a ringraziare a vanvera?"mi chiese dopo poco :" Era solo per fare arrabbiare il fustigatore: gli facevo pensare che i suoi colpi non mi stessero facendo niente" spiegai, sentendomi tanto saccente :"Sei la persona più stupida della terra, lo sai vero?" annuii con aria filosofica :"Hey, mi racconti qualcosa?" era una domanda che nel corso della mia vita mi era stata rivolta molte volte da lei. Le raccontai delle cose che le piacevano di più: i luoghi lontani oltre i villaggi degli umani, le lunghe distese di sabbia e i grandi mari. Era il suo sogno poter un giorno, come me, vedere tutti quei posti. Però era anche per colpa di questi miei viaggi se non era la prima volta che venivo scoperto e trascinato dentro un arena. Finito il racconto lei era ormai dormiente:" Buonanotte Chrissy, ti voglio bene" sussurrai alle stelle.Non dormivo così profondamente da tantissimo tempo e non volevo lasciare il letto. Però c'era un elemento di disturbo in tutto ciò. Delle urla, soffuse, in lontananza. Con grande fatica mi alzai stropicciando gli occhi. Davanti a me stagliava l'uomo più brutto della terra. Mi sorrideva e tutte le sue cicatrici sul volto lo facevano sembrare piuttosto inquietante. :"NON... NON LO TOCCATE!" sentii di nuovo in lontananza. :"Buon giorno, ora torna pure a dormire" fu l'ultima cosa che sentii prima di ricevere un pugno in faccia ed essere messo KO.
Mi svegliai leggermente rintronato e al suono di grida di festa. Pensai di essere tornato nell'arena e preoccupato mi alzai in fretta. Mi trovavo dentro a un vulcano e intorno a me sedevano su gradoni giganti degli enormi draghi. Dinnanzi a me, invece, su un trono stava appollaiato un drago rosso sangue. Stava cercando di sedurre una persona, che non riuscivo a vedere bene. Strizzai gli occhi e riconobbi l'inconfondibile turbante verde. :"CHRISTINE!" urlai. Il drago e la ragazza si girarono verso di me. Dal davanti notai su muso dell'essere una cicatrice che gli deformava lo spazio intorno all'occhio. :" CHADWICK! FIGLIO DI... LASCIALA IN PACE! LASCIA STARE MIA SORELLA! È ME CHE VUOI! ":" Oh, ma infatti é così. Lei sarà solo una spettatrice. Battiti con me, se vinco mi prenderò ciò che già da tempo ti ho chiesto, la mano Christine" scese i gradini mentre gli altri draghi esultavano, urlando di farmi a pezzi e roba del genere. Eravamo davvero stupidi. Non ci bastavano gli umani, persino tra di noi dovevamo farci la guerra.***
Scusate per eventuali errori grmmaticali, se me li fate notare nei commenti li correggerò tutti, grazie e spero che questa e le future storielle vi piacciano
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RandomQueste storie possono insinuarsi dentro di te, come Billy. Possono farti piangere come il Dottore. Altre potrebbero farti ricordare, come le due gemelle. Ti chiederai chi sono i personaggi che ho appena citato, bene, entra pure, la porta è sempre ap...