Vedo una cascata rossa.
Fatta di onde disomogenee.
Alcune mi ricordano i lamponi, altre le fragole e altre ancora le arance.
È la luce brillante di un sole sorto ormai da ore, che crea delle sfumature del tutto naturali su quella cascata di capelli. Sono così lunghi che sfiorano le cosce, per quanto quelle gambe infantili non raggiungano centimetri così elevati.
E ancora mi guardo intorno, sono come un telespettatore comodamente seduto su una poltrona, affascinato e completamente catturato da ciò che viene proiettato sul grande schermo di un cinema.
Camelie rosa.
Avvolgono la vegetazione ornandola di un colore che non sia solamente verde.
Ai miei piedi un ruscello.
Mi avvicino, voglio vedere il mio riflesso.
Mi viene spontaneo pensare a cosa sto per vedere e mi sorprende non riuscire a figurare niente nella mia testa.
Di che colore sono i miei occhi?
Quanto sono lunghi i miei capelli?
Quanti centimetri raggiunge il mio corpo?
Ma non riesco a dare risposta e forse mi consola il fatto che starò per scoprirlo.
Quando guardo nello specchio d'acqua, non vedo che degli occhi verdi e brillanti.
Enormi occhi.
Sono contornati di bianco, fino a che il marrone non taglia di netto la loro forma e si disperde su tutto il resto del viso. Scorre giù per il naso, ma lateralmente sbiadisce di nuovo, mettendo in evidenza un naso quasi perfettamente tondo e nero come la pece.
Quasi mi chiedo se non ci si sia posato un calabrone gigante, là sopra.
I peli escono dalle orecchie a punta, fanno capolino giù dal collo e riempono ogni spazio che trovano.
Quello non è il viso di un essere umano.
«GUARDA!»
Mi spavento e mi sento cadere all'indietro.
Per quanto sia chiaro che quella voce squillante, ma dolce al contempo, appartenga alla bambina dai capelli rossi, mi sorprende e riporta la mia attenzione su di lei.
«Ci sei tu qui!»
La vedo china davanti ad una parete rocciosa che si spinge fin dietro ad una cascata.
Stavolta una vera, cascata.
Ma che sta facendo? Mi chiedo e la risposta mi arriva subito quando la vedo alzare un braccino e stringere fra due ditina una pietra, o meglio, un cristallo di un verde brillante.
«C'è Jade!»
Insiste.
Ed ora, all'improvviso, desidero vedere il volto di quella bambina, ma quando sta per girarsi e correre verso di me, un raggio di luce si abbatte su quella pietra che tende al cielo come fosse uno scettro e lei una piccola regina.
La luce si riflette verso di me e mi abbaglia, costringendomi a chiudere gli occhi, ma io voglio vedere....vedere....voglio aprire..

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JADE - Le cronache dei lupi
Người sóiQuando un lupo sceglie la sua compagna per la vita.. razza, età, religione; nessuna classificazione ha più valore e Cassandra non ha niente di tutto ciò in comune con Jayden. Lui, giovane aitante dagli occhi di Giada, è un membro della tribù dei C...