Capitolo 2

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Arrivata a casa, scrissi subito ad Alice, una mia tipo amica-cugina di centesimo grado, che vive dalle parti del Friuli. La reputo come una migliore amica, solo che non la vedo mai.. Però spero di andarla a trovare quest'estate, poi lei è anche amica di Ryan, che è il mio idolo, e quindi ha detto che se vado a trovarla me lo fa conoscere.

Aliii non ti puoi immaginare!! Appena puoi scrivimi che facciamo una videochiamata. Mi raccomando sbrigati che è urgente❤

«Ma tutta 'sta allegria?» mi chiese Jessica entrando in camera. Le raccontati tutto.
«Ma guarda un po', uno strano esemplare di Greta innamorata » mi disse ridacchiando.
«Jess, ti prego, vieni con me a cercarlo, domani dopo scuola? Andiamo all'asilo, portiamo Denise a casa e ci facciamo un giro. E logicamente vediamo se lo becchiamo.» la supplicai.
«Oh, lo faccio solo perché tu mi hai aiutato con Chri...» stava per dire, quando Clarissa entrò gettandosi sul letto.
Era rossa in viso.
«Oddio raga» ci disse.
«Che succede, ci fai preoccupare così..»
«Beh.. In pratica, stavo tornando da casa di una mia compagna e ho sentito dei rumori provenire dal muretto qua davanti.. Si sentivano tipo degli squittii, ma non so bene cosa era... Comunque mi sono avvicinata e c'era Daniele con dei bambini che sembrava stessero colorando qualcosa... E poi uno fa "Non vedo l'ora che sia pasqua e mangiarmelo.. Mia mamma mi farà i complimenti e mi darà tante uova. Siamo dei geni" e Daniele ha aggiunto "Si, ma dei geni del male"e poi si sono messi tutti a ridere. Io ero scioccata, e ho aspettato che andassero via.. Ognuno si è portato via una specie di gabbia per gatti con sopra un telo... E io ho seguito Daniele. È entrato nel garage di papà, quello che non usa mai, con una gabbia in mano. E quando è entrato in casa, sono entrata dalla finestra e ho visto un piccolo coniglietto con dei segni neri sulle orecchie, sull'occhio e sulle zampe.. Hanno usato i pennarelli per maltrattare quei poveri animaletti. Che bastardi. Io non me ne rimango certo zitta eh.. »
Ascoltai tutto senza fiatare. Avevo paura, schifo e.. Non so cos'altro. Daniele? Quel bambino che sembrava così innocuo? Ma se a otto anni fa questo, a tredici cosa fa?

«Clarissa.. Io e Vanessa quando stavamo tornando da pallavolo abbiamo visto un negozio di animali con un cartello, svuota tutto: venite a prendere dei bellissimi animali a pochissimo prezzo. Probabilmente gli hanno presi da lì». Ci informò Jessica.
« Diciamolo a papà. Lui ci crede. E poi abbiamo le prove. Sappiamo dove sono, vero?» dissi io, che fino a quel momento ero rimasta zitta. La mia gemella annuì.

Prima di cena, raccontammo tutto anche a Vanessa.
«Clarissa, puoi venire di là ad aiutarmi con i problemi di geometria? Proprio non ci riesco...» disse Daniele finita la cena.
«Ma tesoro, chiedi ad Alessandro per geometria che lui li sa fare i problemi» intervenne Arianna. Alessandro è mio padre.
Niente, lui voleva Clarissa. E aveva un motivo..

Più tardi, ci disse che Daniele la aveva vista entrare nel garage e che se lo avremmo detto ad Arianna avrebbe detto a papà che io avevo un ragazzo. E lui come faceva a saperlo di Leonardo???

IL GIORNO DOPO, FUORI DALL'ASILO.

«Scusa.. Sei tu Greta? Ah si, ciao, sono Leonardo, quello di ieri ti ricordi? » mi chiamò. E come si fa a dimenticarsene?
«Uh.. Ehm.. Si ciao. Lei è mia sorella Jessica. Jess, lui è Leonardo. Quello di ieri.» Oddio, quanto era bello.
Dopo le presentazioni, ci comunicò che lui andava a fare un giro in stazione e ci chiese di andare con lui. Io rifilai Denise a Jessica e ci andaii con lui.
«Allora.. Conosci già qualcuno qui?» chiesi
«Io? Certo. Conosco Giorgio, Mario, Miriam, Alice, Giorgia, la Natazzi, Nicole..» mi rispose con aria di sapientone.
«Ah cavolo. E come mai nessuno mi ha mai parlato di te?»
«Non so. Però ti prego, se c'è Simone Biancazzi con la sua tipa, com'è che si chiama già.. Ah si, Sofia. Beh, se ci sono loro andiamo via.»
«Si, okey, ma.. Perché? » domandai curiosa.
«Perché... Mi prendono in giro per via della mia altezza. E dicono che per essere un 2001 faccio schifo. Io lo odio, Simone.» In effetti, mi superava le spalle a malapena. Ma, secondo me, lo rendeva più attraente.
Arrivati in stazione, c'erano dei miei compagni e gente che conoscevo, tra cui Miriam. Appena vide Leonardo gli andò incontro. Aveva su una felpa leggerissima e sotto un top con la minigonna. Io la odio, quella ragazza. Si crede la reginetta del mondo, ma non lo è affatto.
Dopo un po', le venne la brillante idea di giocare a obbligo o verità. Io non volevo, ma tutti gli altri giocavano, così mi aggregai. Ci sedemmo tutti sul prato.
I primi obblighi erano semplicissimi. A me non mi avevano ancora chiamato.
«Vediamo un po'... Miriam. Obbligo o verità? » chiese Samuele.
«Obbligo»
«Eh.. Vediamo.. Dunque.. Bacia Leo.»
Tic. Il mio cuore che si crepa.
«Cosa? Ah, vabbe, va bene. Ma baciare o abbracciare?»
Di' abbracciare, di' abbracciare, supplicai nella mia mente.
«Bacio» Ti odio Samuele, pensai
Tac. Il mio cuore spezzato.
Miriam si alza, va verso Leonardo.
Leonardo guarda Samuele e gli fa un occhiataccia.
Samuele ridacchia.
Miriam sorride.
Leo mi guarda.
Miriam si china su Leo.
Leo indietreggia.
Leo sbarra gli occhi.
Miriam avvicina la sua faccia a quella di Leo.
I loro nasi si toccano.
Mi volto, mi scende una lacrima.
NO. Non di nuovo
Mi volto giusto quando le loro labbra sono a un millimetro di distanza. Ho paura.

Da sole contro il mondoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora