Capitolo 4

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"Oggi in stazione cosa?" scrissi io, senza pensarci.
(A)nsia?
(N)o.
A(S)solutamente
(I)o
Non ho paur(A)
"Io non so come dirtelo... Ma aspetta.. Io non ti piaccio giusto?"
"No ma va.. Perché questa domanda?" risposi in fretta.
Ma no, ma va, non mi piace mica.
"No perché oggi in stazione... credo di aver capito che mi piaccia Miriam... E te lo volevo dire per non illuderti nel caso io ti piacessi"
Colpo al cuore.
"Ah tranquillo." scrivo dopo un po'.
Mi manda un audio.
«C'è però tu sei simpatica.. Come amica.. Ma poi con Miriam è strano perché mi sta troppo appiccata a volte... In realtà piú che piacermi... Non so spiegartelo, »
"Capisco". Avevo le lacrime agli occhi.
Le mie sister mi vennero vicino e mi coccolarono, come quando eravamo bambine e ci stringevano tutte intorno alla mamma.
Mi ricordo particolarmente un giorno d'estate, noi eravamo tutti al mare a Jesolo. Avevamo 7-8 anni, e quel giorno pioveva. Siccome non potevamo uscire e faceva piuttosto freddo, ci eravamo messe tutte noi 4 sotto le coperte del lettone. Mamma e papà erano davanti a noi seduti. Giocavamo all' indovina chi. Che bei momenti, quelli. Quando eravamo uniti. Quando i nostri genitori non litigavano mai. Quando andavamo in vacanza tutti insieme. Poi un giorno, noi sorelle eravamo sotto le coperte di nuovo.. Ma non voglio parlare ora di questo.

Leo❤ sta scrivendo...

«Ahhh ragazzeeee aiuto ragazze venite subito vi pregooo. Alessando dove sei??». Ma che vuole Arianna adesso??
Andò Vanessa di là. In un batter d'occhio torna.
«Raga, dice che si sono rotte le acque e sta per partorire. Veloci, chiamo papà, vesto i bambini e andiamo all'ospedale». Oddio.
«Jessica, o qualcuno, andate ad aprire il garage, ci dovrebbe essere qualcosa per il piccolo» ci disse mio padre in preda al panico.
«NO!!» sentimmo urlare dalla stanza di fianco. Ci voltammo tutti, tranne Arianna che era lì sofferente.
«Ehm.. Voglio dire, posso andare io..?» disse Daniele. Oddio la storia dei conigli!! Me ne ero quasi scordata.
«Grazie Dani, ma non so se ci arrivi, al massimo fatti accompagnare da Vanessa.» disse mio padre. Mia sorella e il mio fratellastro si diressero svelti verso le scale, mentre noi altre ci guardavamo preoccupate.

VANESSA POV'S
E adesso che dico? C'era molto imbarazzo.
«Daniele mia sorella ti ha sentito... Cosa hai inenzione di fare a quei poveri animali? E poi dove li hai presi? A quel negozio svuota tutto vero??»
«Anche se fosse affari miei» rispose brusco, con lo sguardo basso. Entrammo in garage e accesi la luce.
Sq qq
Feci un urletto. Oddio, ma erano piccolissimi!
«Sbrigati e non perdere tempo! Sono là in alto» mi ordinò mettendosi tra me e i coniglietti.
Ma chi si crede di essere? Adesso lo sistemo io.
«Senti bello, è già tanto che non ho detto a nessuno dei conigli, quindi cerca di abbassare il tono con me perché hai otto anni e gli ordini al massimo li dai al cane ok?» Io sono gentile quanto vuoi, ma se qualcuno mi fa arrabbiare... Esplodo.
Fuori c'erano già tutti che stavano entrando in macchina, quindi chiudemmo il discorso facendoci un' occhiataccia a vicenda.

Circa un'oretta dopo ( Greta pov's)

«Possiamo entrare?» chiese Vanessa a un'infermiera indicando la sala parto.
«Ovviamente. Il parto è andato alla perfezione. Ma siete tantissimi!! Vostra madre ha partorito un botto di volte!!» disse lei ridacchiando. Era una donna sui trent'anni, truccata come se dovesse andare ad una festa.
«Oh no, noi quattro siamo le figlie del fidanzato.. Solo loro sono figli suoi. » dissi io indicando i bambini.
«Oh scusate. Comunque entrate due alla volta, per favore.» Io e Vane ci guardiamo.
Alla fine entrammo noi due.
Ci avvicinammo alla porta e sentimmo dei bisbiglii.
Stavo per bussare, quando la sua mano mi trattenne.
Lei appoggiò un orecchio, e io feci lo stesso.
«Andiamo Ari!! Per loro sarà già uno scandalo questo, non credi dovremmo aspettare a dirglielo? » disse mio padre. Vane spalancò la porta di colpo.
«A dirci cosa?» chiese.
Mio padre diventò pallido e Arianna sembrava frustata.
Non notai nemmeno il bambino che aveva in braccio, avvolto com'era nelle fascie. Mi avvicinai nello stesso momento in cui entrò Denise.
Mio padre fece segno a mia sorella che ne avremmo parlato dopo.
«Come si cama?» chiese Deni con quella vocina che a volte odio.
«Mattia amore, ed è il tuo fratellino.» disse sua madre facendomi rimanere a bocca aperta.
«Non ha la faccia ne da Loris ne da Flavio.» spiegò Arianna, come mi avesse letto nella mente. Annuii.
Poi, circa due orette dopo, io e le mie sorelle tornammo a casa con papà e i figli di Arianna in braccio. Dormivano profondamente. Li capisco, in fondo sono bambini ed è l'una passata.
Una volta a casa, controllai velocemente i messaggi.
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