Capitolo 6

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Mi doveva presentare lui? Svengo. Lui era...

«Manuel! Che ci fai qui tu?»

«Ehm... Io.. Ecco mi sono trasferito..» mi dice lui, imbarazzato.  Io mi alzo e gli vado incontro
« Di nuovo? E poi perchè non mi hai detto niente? Ci siamo sentiti l'altro ieri!» dico alzando leggermente la voce.
«Ma io... Ce volevo farti una sorpresa, tutto qui.»
«Ti aspetti che ti creda? E poi che ci facevi dietro al Mc con quella troia di Miriam?» urlai. Ero furibonda.
« Ah ma allora eri tu!! Beh noi stavamo parlando, tutto qui. Non stavi ascoltando spero.. Erano cose private..» disse Manuel tranquillo.
«No... Ma perché non mi hai detto nulla?» cercai di calmarmi.
Tutto d'un tratto sentii uno squillo provenire dal borsone di Clarissa.
Mamma
«Pronto mamma adesso non possiamo parlare molto siamo in giro che c'è? Eh?? Ma sei impazzita? Sei andata a Parigi per lavorare non per divertirti! Vabbe adesso non ho tempo ti chiamo stasera. » rispose, visibilmente nervosa.
Thomas chiese cosa succedeva, e lei in tutta risposta disse di andare un attimo in bagno, dove noi sorelle ovviamente la seguimmo.
Appena entrammo iniziò a parlare in modo sarcastico.
«Belle notizie raga, fra due settimane andiamo a Parigi al matrimonio di nostra madre con un uomo che conosce da una settimana ma lei pensa sia perfetto. Meraviglioso non trovate?»
Noi, scandalizzate, iniziammo a urlare cose a caso, finché non entrò Leonardo a chiedere se era tutto ok. Decidemmo di calmarci e riparlarne la sera.
Io e Manuel non ci rivolgemmo più la parola, ma gli dissi che lo avrei chiamato quella sera.
Dopo qualche minuto, però, ci accorgemmo che era quasi ora di prendere il bus, così, dopo esserci scambiati tutti reciprocamente i propri numeri, io e le mie sorelle ci dirigemmo verso la fermata. Avevamo tutte un sorriso stampato in volto, tranne Vanessa che era perplessa.
«Raga io non vengo a Parigi» ci disse.
«Cosa?? Eh?? Perché scusa?» iniziammo a dire. La gente vicina a noi ci guardò malissimo, ma non ci importava nulla.
Lei iniziò a piangere nascondendosi nella camicia, e noi cercammo di consolarla fino a quando il bus si stoppò alla nostra fermata. Dal finestrino vidi che sotto c'era papà con i bambini di Arianna. E lui che voleva ora?
«Ragazze finalmente. Andiamo a casa» disse preoccupato. Cosa ci nascondeva? Io avevo nascosto i sacchetti dei negozi negli zaini delle mie sorelle pallavoliste, per nasconderli a papà.

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Arianna era seduta sul divano che allattava Mattia. Vicino a lei c'erano 4 pacchetti, 3 grandi come delle scatole delle scarpe, l'altro piccolino.
«Arianna ha pensato di prendervi dei regalini, spero vi piacciano. Tieni Cla, questo è per te.» disse papà porgendole il pacchetto piccolo. Lei era sconvolta, insomma, Arianna che ci fa dei regali? Qua c'è puzza di bruciato. La mia gemellina fece un sorriso finto e scartò il "ragalino". C'era una cover trasparente 3D, con i brillantini fucsia che salivano e scendevano nelle bolle.
«Oddio, è bellissima, grazie Ari, grazie papà!!!» rispose estraendo da una tasca il suo iPhone. In effetti era molto carina.
Poi mi porse un pacco a me, che aprii senza dire nulla. Il pacco mi cadde appena lo aprii. Mi misi una mano davanti alla bocca, poi aprii bene la scatola. Si, avevo visto bene. C'erano le scarpe più belle del mondo dentro. Le infradito rosse della All Star!! Le ho sempre amate... Ma non le ho mai trovate in giro..

Abbracciai mio padre e mi misi seduta accanto a Arianna, senza proferire parola

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Abbracciai mio padre e mi misi seduta accanto a Arianna, senza proferire parola.
Arrivò Vanessa dal bagno (era andata a lavarsi la faccia dopo il pianto) e papà prese gli ultimi due pacchi alle mie sorelle, dicendo:
«Avevate le scarpe da pallavolo tutte rotte e Ari ha pensato di comprarvene un altro paio.»
Erano uguali, delle tennis nere con il segno Nike fucsia.

Jessica ringraziò allegramente, mentre Vanessa se ne andò via dicendo «Non era necessario»Io, per rompere il silenzio, chiesi il perché di tutti quei regali

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Jessica ringraziò allegramente, mentre Vanessa se ne andò via dicendo «Non era necessario»
Io, per rompere il silenzio, chiesi il perché di tutti quei regali.
«Beh, noi dobbiamo dirvi una cosa.. Vanessa per favore vieni un attimo» disse papà. Ecco appunto, sapevo che c'era qualcosa sotto. Mia sorella arrivò con gli occhi rossi, e si sedette vicino a me sul divano.
«Beh ragazze... Come forse avrete intuito dobbiamo parlarvi... Di una cosa molto seria, che ci preoccupa abbastanza.» annunciò mio padre, al quanto nervoso. Rigirava nervosamente tra le dita un portachiavi a forma di macchina d'epoca, la sua passione.
Mi voltai a guardare il nuovo arrivato in casa, Mattia, che era tra le braccia di sua madre, impegnato a giocare con il nastrino che teneva il suo ciuccio attaccato al body azzurro.
Mio padre proseguì: «Quando eravamo all'ospedale, Greta e Vanessa hanno sentito me e Arianna parlare di una cosa.. - disse guardando prima me e poi Vanessa- beh ecco quella cosa è una decisione che abbiamo preso io e Ari, anche per il bene del piccolo, ovvio.» Iniziavo a preoccuparmi.
Arianna prese la parola: « Vogliamo sposarci. Da qualche mese in realtà, ma non ve lo abbiamo detto perché non eravamo del tutto sicuri» Vanessa si alzò borbottando qualcosa che non riuscii a capire. Nonostante i tentativi di mio padre di farla tornare, lei non arrivò, quindi mio padre ci disse di riferirle che, avendo parlato oggi con nostra madre e venendo a conoscenza del suo matrimonio, aveva capito che i due matrimoni coincidevano lo stesso giorno, na nessuno dei due si poteva annullare.. Quindi noi dovevamo scegliere a quale dei due andare...
Dopo varie domande, noi ragazze raggiungemmo Vanessa nella mansarda dove dormivo con la mia gemella. Stava leggendo un libro nuovo, Sarò la tua ombra, e non stava più piangendo, anzi, sembrava allegra e spensierata. Decidemmo di approfittare del momento di calma per raccontarle tutto; lei semplicemente disse: « Io non ci vado a Parigi, come fa mamma a sposare uno che conosce da una settimana? Ma dai, per favore. E ora pure papà ci si mette? Vabbe, lui almeno convive e ha già un figlio con Arianna, è già più comprensibile. Voi cosa fate?»
Prese la parola Jessica.
«Vane sinceramente nemmeno io credo sia un matrimonio che duri, però mamma ci tiene davvero molto, e poi farci un giro a Parigi non sarebbe nemmeno male. Ho letto che li i matrimoni anche li fanno all'aperto, quindi sarebbe una di quelle robe fighissime  che si vedono nei film americani.» io e Clarissa annuimmo, e lei aggiunse:
«Mamma al telefono era davvero entusiasta. Con papà abbiamo già trascorso tanto tempo, abbiamo visto nascere Mattia, e poi se andiamo a Parigi salteremmo anche qualche giorno di scuola, il che non sarebbe nemmeno male, uno stacco prima della fine farebbe sicuramente bene.»
Vanessa sorrise, e per un momento mi sembrò che quegli occhi profondi luccicassero.
« Ci penserò. Domani ne riparleremo» disse prendendosi un elastico dal polso e facendosi uno chignon svelto. Un riccio le cadde davanti agli occhi, facendo sembrare quel suo viso ancora più fotogenico. Poi si alzo e se ne andò verso il salotto.

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