Capitolo 7

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«Sveglia dormigliona!!» la voce di una delle mie sorelle mi svegliò di soprassalto. Odio la gente che mi sveglia urlando, abitudine che aveva spesso mia madre. Lei arriva li, magari nel bel mezzo di un sogno, e ti urla dietro. E magari ha pure il coraggio di lamentarsi se poi sei storta e le rispondi male. Quella mattina però non avevo voglia di fare storie, perché era già tanto che papà ci aveva detto di rimanere a casa per decidere bene cosa fare. Con tutta la testa che ci hanno fatto ieri, stanotte ho sognato abiti da sposa e confetti ovunque.
Comunque la scuola finirà fra meno di un mese, e da una parte non vedo l'ora, dall'altra sono terrorizzata dagli esami.
Avevo ancora gli occhi chiusi e la testa sotto il cuscino, ma ero cosciente e riconobbi subito la voce di Clarissa.
«Guarda che un'oretta fa ti sarà suonato il telefono 3-4 volte eh» mi disse. Io iniziai a pensare quale genio del male potesse chiamarmi di mattina, quando praticamente tutto il paese sa che sono una pigrona.
Dopo un po' mi alzai, mi infilai un paio di leggins neri con una maglietta leggera nera con una stampa dei Minions e scesi di sotto con il telefono in mano. Come mi aveva detto Clarissa, sulla schermata di blocco mi dava 4 chiamate perse.
3 chiamate perse da Manuel
1 chiamata persa da Miriam
Miriam?? E che cosa voleva? Sara per la storia del Mc?
Richiamai solo Manuel, dato che ieri sera non lo avevo fatto.
La conversazione andò più o meno così:
Manuel: "Ah buongiorno"
Io: "Sai che la mattina dormo. Bene. Ora voglio la verità"
Manuel: "Te l'ho detta la verità. Mi sono appena trasferito."
Io: "E che ci facevi con Miriam?"
Manuel: "È una ragazza molto simpatica... Stavamo chiacchierando... Non so perché la odi tanto.."
Io: "Andiamo Manuel!! Siete già stati insieme una volta e ti ha fatto stare da cani, non lo capisci proprio che la gente come lei vuole solo divertirsi? Non hanno un cuore le troie."
Manuel: "Non è così Greta! Lei è diversa, è cambiata. Apri la mente, cavolo!”
Io: "Ma dai, davvero ci credi a quelle cazzate?" (Risatina)
Manuel: " Dalle un' opportunità"
Io: "Si, gli do l'opportunità di andarsene"
Manuel: "Greta per favore.."
Io: "Ma per favore cosa? Adesso è lei la tua migliore amica? Hai dimenticato tutto quello che ho fatto per te? Tutte le volte che ti ho consolato perché piangevi per causa sua?"
Manuel: "No.."
Io: "E allora non sostituirmi, che io un cuore ce l'ho mica come quelle là"
Poi ho attaccato. Ero furiosa.
Neanche a dirlo, dopo qualche minuto mi richiamò Miriam.
Nemmeno il tempo di dire pronto che già parlava:
"Ho bisogno di parlarti. Ci vediamo venerdì alle 20 davanti alla scuola. Puntuale. Sarò breve"
E poi mi ha attaccato. Ovvio che ci andavo, volevo proprio vedere cosa si inventava.
Decisi di scrivere il buongiorno anche a Leonardo, che mi risposte subito. Io volevo chiedergli una cosa, quindi gli scrissi subito andando al dunque, senza vari "Come va" o "Che fai".
Scusa ma tu da quanto conosci Manuel? E lui da quanto vive ?
Ricevuto.
Online.
Letto.
Sta scrivendo.
Messaggio da Leo

Però non lo potei aprire subito, perché la porta di ingresso si spalancò e arrivò un venticello seguito da un' allegrissima Vanessa con gli occhiali da sole e cappellino nero della adidas. Ehy, ma quello era il mio cappellino!!
Prima che potessi dire qualcosa, lei urlò:
«Ok raga, partiamo venerdì sera alle 10:30 e ci accompagna la zia Carmen.. Il ritorno è previsto per mercoledì sera... Vi va bene?»
Io per tutta risposta  le saltai addosso riprendendomi il cappello e baciandole la guancia.

Il messaggio di Leo diceva così:
Guarda io non ho ben capito cosa sia successo tra voi, però preferisco che te lo spieghi lui... Non prendertela💗
CON IL CUORE!! Io stavo morendo male, ma poi iniziarono i dubbi: nella risposta i cuori li dovevo mettere? Perché se non li mettevo sembrava che non mi erano piaciuti e che non volevo che lui li mettesse, ma se invece li mettevo sembrava che non aspettavo altro.. Alla fine gli mandai un "Tranquillo, capisco😉💜" con il cuore viola e l'occhiolino..
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                        TRE GIORNI DOPO, VENERDÌ ALLE 18:30

Ancora non sapevo bene cosa indossare, perché sapevo che dovevo essere carina per far capire a Miriam che anche io so essere bella, ma non troppo, sennò avrebbe capito che mi volevo far vedere. Dato che fuori faceva abbastanza caldo, pensavo una gonna con una maglia leggera... Ma non sapevo ancora quali.
Chiamai Jess per farmi aiutare, ma lei mi consigliò di mettermi sono la maglia nera a maniche mezze che mi avevano regalato al mio compleanno, e poi lei mi avrebbe prestato una gonna nera. Sarebbe stato poi il look per partire, dato che due ore dopo l'appuntamento con Miriam saremmo dovute correre all'aeroporto.. Dato che da casa mia ci mettiamo circa un'ora, partiamo alle 9 e io devo essere fuori casa alle 20:50 per aiutare mio padre (ci accompagna all'aeroporto) a sistemare le valigie. Quella mattina avevo chiesto a Miriam se sarebbe stata una cosa lunga, ma lei mi ha assicurato che in quarto d'ora avremmo finito.
Jess mi fece vedere una mini nera a fiori bianchi, e poi mi consegnò una lunga collana color oro con una piuma finale. Era perfetto, quindi affermai:
«Wow, si perfetta, un po troppo appariscente forse... Ma vabbe, ci sta benissimo con le adidas superstar nere... »
Lei, al posto di rispondermi, scoppiò a ridere, cosa che mi fece quasi rimanere male. Poi disse:
«Ma per favore... Sai cosa ci vuole per te? Dei tacchi. Guarda, solo per andare in Francia te li presto... Però non me li rovinare. Me li ha regalati Sofia, perché lei ne ha già un paio, però io non so con cosa abbinarli... Poi non vado in giro così. Invece te, per stasera, che devi uscire con una ragazza che si crede chissachi, sono ideali. E poi per andare in Francia vestita così stanno troppo bene.. Sono dei tronchetti a tacco alto»
Detto questo inizio a cercarli. Ma seriamente sperava di farmeli indossare? Erano altissimi, roba che sarei caduta dopo un passo. Insomma, mi rifiutai, così andai a farmi una doccia veloce e trovai degli occhiali a lenti scure di Vanessa, che dopo varie urla me li prestò per quella sera.
Dopo cena, mi vestii in fretta e andai a salutare mio padre, che stava imbiancando la nuova camera di Mattia. Quel bambino è viziatissimo. Vabbe, comunque, lui stava scendendo dalla scala (stava ripassando il soffitto di azzurro) quando successe l'imprevedibile. Il pennello azzurro cadde dal barattolo finendo sulla parete di fianco a me. Fin qui tutto bene, se non fosse che la vernice è schizzata finendomi sulle scarpe e facendogli una chiazza azzurra sulla punta e sui lacci. Io iniziai a urlare, e subito arrivò Arianna a urlare che il bimbo si appena addormentato e di stare calmi (quando era LEI ad urlare!), e poi iniziandomi a dire che se le lavavo subito andava via... Io le consegnai le scarpe e disperata andai a cercare le All Star nere... Ma purtroppo erano, insieme a tutte le altre, nella valigia n macchina... Mi rimanevano solo le Converse tutte colorate, che ovviamente stonavano tantissimo... Insomma, in poche parole, per evitare di arrivare in ritardo, dovetti accettare i tronchetti di Jessica...

Arrivata a scuola vidi una ragazza seduta sui primi scalini a gambe incrociate.
Aveva le adidas argentate, e indossava un vestito che non so nemmeno se si potesse chiamare così, minuscolo com'era.
Aveva il corpetto attillatissimo, nero, e una gonnellina svolazzante trasparente a fiori colorati. I capelli erano raccolti in una coda altissima in stile Ariana Grande, ma con alcuni ciuffi fuori.
Appena mi vide, mi squadro da capo a piedi e formulò la prima di tante frasi:
«Oh, ma dove credi di essere o di andare? » Seguita da una parola che si può dire ha dato il via a tutta quella serata: sette lettere, un insulto.

Da sole contro il mondoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora