{2} Misteri

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Barone

Il falò di inziazione stava andando benissimo fino a che quel pazzo di un Biondino non decise di provare a usare una pistola. Lo stupido sono stato io che gli ho fornito l'arma. Prima di quel momento pensavo che l'errore più grande che avevo commesso fosse stato di dargli una possibilità nella banda. Mi ricredetti.
Penso che quel giorno il Biondino abbia fatto più danni che quella volta che fummo assaliti dai pellerossa. Un consiglio? Mai vendere peluche tarocchi a i pellerossa. Possono diventare molto suscettibili se la loro scimmia di pezza fa "bau bau".
Comunque procediamo in ordine.
Mi ero talmente irritato dalla testardaggine di Percy che gli avevo affidato il pivello, avevo mollato tutto e me ne ero andato.
A volte propio non lo sopportavo. Quando si metteva in testa una cosa, chi lo fermava.
Comunque, ero uscito e mi ero diretto verso la prigione dove tenevamo l'ostaggio.
Entrai e mi diressi verso la cella dove era rinchiusa la nipote di lady Artemis. In quel momento stava dormendo, dopotutto cosa puoi fare in cella se non dormire? Eh si, viva la filosofia del far west. Avrà avuto qualche anno più di me, su i 19. Era una ragazza flessuosa, capelli neri come la pece e un naso alla francese. Indossava un vestito verde scuro con un gilè nero, come in segno di lutto. Mi inginocchiai accanto a lei e mi schiarii la gola. I suoi occhi si spalancarono e passarono dallo stupito all'accigliato. Si mise a sedere, mi squadrò e disse: -puzzate.-. Mi andarono le orecchie in fiamme, come poteva insultarmi a questo modo?
-senta signorina, se non foste dietro le sbarre, un ostaggio, una possibile fonte di soldi e una femmina, vi avrei già fatto fuori- contai sulle dita,poi feci la pistola con le mani e il verso di sparare- propio così- sogghignai quando vidi lo sguardo spaventato e di pena che le era comparso negli occh... aspetta un attimo. Di pena? Le facevo pena? Mah valle a capire le ragazze. Non sapendo cosa dire le chiesi:
-le hanno dato da mangiare milady?- si aggiusto i capelli
- no-
imprecai sotto voce. Percy si era scordato anche di quello..
-vedrò di rimediare- restammo lì, a guardarci nelle palle degli occhi, con sguardi pericolosi. Fui io a spezzare il silenzio. -come ha detto che si chiamava?.- le chiesi guardandola sempre negli occhi
-non l'ho detto.-
-allora lo dica adesso!-
-Bianca.-
-cognome?-
-non lo so-
-come non lo sà!?- esclamai irritato
-mia madre è morta per mettere alla luce il mio fratellino e mio padre è partito per la guerra quando ero piccola. Me lo sono dimenticata. Lady Artemis non è realmente mia zia. Mi ha trovato e mi ha accudita. Lei è la mia famiglia adesso.... Continuo a pensare che lei abbia un odore maleodorante.
-be, mi dispiace deluderti ma la tua "famiglia" non sgancia il riscatto.- mentii. -dovrai abituarti a convivere insieme a noi, persone maleodoranti. - sbottai alzandomi e andandomene via lasciandola di stucco.
Propio quando ero sullo sullo stipite della porta, mi disse: -non pagherà vero?- più che una domanda suonò come un affermazione. Mi girai. Sulla guancia le scese una lacrima.-pensavo che alla fine le importasse di me ma a quanto pare..- disse con voce rotta. Feci per dire qualcosa ma mi trattenni. Mi rigirai e mi avviai verso la tenda di Percy.
Camminai con andatura lenta alzando la polvere a ogni passo. La mia pistola ricadeva sul fianco e sbatteva ritmicamente sulla gamba. Il cappello nero mi copriva e proteggeva la faccia dal sole cocente del deserto del Texas. Stavo svoltando quando una ragazza per poco non mi travolse.
-che cavolo..- sbottai
-scusa capo ma sono di fretta! Ho sentito uno sparo che veniva dalla tenda di Ottaviano.- rispose la ragazza che poi scoprii essere Piper La Meticcia.
-ok. Pensaci tu. Ho altro da fare.-
-va bene capo- rispose e schizzò via.Ripresi a camminare. Piper Mclean non era da molto al campo. Tutti la avevano soprannominata Piper La Meticcia perchè suo padre era un cherokee mentre sua madre una modella New Yorkese. Suo padre se ne andò subito dopo la nascita della figlia. Sua madre la abbandonò poco dopo in un orfanotrofio per meticci. Noi l'abbiamo salvata. L'abbiamo arruolata. Le abbiamo insegnato a difendersi. In futuro, se ne avrà voglia, potrà vendicarsi del padre e della madre.
Arrivai alla tenda di Percy. non persi tempo bussando a una porta che non c'era, e ne scostai un lembo entrando. Dentro era spazioso. Ci sarò stato almeno due volte e (ahimè) per motivi di lavoro.
-Percy?- sussurrai -ci sei?-. La tenda non era molto illuminata. Una sola luce proveniva da uno spiraglio al dilà di un velo blu. Deglutii, mi asciugai i palmi sudati nei jeans e mi avvicinai piano piano al velo. Da dietro proveniva un sussurrio.
Scostai un po' il velo.-percy, sei la' diet..- la voce mi si spense e soffocai una risata.
Percy era lì. Chino su un acquario, a torso nudo, gettando molliche di pane a i suoi due pesci e sussurrandogli parole che pensai fossero inviti a mangiucchiare i pezzettini di pane. Scoccava delle occhiate così dolci a i suoi pesci che desiderai profondamente essere al loro posto. Stavo sudando freddo. Ma avevo caldo. Mah, il deserto.
Va bene a voi posso raccontarlo, avevo una cotta per Percy. Ecco. L'ho detto.
Mi schiarii la voce. Percy alzò lo sguardo così di scatto che le sue ultime briciole di pane caddero nell'acquario.
-ah, emh, ciao capo.- disse interessandosi improvvisamente alla punta dei suoi stivali.
-emh. Percy-.
-perchè... perchè è qui capo?-
-perchè?? Tu mi chiedi perchè?- feci un verso di scherno.
-aspetti un attimo...- rialzò lo sguardo e lointrecciò al mio -mi sono dinuovo dimenticato di qualcosa?- disse arrossendo. Notando il mio sguardo accigliato. Aggiunse velocemente.- qualcosa di molto importante?-
Mi misi le mani nei capelli, dovetti appellare a tutta la mia pazienza per non tirare fuori la mia pistola. All'improvviso mi ricordai che chi avevo davanti era Percy. Percy.
-ma no Percy.- dissi tutto zucchero. -Ti sei soltanto scordato di dare da mangiare alla prigioniera!.
Percy arretrò di qualche passo e poi si mise una mano in fronte e imprecò con un accento lievemente inglese. Una cosa che mi faceva impazzire.
-come posso rimediare?-
-vai a dare da mangiare alla prigioniera.- sbottai
-va bene ci vado subito- si avviò verso di me ma prima inciampò in un secchio con dentro pane ammuffito e latte rovesciandolo dappertutto. Sbuffai ma trattenni una risata. Lui guardò languidamente la pozza lasciata.
-tranquillo chiamerò Andrew, ci penserà lui a pulire...- sogghigniai. Andrew era nella banda da poco e nel falò di inziazione non si era conquistato una buona fama e quindi doveva fare "i servizi di casa" per un anno. È un ragazzino scontroso, orfano da piccolo e io lo odiavo.
-ma, povero Drew... il danno l'ho fatto io... devo pulire io..-
ah una cosa che mo ero scordato di dire. A Percy stava molto a cuore Drew... Un 'altro motivo per detestarlo..
-non mi interessa, è la sua punizione, lui la sconta.- sbottai inacidito.
-ok allora io vado..- ancora barcollante mi superò e si avvicinò all'uscita della tenda.
-apetta un attimo!- presi una camicia dal letto e gliela lanciai.- tieni questa- sussurrai arrossendo.
Lui scoppiò a ridere
-e perchè? Si muore di caldo...- si asciugò una gocciolina di sudore.
-pensavo... no nulla.- lo superai alla velocità della luce e andai verso lo spiazzo dove si sarebbe tenuto il falò lasciandolo di stucco.
Ripresi fiato e osservai i preparativi per quella sera che si stavano svolgendo.
Gente che spazzava, che sistemava le panche, e preparava la legna per il falò. Poi notai due figure, una bionda che zoppicava sottobraccio a una scura. Il biondo è ferito... con uno scatto da atleta corsi da loro.

Smooth Criminal - SolangeloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora