0.3 Cristal

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"Professore." Chiamo l'uomo che c'è alla cattedra alzando la mano.
"Dimmi." Quasi sembra scocciato della mia interruzione, scusa ma io devo urgentemente pisciare.
"Posso andare in bagno?"
"Vai."
Mi incammino verso la mia meta e cerco di camminare il più lentamente possibile così da perdere tempo. Non voglio rientrate in classe e sopportarmi altre due ore di matematica, io proprio non la sopporto, troppi numeri,troppe lettere, poi serve troppa logica, niente non fa per me.
Spalanco la porta facendo un gran casino.
"NON SBATTETE LE PORTE." Urla la bidella dal fondo del corridoio. Alzo gli occhi al cielo.
"SII."
Ahhh, finalmente, non ne potevo più di trattenerla, mai fatta una pipì così lunga. Mi lavo le mani ma alla fine mi metto a giocare con l'acqua come un bambina e mi bagno tutta. Poco m'importa, tanto poi si asciuga la maglietta.
"Stai buttando tutta l'acqua per terra." Una voce parla alle mie spalle con fin troppa serietà, che figura di merda, mi avrà vista tutto questo tempo fare la stupida. Decido di girarmi per vedere chi è, e mi ritrovo Andrea seduto a terra con la schiena poggiata al muro. Stavolta non porta il cappello quindi posso vedere i suoi capelli neri tirati su con del gel, niente di particolare, classico ciuffo che ormai hanno tutti i maschi.
"Non hai notato che forse questo è il bagno delle femmine?"
"Mi ero perso." Risponde semplicemente. Il suo sguardo però non cambia, occhi fissi su di me e mascella serrata. Non sembra neanche la persona che ho conosciuto ieri il che mi vengono tante domande in mente.
"Sicuro di stare bene?"
"Si."
"Vuoi che ti accompagno in classe?" Non risponde. Si alza con una lentezza assurda e mi raggiunge. Che ha intenzione di fare? Gira intorno a me due volte osservandomi attentamente, passo lento ma deciso, le mani in tasca e spalle dritte, forse anche troppo. Si ferma dietro di me per poi avvicinare la sua bocca al mio orecchio. Sento il suo fiato pesante, è immobile e non ha intenzione di spostarsi.
"So dov'è la mia classe." Mi dice con un tono di voce basso come se mi stesse confidando un segreto. Deglutisco. Ho paura, spero sia solo un sogno.
"Un'altra cosa, sta' attenta Cristal."
"Smettila." Sussurro.
"Ti osservo." Lo sento muoversi verso l'uscita e quando sono sicura che se ne sia davvero andato mi volto. Questo ragazzo è strano, non sembrava così la prima volta che l'ho visto, così timido e goffo, ora invece si è dimostrato tutt'altro. Mi ha chiaramente detto di stare attenta, ma a cosa?
Al mio rientro in classe il professore è incavolato, ha ragione, sono stata un quarto d'ora fuori.
"Ti ho messo la nota, la prossima volta non ti mando più."
"Va bene."
"Ah e siediti accanto al nuovo ragazzo, vicino a Monica si ci è messa Ludovica." Ho sentito bene oppure le mie orecchie non funzionano? Lo guardo dalla cattedra, non è più come prima, ha deciso di ritornare il ragazzo innocente, quello che non fa mai niente. Lo vedo alzare la testa dal quaderno e sorridermi, sbatto le palpebre velocemente e mi assicuro che sia davvero lui il ragazzo che prima era in bagno con me. Sicuramente ha qualcosa che non va, come può essere due persone così diverse contemporaneamente, verrebbe difficile a chiunque.
"Allora signorina vuole andare a sedersi oppure vuole rimanere lì per tutta l'ora?" Il professore mi riprende ma io non sono ancora del tutto sicura di andare vicino ad Andrea. Passo tra i banchi e sento una mano afferrarmi.
"Ti prego non fare la scorbutica, specialmente con lui che è molto fragile." Se solo mia sorella sapesse... magari anche lei cambierebbe idea su di lui ma dubito che mi crederebbe se glielo dicessi.
"Va bene." Le rispondo scocciata.
Arrivo al famoso banco e mi siedo il più distante possibile, purtroppo lo nota.
"Senti lo so che non ti sto molto simpatico ma potremmo provare ad assere amici." È gentile, perché finge? Non è più quello pazzo, ma 'il classico sfigato' e devo dire che gli riesce bene questa parte. Possibile che non si ricordi di poco fa?
"Spero tu stia scherzando?"
"No... io... scusa... è solo che pensavo... niente." Eccolo, timido e impacciato.
"Senti credi che abbia dimenticato come mi hai spaventata a morte prima? Togliti questa maschera." Affermo sicura di me, sto iniziando ad innervosirmi.
Si volta a guardarmi dubbioso come se non stesse capendo, bene gli rinfresco io la memoria.
"Eri nel bagno delle donne." Sta volta però capisce che la sua messa in scena con me non funziona, ridiventa serio e con quello sguardo che mi fa venire i brividi. La campanella suona ma noi rimaniamo fermi a fissarci. Poi quando tutti sono usciti dalla stanza parla.
"Ti consiglio di cominciare a scappare ora che puoi perché dopo non mi fermerò." Non rimango a riflettere nemmeno un secondo che mi catapulto fuori dall'aula. Corro verso i pullman e mi mischio tra gli altri ragazzi.

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