Assalto

618 26 5
                                    


Il ricordo lontano di un pianeta fertile e di un popolo prospero, distrutto da un cataclisma. Terremoti e incendi che devastano qualunque cosa tocchino, e la gente felice che si trasforma in una massa urlante e impotente.

Poi una luce, e una strana presenza all'interno di essa.

"Chi sei tu?" domanda l'ignaro sognatore

"Sono qui, solo per te" afferma la creatura, avanzando la mano dalle lunghe e sottili dita.

"NO! – Grida il sognatore, indietreggiando. – Stammi lontano!"

Poi la luce svanisce, rivelando l'interno di un luogo chiuso (un edificio, forse), e un'apocalisse in atto.

"Non voglio farti del male" continuò la creatura, avvicinandosi nonostante i crolli che stavano accadendo intorno a loro.

"NO! Vattene via!" ripete l'ignaro sognatore, poi il rumore di qualcosa che si era staccato dal soffitto lo costrinse ad alzare gli occhi.


"AAAAAAAH" gridò Kisshu svegliandosi di soprassalto, con le mani tremanti e il respiro affannato. Il cuscino bianco era tutto bagnato per il sudore prodotto dal corpo accaldato, e l'aria della stanza sembrava essere diventata pesante come in una serra.

"Che cos'era, un chimero?" pensò l'alieno dai capelli verdi, mentre si alzava dal letto senza far alcun rumore e restando immobile nel buio della camera.

Poco dopo il rumore di una piccola mano che batteva piano sulla porta sostituì il silenzio

"Kisshu è tutto a posto?" era Tart, che dalla camera accanto aveva sentito l'urlo.

Il ragazzo aprì piano la porta, senza accendere la luce per non mostrare i sudori freddi al fratellino.

"Cos'è successo?" chiese ancora quello strofinandosi gli occhi assonnati.

"Niente Tart, è tutto a posto. – Mentì Kisshu abbassandosi un poco per poter essere alla stessa altezza del fratellino. – Mi dispiace di averti svegliato, torna pure a letto" gli suggerì.

"Ne sei sicuro?" domandò l'alieno castano.

"Certo, non badare a me" gli assicurò Kisshu alzando il pollice destro.

"Se lo dici tu... - Borbottò Tart. – Buonanotte" gli augurò prima di tornare nella sua stanza.

Quando la porta si richiuse Kisshu si appoggiò su di essa con la schiena, e si coprì il viso con le mani tentando di cacciare il panico che gli aveva lasciato il sogno.

"Ma perché? - Si domandò di nuovo, cercando la fonte di tutto quel panico. – Eppure non era così terribile". Ne aveva viste di peggiori.

Mancavano ancora alcune ore, prima che la sveglia suonasse il suo trillo, eppure per quanto ci provasse i suoi occhi non si chiusero più.

"Cos'aveva da strillare come una donnetta?" chiese Pai al fratellino non appena la porta della camera di Kisshu si era chiusa.

"Bho, non mi ha voluto dire niente. Però la sua voce aveva un tono strano, e gli occhi erano lucidi" rispose il giovane alieno mettendosi sotto le sue calde coperte.

La mattina Kisshu fu il primo a scendere per la colazione. Ancora non si era del tutto scrollato di dosso l'inquietudine che gli aveva lasciato quello strano sogno, e sul viso si notavano benissimo i segni di una notte passata in bianco.

"Che brutta cera. – Gli disse Naoko quando lui si avvicinò alla mensola per prendersi da mangiare. – Che hai fatto?".

"Niente, non ho dormito bene" affermò semplicemente lui alzando una spalla, e mettendosi subito al tavolo.

Tokyo Mew Mew - Dark knightsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora