"Ormai non ho più alcun dubbio, sulla duplice natura dell'anima di mio figlio. Ciò che mi auguro, ogni giorno, è che nessuno oltre me lo venga mai a sapere: la vita del mio piccolino sarebbe rovinata per sempre, mentre io voglio solo che possa vivere felice come sta facendo adesso".
Lesse Kisshu, seduto su una sedia nel sotterraneo del Caffè sotto lo sguardo indagatore di Makoto, mentre Ryou assisteva al combattimento dal computer. Il giovane alieno era tanto immerso nelle pagine di quel diario, da poterne leggere le parole con il ricordo della voce del padre e con i ricordi che si susseguivano l'uno all'altro. Era così assorto, che le sue orecchie non sentirono l'allarme lanciato da MewBerry: che molto probabilmente i nemici, nonostante il congegno di Pai, erano riusciti a intercettare la loro base e che Rumiko si stava dirigendo là. Se ne rese conto solo quando percepì la classica vibrazione prodotta dall'apertura di un portale, e le grida dei clienti che fuggivano.
"Ooooh Zeruo <3. – Disse a gran voce Rumiko, con un tono che quasi voleva sembrare amichevole. – Vieni a giocare con me, per favore".
"Ci ha trovato!" esclamò Kyle, che era riuscito a scendere nel sotterraneo senza farsi vedere dall'aliena.
"Voi restate qui! – Ordinò subito Kisshu, camminando verso gli scalini. – A lei ci penso io" salì senza nemmeno ascoltare le obiezioni dei tre.
"Zeruooo! – Continuò a strillare Rumiko, svolazzando per il locale. – Forza vieni fuori".
"Al momento non è in casa. – Le rispose Kisshu. – Ti conviene lasciare un messaggio in segreteria" la canzonò.
"Oh, eccoti qua. – L'aliena intrecciò le dita, assumendo un'innocente espressione da bambina. – Però avrei preferito che ti fossi mostrato col tuo vero aspetto: sei carino anche così, ma eri molto meglio prima".
"Spiacente deluderti, ma questa è l'unica faccia che vedrai" il ragazzo evocò i Sai, già carichi di elettricità.
"Peccato. – Rumiko sospirò. – Ma forse è meglio, visto che così non potrò incolparmi di aver rovinato il bel visino di un tempo".
"Lo vedremo".
Utilizzando la sua agilità, Kisshu scattò verso la donna e tentò di colpirla con i Sai dove l'aveva già ferita qualche giorno prima. Non ci riuscì, poiché Rumiko torse leggermente il busto per schivare l'attacco, ma approfittando della posizione ravvicinata il ragazzo si girò e la colpì al volto con una ginocchiata che la fece cadere a terra, in mezzo ad alcuni dei tavoli che erano stati rovesciati dai clienti in fuga.
"A chi dovevi rovinare il viso?" la canzonò, atterrando vicino alla porta della cucina, da dove poi si poteva accedere al sotterraneo, per impedire alla nemica di passare da lì.
"Tu sei..." rantolò la donna, scostando con poca grazia i tavolini che le facevano da ostacolo. La parte sinistra del volto, quella che era stata colpita, era molto arrossata e le faceva male. Nessuno aveva mai osato colpirla in piena faccia.
"Non ti sento".
"Ora vedrai. - Affermò la donna, richiamando a sé la propria arma: un'arpa color verde smeraldo, rifinita in argento. – Ti pentirai di quello che hai fatto" iniziò a pizzicare con le lunghe dita le corde rilucenti dello strumento, dalle quali iniziarono a diffondersi delle vibrazioni che fecero tremare i frammenti di porcellana delle tazze e dei piatti che si erano rotti. In fondo era una melodia piacevole, con un ritmo che saliva sempre fino a che la donna non pronunciò una parola.
"Ultimocanto".
L'arpa risplendette di energia, per poi rilasciare un potentissimo fascio di vibrazioni troppo veloce e troppo grande per essere evitato. Per difendersi Kisshu evocò una barriera che, involontariamente e nonostante non ci fosse stata alcuna trasformazione, si cristallizzò dividendo lui da lei. Benchè il colpo scagliato fosse potentissimo, lo scudo resse senza difficoltà ma il cristallo si incrinò in molti punti.
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Tokyo Mew Mew - Dark knights
ФанфікиDopo la sconfitta di Profondo Blu, le Mew Mew sono tornate a condurre una vita pressoché normale e il pianeta natale di Pai, Kisshu e Tart è stato salvato grazie alla miracolosa acqua cristallo che li aveva riportati in vita. Ma un nuovo pericolo in...