2° CAPITOLO

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Quel messaggio era stato mandato da un certo Louis Tomlinson. Quel nome non mi rievocò nessun ricordo,così decisi di controllare la sua foto profilo. Rimasi con la bocca leggermente spalancata quando riconobbi la persona nella foto: il ragazzo del corso d'inglese. Il mio stomaco era in subbuglio e d'istinto portai le mani al viso incredula,un grande sorriso si formò sulle mie labbra. Digitai un messaggio di risposta: "ehi". Ero sul punto di premere INVIO.

Una sensazione strana mi percorse,fino ad arrivare alla gola dove vi si formò un grosso nodo. Deglutii convinta,cercando di mandare giù il groppo. Non ci riuscii. Sentii la mia insicurezza risvegliarsi;mi sentii uno schifo. Lo sguardo mi cadde sulle gambe. Gli occhi diventarono subito lucidi e una mano si posò sullo stomaco. Mi sentivo in colpa con me stessa. Oppressa da quell'orribile sensazione chiusi il pc e mi diressi in bagno per sciacquarmi il viso. L'estremità della bilancia che sporgeva da sotto il mobile mi attirò. La tirai completamente fuori e ci salii con un senso d'angoscia che aumentava sempre piu' d'intensità. Troppo. Quel numero mi logorava da tanto,era un pensiero fisso in me. Ero troppo;non ero abbastanza,non sono abbastanza.

*

La mattina seguente iniziò col piede sbagliato: litigai con mia madre. Il mio umore si era incupito di gran lunga,causa anche i ricordi della sera precedente. Non so come ma trovai le forze per prepararmi ed andare a scuola.

Tutto quella mattina mi sembrava triste e grigio. Lo scorrere veloce della strada era filtrato attraverso il finestrino dell'autobus fino ad arrivare ai miei occhi color nocciola. Mi ricordava tanto la vita che scorre veloce. Mi ricordava di come,senza accorgermene,non stavo vivendo appieno la mia esistenza e riflettei su quanto tutto ciò fosse triste. Non ero felice e così stavo sprecando la mia vita.

Arrivai a scuola con mille pensieri ad ossessionarmi;il che compromettè di molto il mio grado di attenzione,praticamente pari a zero.

Dopo aver ottenuto il permesso dalla professoressa uscii dalla classe a prendere una boccata d'aria. Sentivo la testa esplodere;la lotta tra il pensare e il seguire la lezione aveva lasciato dolorosi segni.

Mi affacciai alla finestra spalancata del corridoio. Il lieve vento mi rinfrescò il viso,facendo svolazzare qua e là le punte dei miei capelli. I miei occhi vagavano sul panorama che mi si presentava davanti. C'era il via vai frenetico degli autobus e degli altri veicoli. I semafori sembravano pulsare al cambiamento di colore. Frotte di persone passeggiavano per le strade,assorte in chissà quali pensieri. C'era molto caos,eppure quello spettacolo chiassoso mi trasmetteva pace e tranquillità.

Lo scorcio di tempo tranquillo che stavo trascorrendo venne interrotto da una dolce voce:«sai,non dovresti stare così tanto tempo fuori dalla classe». Mi girai di scatto trovandomi davanti un ragazzo dal sorriso beffardo che mi scrutava da capo a piedi. Louis. Una fitta al cuore mi sorprese. Ero molto imbarazzata e sicuramente l'avevo dato a vedere,visto che sentivo un forte calore espandersi sul mio volto. Merda,diventavo sempre rossa quando ero in imbarazzo. Volevo rispondergli,sapevo che aveva ragione,ma non ci riuscii. La presenza di quel bellissimo ragazzo mi faceva venir voglia di scappare a gambe levate;avrei preferito ritornare in classe ad annoiarmi piuttosto che essere lì.

Il silenzio imbarazzante che si era creato fu spezzato dalla sua incredibile voce. «Ci si vede in giro» mi disse,poi mi sorrise e se ne andò. Lo vedevo mentre dandomi le spalle camminava sicuro con le mani nelle tasche dei suoi pantaloni. Poi girò l'angolo e lo vidi sparire.

Mi affrettai a tornare in classe dove la mia migliore amica mi guardava perplessa,avendo notato il rossore che lentamente svaniva dal mio viso. Mi sistemai al mio posto ancora sconvolta; «Ross devo parlarti» le dissi in un misto di euforia e preoccupazione. «Vai,spara» disse con l'ansia data dalla sua curiosa voglia di sapere. «Ti ricordi di quel ragazzo del corso d'inglese?» Le feci tornare in mente ciò che le avevo raccontato il giorno prima. La mia bocca si aprì per ricominciare a parlare,ma la mia voce venne bloccata da quella della professoressa che richiamò me e Rossella. Feci segno alla mia compagna di banco che le avrei finito di raccontare in seguito.

La giornata scolastica finì e con Rossella ci accingemmo a raggiungere l'uscita.

«Prima cercavo di dirti che quel ragazzo mi ha rivolto la parola. Mi ha anche sorriso,un sorriso perfetto» le dissi,lasciando andare un sospiro sognante. Ross mi prendeva in giro sulla mia nuova "conquista",come la chiamava lei.

Le nostre chiacchiere e risate si placarono immediatamente di fronte allo scenario che ci si presentò davanti. Mi sembrò che il cuore avesse smesso di battere: Louis,una ragazza,un intenso bacio.

Scusate se vi ho fatto aspettare,colpa del liceo classico. Spero che il capitolo vi piaccia,commentate e fatemi sapere.

Baci x

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