Capitolo 3

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Tornai in Paradiso. La situazione era veramente critica. Lucifero era stato pugnalato e doveva essere salvato all'istante.

In poche parole:
Niente Lucifero= Niente Inferno
Niente Inferno= Niente Equilibrio
Niente Equilibrio= Il mondo va a puttane!!!

Andai a palazzo dove sicuramente avrei trovato quello che cercavo.  Solo i Serafini potevano accedere al palazzo e solo e soltanto i Serafini potevano accedere alle loro biblioteche. La biblioteca per mia fortuna era deserta e andrai dritta nel settore demoni. Sfogliai quasi tutti i libri di medicina ma non c'era assolutamente niente finche non mi venne in mente una piccola lezione che mi aveva spiegato mia madre quando ero piccola.

FLASHBACK

M: Ricordati tesoro. Quando dovrai curare un demone che è stato ferito da un'arma benedetta, dovrai chiedere o del sangue di Serafino oppure se sei altruista come ti ho sempre insegnato donare tu stessa un po del tuo sangue.

K: Ma mamma perché dovrei dare il mio sangue a loro?  Loro fanno sempre i cattivi con noi

M: Lo fanno perché è la loro natura. Ma noi angeli siamo gentili e disponibili ad aiutare tutti anche loro.

FINE FLASHBACK

In quel momento mi accorsi di aver fatto un viaggio a vuoto. Sfrecciai verso gli Inferi. Le guardie mi fecero passare. Stavolta il corridoio era più affollato ma non me ne importava. Entrai di nuovo in camera di Lucifero come un ciclone e non mi resi conto che non ero nelle migliori  condizioni.

A: Kalissa...sei tornata presto ^^

K: Ho la cura!!

L: Finalmente!! Muoviti a togliermi questo puntaspilli! !

K: Ti avviso. ..all'inizio farà un pò male

L: ok....aspetta...cosa?

Neanche riuscire a realizzare cosa mi avesse chiesto che presi il manico dell'arma e la estrassi in modo molto netto. I consiglieri si tapparono le orecchie dato che Lucifero tirò un urlo o forse un ruggito... (che cazzo era boh).

L: PORCA PUTTANA!!!!!!!!!!

K: Invece di fare il micio spelacchiato prendi il mio polso e mordi..

L: Che?

K: Mordi e bevi il mio sangue, la ferita si rimarginerá e già domani potrai ricominciare a fare le tue solite cose.

Non rispose ma mi morse violentemente il polso. Trattenni un urlo di dolore. La delicatezza non faceva parte del suo carattere dunque. Finii di bere e si rimise sotto le coperte.

K: Come Ti senti?

L: Molto meglio...grazie...ehm...scusa mi sfugge il nome.

K: Non serve che tu sappia il mio nome...e ora me ne posso andare...Astsroth se ci sono problemi avvertimi.

Salutai e me ne tornai in Paradiso.  Era stata una giornata faticosa

Il male ha gli occhi azzurriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora