Le prime tre ore di lezione sono state un disastro. Forse peggio di ieri! Tra noi c'è stato totale silenzio; neanche un piccolo gesto, né uno sguardo. Claire invece ha passato le prime due ore parlottando sommessamente con Alessandro. Non sono riuscita a capire se stessero litigando o meno. Daniele è rimasto rigido al suo posto, guardando dritto davanti a sé, come se fosse immerso nei suoi pensieri. Non ricordo di averlo mai visto cosi silenzioso; fossi stata in un'altra posto, sarei riuscita a guardarlo senza destare sospetti, ma ora mi è impossibile. Mi sforzo talmente tanto di non guardarlo, che quasi mi verrà il torcicollo. Quando finalmente la terza ora termina col solito trillo della campanella, si alza di scatto, rovesciando quasi la sedia e si dirige fuori dall'aula accendendosi una sigaretta. Alessandro inarca le sopracciglia e poi si volta a guardarmi.
« L'hai fatto incazzare? »
Claire a sua volta si volta verso di me, fissandomi con ardore. Mi sento arrossire lievemente sulle gote e mi affretto a rispondere.
« Io non ho fatto proprio nulla! »
Alessandro scuote il capo sospirando e si alza seguendo l'amico fuori. Claire corre al posto di Daniele e gira del tutto la sedia verso di me. Sembra che abbia il fiatone.
« Allora? »
« Allora cosa, Claire? »
Lei continua a guardarmi come se stessi per darle lo scoop del momento. A volte mi sembra di parlare con quelle tre sgualdrine della classe, che al momento hanno seguito i due ragazzi fuori. Non perché lei sia come loro, ma il suo essere ansiosa e premurosa nei miei confronti, la fa sembrare un'assurda pettegola, che con gli altri, ovviamente, lo è per davvero!
« Vi siete parlati? »
Alzo le spalle, dando la schiena al muro e poggiando le scarpe sul bordo della sedia di Daniele.
« Noi non parliamo! Litighiamo! E tre ore fa abbiamo chiuso una discussione amara! »
Claire si morde le labbra e poggia una mano sulla mia gamba.
« Perché avete litigato? Pensavo che dopo ieri avreste provato a parlarvi! »
Arriccio le labbra. A lei devo la verità. Non posso mentirle!
« Guarda che ieri non è successo nulla! È stata una stupida richiesta d'amicizia! E comunque, ci ha provato a parlarmi, ma sono stata io a dire che non avevo voglia! »
Lei spalanca i suoi occhi 'fintamente' verdi e si porta una mano al petto, meritandosi da parte mia uno sguardo truce.
« Perché mai hai detto una cosa del genere! Per l'amor del cielo! »
Sbuffo irritata. So che ha ragione, ma non riesco a comportarmi diversamente con lui. Mi piace, questo è vero. Ma come potrei fidarmi di un tipo come lui?
« Non lo so nemmeno io perché ho detto cosi, Claire! Cerca di capirmi! »
Claire mi guarda come se fossi impazzita. Magari lo sono davvero!
« Come faccio a capirti se non me ne spieghi il motivo? »
Rimango in silenzio, distogliendo lo sguardo dal suo. I miei occhi cadono sulla scritta cancellata sul banco di Daniele e sul suo nome scritto in nero sopra quello di Claire. Fortunatamente lei non ha minimamente guardato il suo vecchio banco, ma potrebbe accadere da un momento all'altro.
« Avanti, usciamo un po'! ho bisogno di fumare! »
Ci alziamo e cerco di affrettare il passo prima che cambi idea. Il corridoio è gremito di studenti che si accalcano alle macchinette, o che affacciati alle finestre, fumano godendosi gli ultimi tepori del mese di settembre. Non vedo l'ora di fare lo stesso. Fumare mi rilassa e mi aiuta a pensare.
Sono cosi immersa nei miei pensieri che Claire mi afferra appena in tempo prima che finisca addosso a qualcuno. Uno sbuffo di risata accompagna il mio lieve rossore sul viso. Claire molla la presa sul mio braccio proprio quando Daniele , la persona con cui stavo per scontrarmi, tra mille studenti nella scuola, rimane pochi secondi fermo a fissarmi negli occhi, per poi essere afferrato da Alessandro e trascinato via. Li sento parlare alle mie spalle ma non so cosa dicano. Senza dire una parola e col cuore a mille, mi avvio verso una finestra liberata da tre ragazzi e mi accendo velocemente una sigaretta. Claire mi raggiunge e poggiandosi al muro mi sussurra piano.
« Quando ti guarda, è come se l'intero mondo svanisse. Guarda solo te e basta. Te ne rendi conto? »
Chiudo gli occhi a quelle parole e tiro una boccata di fumo. Vorrei che la smettesse di dire queste parole. Ma lei sembra non leggermi nei pensieri e sussurra ancora più agitata.
« Vanessa, che cazzo, ti sta ancora guardando! »
Mi volto senza farlo apposta e noto che Claire non si stava sbagliando. Lui è li, circondato dalla sua combriccola chiacchierona. Ma non ascolta le loro frasi, è poggiato al muro, come sostenendolo, le mani calate nelle tasche della tuta e lo sguardo fisso su di me, come se mi stesse spogliando di ogni pensiero. Quando i nostri occhi si incrociano, una serie di brividi mi percorrono la schiena. Non mi aveva mai guardata in quel modo. Mai cosi intensamente. Non mi aveva mai guardata, a dire il vero. Claire si gira di scatto, trattenendo una serie di risolini ed io distolgo lo sguardo tirando ancora dalla mia sigaretta, come se non fosse successo nulla.
« Anche tu oggi sembravi presa da Alessandro! Cosa vi stavate dicendo? »
Claire torna in sé stessa, schiarendosi la gola. Vuol dire che la questione è importante. Si appoggia alla finestra e chiude gli occhi ai raggi del sole. I suoi capelli sembrano attirare tutta la luce. E sono contenta di potermi concentrare su altro, invece che su me stessa e miei stupidi problemi.
« Nulla di che! Abbiamo parlato del più e del meno! Sai, le cose che si dicono tra ragazzi! »
La guardo come se fosse appena caduta su una buccia di banana; lei non farebbe mai una figura del genere.
« Okay, ma da cosa è nato tutto questo? Insomma tu e Alessandro non vi siete mai parlati! »
So cosa sta pensando e spero che tenga per sé i suoi pensieri. Ed infatti lo fa, sospirando. Poi risponde, tornando in sé.
« Lui mi ha chiesto perché mi fossi tinta i capelli e io gli ho raccontato del mio viaggio in Croazia. E da li mi ha fatto piacevoli domande! »
Quasi rido. Alessandro che intrattiene un discorso con Claire?
« 'Piacevoli domande', dici? »
Lei ride al mio posto e la sua risata cristallina mi arriva dritta al cuore. È adorabile quando ride. E non solo.
« Ti stupirai, ma si! È davvero gentile quando vuole! »
Alzo le spalle e nel frattempo la campana della quarta ora suona allegramente. Gli studenti cominciano ad avviarsi nelle rispettive classi, ed anche noi. Mi aspettano altre due ore con Daniele. Poi sarò libera dalla sua presenza. Mi guardo intorno, ma lui dev'essere già rientrato. Ed infatti, quando metto piede in classe, lui è già li, seduto scompostamente al suo posto con Alessandro al fianco. Claire mi guarda terrorizzata, ma io ne sono sollevata. Anche se inutile nasconderlo, un po', anzi troppo, mi sento mortificata. Sono due sensazioni che insieme non possono stare, lo so. Ormai vivo soltanto di queste! Alessandro mi porge le mie cose; Daniele tiene il capo chinò e mastica rumorosamente una gomma. Mi siedo accanto a Claire e sono sicura che solo adesso avrà sollevato lo sguardo su di me. Claire mi tocca una gamba e so che in questo momento, mi è più vicina del solito.
Questa tediosa mattinata è giunta al termine! Anche se tornare al fianco di Claire mi ha fatto sentire decisamente meglio. Adesso potevo girarmi dovunque volessi, senza provocarmi inutili dolori al collo. Abbiamo deciso di incidere anche su questi banchi il nostro nome. È stata una mia precauzione, nel caso dovesse accorgersi che sul vecchio, il suo è stato malamente cancellato. Questa volta la sua scritta risplende di un forte color scarlatto. La mia di un verde speranza. Mi sento assurdamente lagnosa e questo non va bene.
Quando usciamo da scuola, cartelle in spalle e vestiti appiccicati addosso a causa del caldo, siamo sul serio lagnose! I primi compiti sono stati assegnati e per domani ci tocca ripetere dieci pagine di inglese! Non è di certo una delle mie giornate migliori! Claire siede al muretto di scuola e apre il suo specchietto, ripassandosi il gloss sulle labbra. Non so come faccia. Con questa umidità non sopporto neanche i calzini ai piedi, figurarsi il trucco sulla faccia. Mi specchio nel finestrino di una macchina e noto che il mio riflesso appare un po' disastrato; la coda dapprima ordinata lascia sfuggire diversi ciuffi castani , facendo della mia testa un cespuglio. Le guance sono arrossate dal caldo e gli occhi gonfi di sonno. Le mie labbra si piegano in una smorfia di disapprovazione.
« Claire hai un pettine con te? »
So che è inutile aggiustarmi ora che sto tornando a casa, ma non voglio che la gente per strada scappi a gambe levate pensandosi di trovarsi uno zombie davanti. La mia domanda è anche inutile, perché so che Claire nella sua borsa porta più accessori per sé, che non i libri scolastici. Ma la risposta non mi arriva. Quando mi volto verso di lei, non credo ai miei occhi. Alessandro le è vicino, poggiato al muretto e i due stanno ridendo amabilmente come se fossero amici da sempre. Ma il mio sguardo viene catturato da un'altra presenza. Daniele è in disparte a pochi passi da loro e mi sta guardando. Di nuovo. Il mio cuore salta nel petto come un cavallo impazzito. Deglutisco a fatica, guardando le sue labbra schiudersi attorno alla sigaretta che sta fumando velocemente. Mi accorgo troppo tardi di quello che sto facendo, perché lui comincia ad avviarsi verso di me, trascinando i piedi per terra. Claire e Alessandro se ne accorgono perché crollano in un disastroso silenzio. Non so neanche io quello che faccio; afferro la mia cartella da terra e prima che lui possa raggiungermi o dirmi chissà che, volto le spalle al gruppo e mi allontano a passo veloce. Le lacrime mi bruciano gli occhi. Il cuore batte all'impazzata e mi manca l'aria. E questa volta non è per il caldo. Voglio solo urlare e piangere senza motivo. Maledico mentalmente il giorno in cui Daniele è entrato nella nostra classe.
Quel pomeriggio, Claire mi chiede di fare jogging al Gianicolo. Dice di non aver voglia di ripassare inglese e ad essere sincera neanche io ne ho voglia.
Ci diamo appuntamento alle sedici, ed io dopo aver pranzato, mi infilo un paio di leggins neri e una t-shirt fucsia. Rifaccio la coda e mi lavo i denti. Mezz'ora dopo saluto la nonna e mi avvio verso il Gianicolo, che dista almeno venti minuti da casa mia. Il Gianicolo è un piccolo colle di Roma, dove la gente frequentemente si immerge nel verde o fa jogging. Non è strano trovare turisti muniti di macchina fotografiche; infatti da lì, si ha una visione perfetta della città. Visione che ormai conosco a memoria. Non so come abbia fatto mia madre ad abbandonare Roma e a trasferirsi a Milano, dove si dice che ci sia sempre la nebbia, in inverno. Io non ci sono mai stata, ma non ho neanche desiderio di andarci! Mi piace viaggiare, ma in qualsiasi altra città, tranne Milano.
Quando arrivo al Gianicolo, mi fermo all'entrata, il nostro posto di incontro. Fa caldo, l'aria è afosa come se ci trovassimo ai primi di agosto! So già che correre oggi, sarà faticoso! Immagino già la meravigliosa doccia fredda che farò appena tornata a casa. Claire appare all'orizzonte, vestita alla perfezione! Pantaloncino nero e t-shirt celeste. I suoi capelli biondi sono stati legati elegantemente in una treccia morbida e il suo viso tondo risplende come al solito. Arriva già correndo ed io comincio a correre sul posto, preparando le mie povere gambe alla tortura. Lei mi sorride e dopo esserci salutate con un bacio sulla guancia imbocchiamo il primo sentiero alberato, mantenendo un ritmo lento e regolare. Comincio già a sentire caldo.
« Perché oggi sei scappata via? »
Eccola li! Avevo immaginato che il jogging era un motivo per parlarmi a quattro'occhi senza destare i miei sospetti. Le lancio un'occhiata frettolosa che a lei sfugge, concentrata com'è sulla strada che percorre.
« Perché non avevo voglia di affrontarlo di nuovo! E me lo chiedi anche ? »
Lei ed Alessandro avevano smesso di parlare proprio per questo motivo. Questa strana alchimia che si stava creando tra i due mi spaventava un po'.
« Certo che te lo chiedo! Potevate chiarirvi e invece sei scappata via! »
Continuo a correre, affrettando senza volerlo, il ritmo della corsa. Il sole batte violentemente sulle nostre teste e vorrei percorrere un viale inverso a quello che stiamo percorrendo. Ma non mi perdo in inutili chiacchiere.
« Mi ripeto, non avevo voglia di parlargli! E poi mi mette a disagio ogni volta che mi guarda in quel modo! »
Lei sospira e scuote il capo. La treccia dondola a destra e a sinistra.
« Io e Alessandro pensavamo che fosse il momento giusto! »
Con quella frase il mio cuore perde diversi battiti. Mi fermo istantaneamente e lei fa altrettanto, qualche passo più avanti. Inarco le sopracciglia e col fiatone le chiedo:
« Tu e 'Alessandro'? »
Claire capisce cosa voglio intendere e si affretta a rispondere.
« Si è avvicinato per scusarsi del fatto che si è seduto vicino a Daniele! Nulla di più! »
« Scusarsi? Ma ti rendi conto di come stai parlando? Insomma che fine ha fatto l'Alessandro che conosciamo noi?
Adesso è troppo! Scusarsi, poi, come se fosse colpa di qualcuno se loro due si sono divisi. Stringo i pugni lungo i fianchi, cercando di capire.
« Evidentemente non lo conoscevamo abbastanza! È molto simpatico. E con me ride sempre! »
Scuoto il capo, riprendendo a correre. Doveva fare amicizia proprio con il migliore amico di Daniele?
« Come puoi capire queste cose in cinque ore scolastiche? »
Lei mi affianca e sospira pesantemente.
« Non saranno solo queste cinque ore! Ci siamo scambiati i numeri di telefono! »
Mi fermo nuovamente. È come se mi avessero buttato di colpo giù da un trampolino troppo alto. Ed io non so nuotare! I miei occhi cercano quelli verdi della mia migliore amica. Vorrei girarle le spalle e andarmene. Ma come sempre contrasto le mie emozioni e indosso la mia pesante armatura.
« Stai scherzando? Tu e lui? »
Lei mi guarda con compassione e mi si avvicina.
« Io e lui niente, Vanessa! Sta nascendo soltanto un'amicizia! »
Scuoto il capo. Perché sono sempre fraintesa da tutti? Sarò io che so fingere troppo bene?
« Può nascere quel che vuole, Claire! È il fatto che Alessandro sia il migliore amico di Daniele che mi preoccupa! Stai già parlando come loro! "Potevi chiarire e invece sei scappata via come una cretina!" »
Lei incrocia le braccia al petto, corrucciata di fronte alla mia imitazione.
« Non ti ho chiamata cretina! »
« Ma lo hai pensato! »
Claire poggia le mani sui fianchi e mi guarda irritata.
« È quello che pensi tu! Non io! Pensi davvero che da un momento all'altro io possa cambiare la mia idea? Pensi davvero che per un ragazzo io possa tradire la tua fiducia? »
Forse ha ragione. Forse sono io che vedo tutto nero, senza neanche una motivazione valida. Daniele ha provato ad essermi amico, ed io l'ho respinto soltanto per il sentimento che provo per lui. Soltanto per il mio stupido orgoglio da bambina testarda. Un po' come mia madre, mi duole ammetterlo!
Non riesco neanche a vedere il lato positivo della cosa; ovvero una nuova 'amicizia' per la mia migliore amica! È come se tutto il mondo mi stesse scomodo. Come se fossi stata chiusa in una piccola scatola e urlassi inutilmente di uscire. Mi strofino gli occhi con le mani e tiro anch'io un lungo sospiro. La guardo e per un breve istante ho il desiderio di abbracciarla. Ma non è da me compiere questi gesti istintivi. Accenno un debole sorriso e sollevo le spalle, sperando che lei capisca le mie scuse.
« Allora Alessandro ti piace? »
Lei capta le mie sensazioni; ne sono sollevata. Mi prende sottobraccio e mette fine a quella discussione. Non mi piace litigare con lei. Cominciamo a passeggiare per il viale alberato, baciate dal sole. Accanto a noi, alcuni ragazzini giocano a calcio mentre delle mamme portano a spasso i neonati nei carrozzini colorati. L'aria profuma ancora d'estate e magari più tardi potremmo anche prenderci un cono gelato. L'idea mi fa venire subito sete.
« Piacermi? Andiamo! Ci parlo da poco. Però è interessante il suo punto di vista! Ci siamo scambiati un paio di messaggi prima che venissi qui! »
Sono felice per lei, anche se non so come andrà a finire questa storia. Non capisco perché tutto ad un tratto quel ragazzo si sia interessato alla mia migliore amica. Non si sono mai rivolti la parola, se non alle interrogazioni di matematica, ne tantomeno si sono mai guardati in faccia. Sarà forse il cambio di look? Sarà che le sono cresciute le tette? Scaccio quei pensieri e mi concentro sulle sue chiacchiere allegre quando, all'improvviso due tizi cominciano a correrci incontro. Claire si interrompe; sento che trattiene il fiato. La guardo confusa e lentamente seguo la scia del suo sguardo. Quei due ragazzi hanno qualcosa di familiare. Di troppo familiare. Il mio braccio scivola dalla stretta di quello di Claire ma lei si affretta a riprenderlo.
« Non ti muovere, per favore! »
Mi sibila a denti stretti. Perché è ovunque? Roma è cosi grande! E lui dove si trova? Costantemente dove sono io! Come una fastidiosa calamita. Alessandro e Daniele si avvicinano, di cui il primo è molto sorridente. Alessandro indossa i pantaloncini da calcetto ed una felpa gialla, Daniele ha gli stessi pantaloni di tuta di quella mattina e una t-shirt bianca che lascia intravedere il suo petto scolpito dai muscoli. Il mio sguardo cade li; non posso non evitarlo! Chissà quanta palestra farà per essere cosi in forma. Claire viene salutata da Alessandro, che mi rivolge solo un cenno del capo, mentre lui si limita a fissarmi riprendendo fiato. I nostri due amici cominciano a scambiarsi le domande di routine: "Che ci fate qui" "ma che coincidenza". Come se lei non gli ha detto dove fosse diretta. Come se lui non l'abbia fatto apposta a venir qui. Daniele evita il mio sguardo, anzi a dire il vero si allontana il più possibile da me, poggiandosi ad un albero per riprendere fiato. Anche se so che non ne ha bisogno. È solo una scusa per stare lontano da me. Sta reagendo come ho reagito io, poche ore prima. I miei piedi si muovono senza il mio comando e precisamente mi accorgo di stare a camminare nella sua direzione.
« Come stai? »
Lui solleva lo sguardo, ma non è sorpreso nel vedermi li. O forse è bravo a nasconderlo. Come lo sono io.
« Bene. »
La sua risposta fredda mi irrigidisce da capo a piedi. Il mio coraggio, le mie certezze si frantumano come pezzi di vetri. Abbasso lo sguardo e torturandomi le dita rimango in silenzio. L'imbarazzo si fa strada in me, come una forte consapevolezza. Annuisco piano per poi voltargli le spalle e rimanere in silenzio. Sto per tornare da Claire che al momento è impegnata a ridere per una battuta di Alessandro, quando mi sento afferrare per un braccio.
« Aspetta! »
Quando mi giro, lui mi lascia all'istante. Il suo tocco mi ha fatto arrossare la pelle. Deve aver stretto parecchio e io non me ne sono neanche accorta. Il cuore ha fatto più di cento capriole e io non so cosa pensare. Per un momento penso che il mio cervello sia andato in tilt. Lui guarda i nostri due amici.
« Non starle sempre addosso! »
Capisco che si riferisce a Claire. Sta di nuovo interferendo nella nostra amicizia e per quanto possa avermi rapito il cuore, questo non glielo permetto.
« Non le sto addosso! È la mia migliore amica e sto tornando da lei perché con te non ci voglio stare! »
I suoi occhi azzurri mi trafiggono da parte a parte. Arretro di un passo, rendendomi conto di ciò che ho detto. Mi mordo le labbra, pentendomi all'istante.
« Non le lasci spazio! »
I miei occhi non resistono più e si riempiono di lacrime. Chi è lui per dirmi una cosa del genere?
« Non è vero! »
« Si che è vero! Ovunque c'è lei, ci sei tu! Le rendi impossibile la vita! »
Non posso crederci che proprio lui mi stia dicendo queste cose. Pensavo che avremmo litigato sul perche non voglio stare dove sta lui, ma non sulla mia amicizia con Claire! Qualche lacrima solca il mio viso sudato e io la porto via con una mano, quasi a volermi schiaffeggiare.
« Che ne sai tu di quella che è la sua vita! Della nostra amicizia! »
Non ha pietà delle mie lacrime. Non ha pietà di nulla questo ragazzo. È davvero stronzo come sembra! Le lacrime mi arrivano alle labbra; hanno un sapore salato, misto a sudore. Le lecco via e prendo a correre lontano da lui. Non voglio sentire più nulla. Voglio tornare a casa e buttare via anche le più insignificanti pagine di diario con il suo nome.

STAI LEGGENDO
Property
RomanceCosa succede se il ragazzo per cui hai una cotta da tempo decide di essere il tuo compagno di banco durante l'ultimo anno di liceo? Cosa succede se sei costretta a condividere con lui anche le amicizie più intime? Cosa succede se tutto, da un moment...