Four.

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*dite che devo continuare la storia? Negli ultimi due capitoli nessuno ha commentato e non so se vi stia piacendo oppure no*

"Ma cosa stai facendo Fede? Ti sei forse  dimenticato di quanto sei stato male a causa sua?" Domandò Thomas alzando la voce e sbuffando, sentendosi molto vicino all'esasperazione. Proprio non riusciva a capire come il suo amico potesse uscire nuovamente con una persona che in passato gli aveva recato soltanto dolore e brutte vicende.
"Pensi che sia stupido?! Ricordo benissimo come sono stato quando mi ha lasciato, non ho bisogno che venga tu a farmi memoria! Non ho mai preso in considerazione l'idea di tornare con Benjamin, ho soltanto accettato un invito a casa sua, cosa sarà mai?" Rispose il biondo con tono altrettanto alto. Iniziava davvero ad impazientirsi, era più di mezz'ora che Thomas cercava di fargli cambiare idea riguardo la cena di quella sera e lui non ne poteva più delle sue paranoie inutili e delle sue lamentele.
"Fai come ti pare va bene? Davvero,non mi importa. Vai a quella fottuta cena e se vuoi portatelo anche letto Mh? Che ne dici, non sarebbe male, non vi sentite da quanto? Quattro anni? Una bella scopata di riconciliazione ci sta, magar-" Thomas non fece in tempo a finire la frase perché venne bloccato da un forte schiaffo direttamente sulla sua guancia destra. Sentiva tutto bruciare e sulla sua pelle chiara era ben visibile il segno delle cinque dita di Federico, che in quel momento lo stava fissando con gli occhi pieni di lacrime. Si sentiva offeso ma sopratutto deluso da quelle parole, erano state sputate fuori con cattiveria e senza un minimo di gentilezza tanto che a stento riusciva a credere che a dirle fosse stato proprio il suo migliore amico.
"È questo che pensi di me? Pensi che sia una troia e che ho accettato l'appuntamento solo per poter scopare?" Gli chiese fissandolo negli occhi con sguardo di ghiaccio, impassibile. Il moro scosse la testa, dispiaciuto delle sue stesse parole, e provò a giustificarsi senza però riuscirci. Venne infatti immediatamente interrotto da Federico che con un gesto della mano gli fece capire di stare zitto, parlando avrebbe soltanto peggiorato la situazione probabilmente.
"Non devi darmi nessuna giustificazione, ora vai via per favore." Gli disse serio, forse come mai in vita sua. E Thomas non poté fare altro che mormorare un flebile "scusa" e incamminarsi verso l'entrata con la testa bassa e dei grandi sensi di colpa che lo stavano divorando vivo.

"Finalmente! Credevo mi avessi dato buca" esclamò Benjamin sulla soglia della porta, accogliendo il più piccolo con un enorme sorriso luminoso che Federico non riuscì a non ricambiare.
"Perdonami, c'era un po' di traffico e ho fatto tardi." Rispose, entrando all'interno dell'abitazione e togliendosi le scarpe per poggiarle sul tappeto. La casa nella quale Benjamin abitava era molto semplice: un soggiorno di dimensioni medie, una piccola cucina, due camere da letto e un bagno abbastanza grande. Non aveva niente di speciale, ma il ragazzo era riuscito a renderla molto accogliente e calorosa con il suo tocco di stile e questo fece scappare un piccolo sorriso al biondo, che si ritrovò ad osservare dei disegni appesi alla parete.
"Li hai fatti tu quelli?" Chiese indicandoli col dito, ricevendo un "si" fatto con la testa.
"Sono molto belli, questo mi piace tantissimo." Mormorò avvicinandosi maggiormente e sfiorando il foglio delicatamente con la mano. Quel disegno era quello che l'aveva colpito di più, probabilmente per i colori vivaci che si differenziavano dagli altri che erano invece cupi e trasmettevano un senso quasi di angoscia.
"Hai fame?" Gli chiese Benjamin dalla cucina, spegnendo il fornello e alzando la voce per farsi sentire.
"Si, tantissima." Rispose Federico andandogli vicino e prendendo un grande respiro per sentire quel delizioso profumino che proveniva dalla pentola. Non sapeva che il moro fosse bravo a cucinare, ma a giudicare da ciò che aveva sentito poteva dire di sì.
"Perfetto, spero ti piaccia ciò che ho cucinato allora." Disse il ragazzo più basso sorridendogli e avviandosi verso la sala pranzo con una pentola in mano, che successivamente appoggiò sul tavolo perfettamente apparecchiato.
"Buon appetito." Sussurrò Federico imbarazzato, portandosi la forchetta alla bocca con fare timido e assaggiando finalmente il pollo. Era davvero buonissimo, tanto che si ritrovò a gemere un flebile "mh" e a chiudere gli occhi per un istante, provocando una fragorosa risata da parte di Benjamin.
"Beh suppongo che ti sia piaciuto." Disse in modo scherzoso finendo di mangiare.
"Oh sì, lo amo. Non sapevo di queste tue abilità culinarie, vedrò di approfittarne più spesso." Rispose Federico ridacchiando e bevendo un sorso di vino dal calice.
"Ci sono tante nuove mie abilità che non conosci e di cui potresti approfittare." Disse tranquillamente il più grande con l'aggiunta di  un occhiolino ammiccante, facendo quasi soffocare il biondo che tossì imbarazzato.

"Grazie per la cena, era tutto delizioso." Si complimentò Federico dopo aver posato l'ultimo piatto nella lavastoviglie nonostante il più grande gli avesse detto più volte di non aver bisogno d'aiuto.
"Ti ringrazio, mi fa piacere che ti sia piaciuto l'unico piatto che sono in grado di cucinare." Rispose Benjamin ridendo e seguito immediatamente dall'altro.
"Che ne dici, guardiamo un film?" Propose poi, cercando una qualsiasi scusa per poter passare ancora del tempo con il ragazzo. Federico sorrise e "cliché" esclamò andando ad accomodarsi sul divano, aspettando che il moro facesse lo stesso.
Le luci erano spente e sulla televisione comparvero le prime scritte d'inizio film, costringendo entrambi i ragazzi ad interrompere la loro conversazione e a prestare attenzione.
"Sei serio Benjamin?! Colpa delle stelle??" Quasi urlò il più piccolo, tenendosi la pancia dolorante per il troppo ridere.
"Hey! È un bel film e poi è l'unico che ho in questa casa." Si mise sulla difensiva, dando un piccolo colpetto alla spalla del biondo che non smetteva di ridere.
"Giuro che se piangi quando Augustus muore..." Lo avvertì Federico, scoppiando nuovamente a ridere un attimo dopo.

Era passata più o meno un'ora dall'inizio del film e dire che Federico era annoiato sarebbe un eufemismo. Odiava quel genere di film strappalacrime ed eccessivamente drammatici, non li aveva mai tollerati e probabilmente non lo avrebbe mai fatto. Benjamin non la pensava allo stesso modo probabilmente, visto che non aveva distolto nemmeno una volta gli occhi dallo schermo se non per lanciare qualche occhiata al profilo perfetto del viso del più piccolo illuminato solo dalla luce emanata dalla TV. Un piccolo sbadiglio scappò dalle labbra di Federico, che cedette e appoggiò la testa sulla spalla del più grande, che inizialmente sussultò per la sorpresa ma che subito dopo cercò di tranquillizzarsi e rimase immobile facendo finta di niente. Non era proprio piacevolissima quella posizione per il moro, il corpo del più piccolo pressava sul suo e la sua testa cominciava a provocargli dolore alla spalla, così circondò con il braccio la vita del biondo e lo fece appoggiare sul proprio petto. Rimasero così per tutta la durata del film, una mano di Benjamin intrecciata nei capelli lisci di Federico e quest'ultimo addormentato dolcemente su di lui. Nessuno dei due si preoccupò di spegnere la televisione, forse per paura che quella magica atmosfera potesse essere rovinata o per paura di allontanarsi dal corpo dell'altro.

A parte te; FenjiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora