Five

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I raggi di sole filtravano attraverso le persiane non del tutto chiuse, illuminando la stanza e costringendo Benjamin ad aprire gli occhi dopo una lunga dormita. Tastò con la mano la parte sinistra del letto alla ricerca del corpo caldo di Federico, ma rimase deluso quando si voltò e vide solo un biglietto appoggiato al cuscino. Cliché, pensò sorridendo e leggendolo.

"Ieri sera devo essermi addormentato sul divano senza accorgermene, grazie di avermi portato in camera tua. Ora devo andare a lavoro, ci sentiamo dopo xx
Ps: dobbiamo parlare"

"Buongiorno." Disse Federico facendo il suo ingresso nell'ufficio, con ben quindici minuti di ritardo. Non gli era mai capitato, era la prima volta, ma era comunque preoccupato per una possibile reazione negativa da parte del suo capo.
"Federico, puoi venire nel mio studio? Dovrei parlarti." Esclamò il signor Stylinson facendogli segno con la mano di seguirlo. Federico trattenne il respiro e poi buttò fuori l'aria di colpo, passandosi una mano tra i capelli con fare nervoso.
"Lo sapevo che non dovevo addormentarmi..." Mormorò a bassa voce mentre camminava a passo spedito nell'enorme salone, alla ricerca dell'ufficio del capo.
"Buongiorno signor Stylinson" disse con tono pacato una volta entrato, accomodandosi seduto sulla poltrona difronte a lui.
"Buongiorno a te Federico, stavo pensand-"
"Mi scusi, prometto che non arriverò mai più in ritardo. Mi creda, non fa parte di me, io sono una persona estremamente puntuale è solo che oggi ho avuto un imprevisto e non sapevo come fare perché non av-" parlò a vanvera il biondo, farfugliando cose senza senso e sperando che il capo lo perdonasse. Teneva davvero tanto a quel lavoro e non voleva perderlo.
"Respira Federico, non volevo parlarti di quello. Per il ritardo di stamattina verrai solo mandato a pulire gli sgabuzzini e verrà dimezzato il tuo stipendio." Gli disse l'uomo con tono estremamente serio, prima di scoppiare a ridere notato l'espressione di terrore e gli occhi spalancati del più piccolo.
"Sto scherzando! Non sono così cattivo sai?" si affrettò a dire, smettendo di ridere e sistemandosi la cravatta, cercando di ricomporsi. Federico tirò un sospiro di sollievo e sul suo viso spuntò un piccolo sorriso divertito.
"Dicevo...le vacanze di Pasqua si avvicinano e tu hai lavorato perfettamente durante queste settimane, ti sei dato da fare e spesso sei rimasto qua anche al di fuori dell'orario di lavoro per finire gli articoli. Vorrei concederti di prenderti tre giorni di pausa." Spiegò l'uomo.
"Oh, io- non si preoccupi signor Stylinson. Posso lavorare benissimo fino alle vacanze di Pasqua, mi piace questo lavoro e lo faccio con piacere." Rispose Federico arrossendo leggermente per i complimenti ricevuti.
"Non se ne parla, non riuscirai a farmi cambiare idea. Prendilo come un ringraziamento da parte mia per essere sempre così disponibile. Puoi lavorare fino a mezzogiorno se vuoi, poi sei libero." Insistette il capo, accompagnando il discorso con un grande sorriso stampato sul viso.
"Va bene allora. La ringrazio, è davvero gentile da parte sua." Si arrese Federico, ringraziandolo un'ultima volta e abbandonando poi la stanza.

"Allora, fino a quando sei in ferie?" Urlò Benjamin dalla cucina, intento a cucinare il pesce.
"Torno mercoledì, sono tre giorni." Rispose Federico raggiungendolo e sedendosi sul bancone in marmo muovendo avanti e indietro le gambe che penzolavano.
"Assaggia e dimmi com'è." Disse il moro avvicinando una forchetta alla bocca del biondo, che la socchiuse e fece come gli era stato chiesto.
"Mmmh, è buonissimo." Gemette, chiudendo gli occhi e godendosi a pieno quel sapore meraviglioso.
"Io ce la sto mettendo tutta Fè, ma se tu fai così mi rendi tutto più difficile." Sussurrò a bassa voce Benjamin, dandogli le spalle e continuando a cucinare.
"Ce la stai mettendo tutta a fare cosa?" Domandò il più piccolo non capendo cosa intendesse con quell'affermazione.
"A non baciarti" disse tranquillamente il moro, scrollando le spalle e voltandosi per poterlo guardare in faccia. Le guance di Federico si colorano immediatamente di un rosso acceso e tossì imbarazzato vagando con lo sguardo per tutta la stanza.
"Oi, non c'è bisogno di fare così. Che avrò mai detto? Sei davvero così piccolo e innocente.." Mormorò Benjamin con le labbra vicinissime alle sue, tanto da poter sentire il respiro irregolare dell'altro infrangersi su di lui. Con un dito gli accarezzò dolcemente le gote ancora arrossate e bollenti e ridacchiò, mordendosi il labbro inferiore per frenare quella stupida voglia di baciarlo che si era impadronita del suo corpo. Ma Federico non era piccolo e innocente come credeva, lo era un tempo forse, ma tante cose erano cambiate e tra queste c'era pure la sua personalità, così si fece coraggio e senza pensarci troppo fece scontrare violentemente le loro labbra. Benjamin spalancò gli occhi incredulo quando sentì la bocca soffice del più piccolo sulla sua, ma presto si abbandonò a quella magnifica sensazione e ricambiò il bacio. Inizialmente furono semplici sfioramenti, ma ben presto entrambi sentirono la necessità di approfondire quel contatto,così socchiusero contemporaneamente le bocche permettendo alle loro lingue di incontrarsi. Federico gemette quando la lingua umida di Benjamin leccò la sua e circondò il bacino del più grande con le proprie gambe, ancora seduto sul bancone. Entrambi sentivano il bisogno di respirare e di prendere aria, ma nessuno dei due aveva il coraggio e la voglia di staccarsi dalle labbra dell'altro. La mano di Benjamin finì sotto al sedere del più piccolo, stringendogli dolcemente una natica e facendolo gemere nuovamente sulla sua bocca.
"Woah" esclamò senza fiato il biondo, respirando affannosamente e cercando di riprendersi.
"Forse dovrei chiederti scusa, ma sarei un bugiardo se lo facessi perché non mi è dispiaciuto per niente baciarti." Disse a sua volta il moro, sorridendo e mordendosi il labbro ripensando a ciò che era appena successo.
"Io... È piaciuto tanto anche a me, ma credo sia meglio non affrettare le cose" sussurrò imbarazzato Federico, passandosi un dito sulla bocca ancora incredulo di ciò che aveva fatto. Non avrebbe dovuto baciarlo, lo sapeva bene, ma non aveva resistito davanti alle labbra rosse e carnose dell'altro a due centimetri dalle sue.
"Possiamo prenderci tutto il tempo che vuoi." Concordò Benjamin, lasciandogli un altro piccolo bacio a fior di labbra e aiutandolo poi a scendere dal bancone.

A parte te; FenjiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora