Capitolo 19.

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Sul pianeta rosso c'era una specie di festa, quella sera. Tutti erano in piazza a ballare e a mangiare, e io e Zayn continuavamo a camminare e osservare tutto senza sosta.

Era venuto a prendermi tranquillamente, e avevo deciso di non mettere in ballo la questione della sera precedente. Non volevo rovinare niente.

"Ma è qualcosa di speciale oggi? Cioè, a cosa è dovuta questa festa?" Gli domandai curiosa.

Prese un gamberetto da un tavolo, e lo inzuppò alla salsa cocktail prima di gustarlo. "A me lo chiedi?"

I miei occhi divennero due fessure. "Ovvio genio, tu abiti qui, mica io!"

Ridacchiò continuando a mangiare, finchè all'improvviso un anziano signore ci tirò per i polsi trascinandoci al centro della piazza, a ballare in mezzo all'altra gente, che di normale non aveva niente.

"Forza giovanotto!" Ci incitò il signore con un sorriso. "Non fai mai ballare la tua donna?"

Perché stavamo insieme secondo l'intera popolazione mondiale?

"Mi creda, signore", disse Zayn gesticolando. "Cerco sempre di farla ballare ma lei non accetta mai!" Finse un broncio.

Spalancai la bocca divertita, fingendomi tradita nel profondo. "Che bugiardo."

Mi sorrise prendendomi per i fianchi e attirandomi a sé. "Non abbiamo mai ballato, mh?" Sussurrò.

Arrossii. Non volevo farlo, ma era inevitabile. "No, mai. E non perché non accettavo, ma perché non mi hai mai chiesto di ballare."

Sorrise. "I ragazzi cool non ballano."

"Vedo che tu non lo sei, allora", risposi notando i nostri movimenti a ritmo di musica.

"Con te divento un'altra persona." Disse guardandomi negli occhi. "Non so perché, ma è come se il mio cervello si rifiutasse di fare tutto ciò che ha sempre fatto, come se per te, potessi sempre cambiare, fare eccezioni, e cose così. Ti odio per questo."

Gli sorrisi, sentendo il cuore accelerare. "Ti odio anch'io."

E ballammo tutta la notte sotto le note della migliore canzone di sempre, non ricordo bene come facesse... ma so che non la dimenticherò mai.

Erano le quattro del mattino quando finimmo di ballare, mangiare e passeggiare per quello strano, ma bellissimo pianeta.

"Non sono mai rimasta qua fino a così tardi", dissi a Zayn, una volta arrivati a casa sua. "In genere mi riporti sulla Terra per le undici."

Mi guardò sorridente dal divano, inclinando la testa da un lato. "Era impossibile andarcene da lì, era troppo bello. A te è piaciuta questa notte?"

Avrei voluto rifarla, altre mille volte.
"Sì", risposi con un sorriso.

Si avvicinò a me, fino a quando i nostri nasi si toccarono.

Sentii una fitta allo stomaco, la stessa che sentii quando eravamo stati così vicini l'ultima volta, a casa mia, prima di andare a cenare in spiaggia.

Sorrisi ripensando a quel ricordo.

Mi cinse la vita con le sue braccia, e io le allacciai al suo collo, beandomi del suo calore.

Ci guardammo negli occhi, la distanza tra i nostri visi era quasi azzerata.

Non capivo bene dove volessimo arrivare, continuando a strusciare il naso contro l'altro, senza poi fare niente a parte sprofondare l'uno negli occhi dell'altra, marrone nell'azzurro, azzurro nel marrone.

Mi sorrise. "Non sai quanto ho aspettato per trovare una persona così."

Ebbi l'impressione che lui avesse sentito il battito impazzito del mio cuore, per il silenzio creatosi nella sua casa, dove c'era sempre un po' di rumore.

Red planet | Zayn MalikDove le storie prendono vita. Scoprilo ora