CAPITOLO 7: yes my lady

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???: PORCO ADRIAN HO ROVESCIATO IL LATTE!!!
Addossato al muro c’era quel drogato di the e latte di mio cugino caloggero, non ho idea di come sia finito lì e non lo voglio sapere. Sono Serpeverde e stronza quanto vi pare ma se il dovere (affiancato al sangue ovviamente) chiama non me ne sto con le mani in mano, ma non posso non affiancare a un favore anche un calcione negli stinchi.
Accompagnai mia moglie verso la panchina giù dalle scale dove buttai anche con malagrazia anche Adrian e andai da mio cugino, lo presi per il bavero della giacca (rosa) e tenendolo ben dritto gli tirai una ginocchiata nello stomaco e urlai:
S: SBRIGATI A RAGGIUNGERCI IN TRENO; MI STAI FACENDO PERDERE TEMPO.
Allorché m’avvidi che lo stronzo non mi seguiva allora gli rubai una bustina di the e me la cacciai in  bocca. DIO CALEEL! Cazzo se è amara. Però nel frattempo il mio povero cugino drogato e deviato mentalmente mi seguiva.
Arrivammo giusto in tempo per prendere il treno, ma neanche il tempo di sedermi su uno dei tanti sedili liberi che mia moglie si era addormentata, Adrian rimaneva semi incosciente appoggiato a una porta scorrevole che fortunatamente rimase chiusa per tutto il viaggio e mio cugino si lamentava del’ assenza di latte. I peggiori 30 minuti della mia vita li passai dalla stazione di Loreto a quella di Vimodrone.
Finalmente uscimmo dalla stazione e grazie agli dei nei 550 metri che separano la stazione da casa dei miei nonni nessuno si è buttato nel naviglio. E, ancor meglio, i nonni erano a Madrid da mio cugino. Aprii il cancello coi miei soliti tre zombie alle calcagna e non feci in tempo a mettere piede in cortile che il mio cane mi scaraventò a terra e iniziava a leccarmi la faccia mentre il cane dei vicini (porca puttana ha la mia età quel cane lì! Ma non muore?) prese ad abbaiare e a svegliare la novantenne ninfomane di tre case più in la che si mise a urlare a tutto il paese ( sì la ninfomane c’è davvero e manco quella crepa).
Bene ora che abbiamo l’attenzione di circa 10 mila persone possiamo andare a dormire.
La casa di mia nonna è su due piani giù la “casa padronale” e su quella che era dei miei bisnonni adibita praticamente a stanza per gli ospiti. Siccome io faccio le veci di padrona di casa dormo giù ma preparai il letto di quella che DOVREBBE essere camera mia quando ci sono i cugini a casa e ci portai Adrian mezzo morto. Fortunatamente il  letto matrimoniale è sempre fatto (no non di yogurt) e mia moglie aveva già provveduto a buttarcisi sopra. Scesi le scale a gruppi di tre scalini ed entrai in casa.
Un odore ( e non un’odore porca puttana caloggeri vi ammazzo tutti) d’ infanzia mi avvolse accompagnato dal tepore di una casa amica dove sei protetto da ogni pericolo che le lenzuola coi ladri in casa accompagnano solo. La pace dei sensi…  interrotta da mio cugino che mi aveva seguita e che ora stava svaligiando la cucina in cerca di the e latte  e che urlava perché mia nonn a nella credenza tiene solo the deteinato e camomille. Gli tirai un cuscino (duro come il marmo) in testa e lui tornò a concentrarsi sull’acqua che bolliva e  mio mi buttai  su quello che era stato il letto di mio zio.
E chiusi gli occhi. Addormentandomi in un sonno senza sogni.
L’ennesima rottura di coglioni della giornata. Sono le fottute 5:30 del mattino,oggi mi sposo, ho dormito due ore e devo pisciare. Con tutta la confusione possibile (mentale e dei capelli,. Ringrazio vivamente le mucche-lecca-capelli-nel-sonno.) mi diressi verso il bagno ma a metà strada mi sentii cacciata via dal mio corpo che si stava dirigendo verso il secondo piano.
S: Ma proco Adrian! Non di nuovo, lasciami in pace sei quasi più fastidiosa di mio cugino che non mi lascia neanche due minuti di vita senza ricordarmi che DOVREI fare qualcosa!
Alla parola “Adrian” fui scossa da un brivido e l’entità perse forma davanti ai miei occhi   sotto forma di un ghigno di un Gastly e scomparve lasciandomi una confusione nella testa con la frase
G:Non oggi, o meglio, non ora. Sono clemente.
Ripresi completamente possesso del mio corpo, andai in bagno e passai tutto il tempo prima del matrimonio a guardare “Enigmi alieni” su Focus.
                                                                           ***Giuliah***
Porco Adrian! È tardissimo.  Capisco che ieri sera siamo stati in giro fino alle tre e mezza ma stavo praticamente dormendo da mezzanotte in poi. Perciò se erano le 11.23 avevo dormito per undici ore, tante alla media di sei al giorno.
Avevo dormito? Dov’ero? Ah giusto a casa dei nonni di mia moglie. Moglie. CAZZO IO OGGI MI SPOSO!
Realizzai tutto questo e in una frazione di secondo ero seduta sul letto e contemplavo la figura scarmigliata e assonnata che mi ricambiava lo sguardo dall’altra parte dello specchio e uscii dalla stanza.
Dall’altra parte del corridoio si sentiva russare, mi avvicinai alla porta, l’aprii e vidi Adrian aggrovigliato nelle coperte.
Gh: di sicuro mia moglie c’entra qualcosa.
Ridacchiai e scesi le scale per ritrovarmi due minuti dopo in una cucina dove mia moglie stava preparando quattro colazi0oni diverse contemporaneamente: per lei una tazza di latte e caffè con i cereali, per me stava impilando ordinatamente cinque pancake e sul tavolo c’era già il succo di zucca, l’ennesima tazza di the inglese aspettava Andrea palesemente in overdose. La colazione per Adrian era la più normale di quanto avessi mai potuto immaginare : latte e biscotti e, per gentile concessione di Stidya, una brioche. Io e Stidya trangugiammo la nostra colazione e filammo a prepararci per il tanto rimandato matrimonio. 
Dietro a quella che doveva essere la replica del tavolo degli insegnati avevano già preso posto i testimoni e Stidya quando io entrai nella sala verde e blu con la mia  copia del vestito di Katniss Everdeen, vai strati di bianca stoffa vaporosa si sommavano e venivano fermati da una “scultura” d’argento puro (gentilmente offerto da plutone) raffigurante un uccello. Quello centra SEMPRE.
Lei stava li a fissarmi col suo sorriso sghembo, oggi più aperto del solito, capelli freschi di rasatura completo verde smeraldo da far invidia a Barney , sottili fili d’ un verde più scuro si intrecciavano formando una figura simmetrica che partiva dai bottoni neri della giacca. Non poteva mancare la superba cravatta di Serpeverde.
A quel punto entrarono in sala il prete e il valletto più sgangherati che si fossero mai visti sulla faccia della terra: Adrian ancora intontito dal Wiskey incendiario e un  Andrea completamente assuefatto dai fumi del the ma che riuscì a bisbigliare ad Adrian
A:Devi leggere quella roba come se stessi facendo un video, chiaro?
Dio Caleel tutto intontito prese il foglio dal leggio e iniziò leggere con voce stentorea:
C: Caloggeri e Caloggere… benvenuti al matrimonio di  ‘ste due pazze da internare. Giuliah vuoi pendere la qui presente Stidya come tua legittima prima sposa?
Tornai nel mondo dei vivi distogliendomi dalle scene tristi di One Piece e annuii vigorosamente col capo non riuscendo a parlare.
C: E vuoi tu Stidya prendere come tua legittima prima sposa Giuliah?
La guardai in volto: era chiaramente sul punto di diventare il nuovo Po solo perché Adrian la guardava. Ma trovò il coraggio che io non avevo trovato e sussurrò con la voce sexy.
S: yes, my lady.
Non ci credo. Siamo sposate finalmente dopo settimane di rinvii eravamo unite per sempre e la nostra pazzia identica ci avrebbe accompagnato fino alla tomba. Era raggiante e mi abbracciò, scoppiai a piangere sulla sua spalla lei scoppiò a ridere, una risata che non le avevo mai sentito: non nascondeva complotti o malignità era solo pura e cristallina.  Il vero mistero era perché caspio avevo sposato l’unica ragazza che al proprio matrimonio non piange.
Mi asciugai le lacrime nel fazzoletto (rigorosamente verde) che mi porgeva e con un battito di mani il cibo comparve sui tavoli e la festa iniziò.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 13, 2017 ⏰

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